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Attesa nuova legge ufficiale ad hoc per l’introduzione della settimana corta a lavoro: cosa prevede e possibili alternative
Quali sono le nuove alternative alla settimana corta con stesso stipendio in arrivo con possibile nuova legge ufficiale? Secondo recenti dati, il 9,4% dei lavoratori italiani lavora ben 50 ore a settimana, a fronte delle 48 ore settimanali al massimo stabilite dalla convenzione dell’organizzazione internazionale del lavoro (Oil).
I dati evidenziano anche forti differenze tra i lavoratori italiani e quelli degli altri Paesi dell’Unione Europea, considerando che ci sono Paesi, come la Gran Bretagna, che stanno sperimentando (e con ottimi risultati) la settimana corta a lavoro.
Si è parlato della possibilità di introdurre la settimana corta a lavoro, percependo lo stesso stipendi senza riduzioni e penalizzazioni, anche in Italia. Ma ancora nulla di ufficiale è stato deciso e a breve qualcosa potrebbe cambiare.
Si tratta di una misura già in vigore in altri Paesi e che avrebbe dovuto essere compresa tra le novità del Decreto Lavoro ufficialmente approvato dal governo lo scorso primo maggio. Tuttavia, la settimana corta a lavoro non è rientrata tra le misure del nuovo decreto Lavoro e si attende ora una nuova legge ad hoc ufficiale che definisca una eventuale modalità di settimana corta a lavoro.
In Italia, ad oggi, solo due gruppi Intesa e Lavazza stanno sperimentando la settimana corta a lavoro, per la necessità di riorganizzare il lavoro durante il periodo della pandemia, di protezione e poi di risparmio energetico negli uffici a seguito del conflitto ucraino.
La settimana corta a lavoro in Italia, di cui si parlava, avrebbe dovuto prevedere una riduzione da cinque a quattro giorni di lavoro settimanali a parità di retribuzione. Si tratta di una novità che, secondo i sindacati, avrebbe potuto, e potrebbe, rivelarsi importante e produttiva, considerando che gli altri Paesi che l’hanno già adottata stanno ottenendo risultati decisamente importanti da un punto di vista lavorativo.
Del resto, i benefici della settimana corta a lavoro sono diversi: dalla miglior produttività e dal benessere del dipendente, ai vantaggi ambientali, perché lavorare quattro giorni a settimana invece che cinque significa, per esempio per i pendolari risparmiare chilometri e per le aziende risparmiare su costi energetici e di riscaldamento.
Tuttavia, la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni non è stata tra le priorità del governo. E ci sono anche alternative in discussione: si pensa, infatti, alla riduzione del lavoro in maniera alternativa bisettimanale: si alternerebbe così una settimana lavorativa standard di 5 giorni e una settimana corta 4 giorni, per un lavoro complessivo di 9 sono giorni su 10 (escludendo i sabato e le domeniche).
Ciò significa che ogni due settimane i lavoratori dipendenti avrebbero un giorno libero in più, spesso un venerdì. Per permettere di lavorare meno giorni, le aziende potrebbero chiedere ai propri dipendenti di lavorare più ore durante gli altri giorni.