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Quali sono le novità attese per assunzioni, contratti e tasse sul lavoro in arrivo con nuovo Decreto di lavoro 2023 di marzo
Quali sono le nuove regole e tasse su stipendi, straordinari, contratti, welfare e assunzioni in Decreto Lavoro di Marzo? E’ in programma tra due settimane circa la presentazione del nuovo Decreto Lavoro di marzo che, come annunciato dal governo, dovrebbe prevedere molte novità soprattutto per assunzioni, contratti e tasse sul lavoro.
Tra le principali misure nel prossimo decreto lavoro di marzo ci sono le novità per contratti di lavoro a tempo determinato, con particolare riferimento alle causali da indicare. L’intenzione è quella di cancellare le causali dai contratti a tempo determinato: le leggi in vigore non prevedono, infatti, per le assunzioni di lavoratori con contratto a tempo determinato per un massimo 12 mesi l’obbligo di indicare il motivo di assunzione per il lavoro temporaneo.
Trascorsi i primi 12 mesi, per prorogare lo stesso contratto di altri 12 mesi bisogna, invece, indicare le causali e, trascorsi anche gli ulteriori 12 mesi per un totale di 24 mesi, non si può più prorogare il contratto a tempo determinato, per cui il lavoratore o viene assunto a tempo indeterminato o licenziato.
Le causali che generalmente si inseriscono per le assunzioni a tempo determinato sono, per esempio, sostituzione di lavoratori, o esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria, o aumenti temporanei e significativi dell’attività.
Il governo Meloni vorrebbe del tutto eliminare le causali per i contratti a tempo determinato fino a 24 mesi ma anche allungare la possibilità di proroga dei contratti a tempo determinato di 12 mesi, arrivando così ad un massimo di 36 mesi dagli attuali 24.
Per i contratti, l’obiettivo è permettere di avere contratti a tempo determinato più flessibili, semplificare le assunzioni e abbattere la burocrazia e si tratta di novità che si affiancano alle novità già approvate per i contratti relativi alla trasparenza dei dati da inserirvi.
Sono, infatti, cambiate le modalità di stesura dei contratti di assunzione con aumento delle informazioni che il datore di lavoro deve specificare nel contratto di regolare assunzione di ogni lavoratore. Insieme alle informazioni che già dovevano essere inserite in un regolare contratto di lavoro, come data dell’inizio del rapporto di lavoro, livello di inquadramento, relativo stipendio, mansione, durata del periodo di prova, durata dell’orario di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di specificarne altre, come:
Tutte le nuove informazioni relative ai nuovi contratti di assunzione devono essere riportate in forma scritta, in formato cartaceo o elettronico, all’atto dell’assunzione prima che inizi l’esecuzione della prestazione e, comunque, entro i 7 giorni successivi.
Non soltanto misure di semplificazione dei contratti, ma anche concrete agevolazioni fiscali e tasse inferiori su premi di produzione, straordinari e indennità per le aziende e i datori di lavoro virtuosi, che assumono donne, over 50 e precettori di sussidi di disoccupazione.
La ministra del lavoro Calderone ha, infatti, annunciato l’intenzione di aumentare riduzione dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva all’Irpef e alle addizionali regionali e comunali sulle somme versate come premi di produttività, straordinari e indennità aggiuntive, nonché di potenziare diverse misure di welfare per i lavoratori.
Passando al capitolo stipendi, nuove regole e tasse in merito non saranno inserite nel Decreto Lavoro atteso tra circa due settimane, ma arriveranno con la riforma del fisco di marzo, attesa in realtà tra una settimana circa.
Diverse sono le ipotesi al vaglio del governo di revisione delle aliquote Irpef per il pagamento delle tasse sui redditi. Le nuove tre aliquote Irpef potrebbero essere le seguenti:
Se fossero confermate queste tre nuove aliquote Irpef, avrebbero maggiori aumenti coloro che percepiscono redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi prende stipendi fino a circa 3.700 euro al mese.
In questi casi, riducendosi l’aliquota dal 35% attuale al 27%, si ridurrebbero nettamente anche le tasse da pagare con conseguenti aumenti degli stipendi. Per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, restando le attuali aliquote le stesse, vale a dire rispettivamente al 23% e al 43%.
Altra ipotesi di modifica delle aliquote Irpef potrebbe prevedere le seguenti novità:
In quest’ultimo caso, nulla cambierebbe per la prima fascia di reddito fino a 23mila euro per cui resterebbe sempre invariata l’aliquota al 23% ma scenderebbe nettamente la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila (si parla di stipendi di circa 3.800 euro) e 75mila euro, per cui si passerebbe dal 35% e 43% al 23%, ma ci sarebbero riduzioni di stipendi per redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%.
Con questo ulteriore schema di revisione delle aliquote Irpef 2023, tutti più o meno pagherebbero meno tasse e si potrebbero ottenere aumenti fino a 700 euro per chi ha redditi annui fino a 50mila euro,