Orari di lavoro 2023 normativa, regole e leggi in vigore
Non c'è dubbio che quella dell'orario di lavoro è una delle materie più complesse. Normative e regole cambiano di frequente e anche in vista del 2023 vanno messe in conto alcune novità. Basti pensare ai tanti aspetti particolari di questa importantissimo capitolo del mondo del lavoro, come l'orario giornaliero, l'orario straordinario, l'orario notturno e quello festivo o l'orario a turni.
Ma si potrebbe ricordare anche l'orario rigido o l'orario flessibile così come l'orario settimanale massimo. Il tutto senza dimenticare la normativa accessoria relativa alle sanzioni applicabili al datore di lavoro per il mancato rispetto delle leggi in vigore.
Il punto di partenza è rappresentato dalla normativa generale, ma senza dimenticare che il punto di riferimento successivo è rappresentato dai Contratti collettivi nazionale di lavoro. Analizziamo in questo articolo
Ancora più precisamente, è a disposizione della sfera tecnico-organizzativa del datore di lavoro ed è chiamato a eseguire la propria prestazione lavorativa sulla base del contratto di riferimento. A concorrere alla formazione dell'orario di lavoro della giornata così come della settimana sono quindi il tempo della prestazione effettiva, ma anche quello relativo alla disponibilità del lavoratore e della presenza sui luoghi di lavoro.
Pensiamo ad esempio alle operazioni di carico e scarico delle merci così come al tempo di attesa degli autisti.
Ebbene, l'orario settimanale di lavoro non può superare le 48 ore, indipendentemente dalla forma tra lavoro spezzato turni, full time, part time. In questo conteggio rientrano anche le ore di straordinario. Il datore di lavoro può stabilire la distribuzione dell'orario di lavoro ai fini produttivi dell'azienda.
E se l'accordo sull'orario di lavoro può essere di tipo collettivo o individuale, eventuali modifiche non possono provocare condizioni peggiorative per il lavoratore. Proprio il capitolo relativo a quando e come può essere cambiato l'orario dei dipendenti da parte dal datore lavoro è un aspetto fondamentale nelle relazioni.
Anche dal punto vista formale occorre attenzione poiché il datore di lavoro deve mettere nero su bianco ogni variazione con un ordine di servizio da comunicare ai dipendenti.
Un aspetto a cui prestare attenzione quando si parla di orario di lavoro giornaliero minimo e massimo è che nel conteggio rientra anche il tempo di vestizione e svestizione imposto dal datore di lavoro per indossare una divisa aziendale.
Stessa cosa per il tempo di percorrenza dallo spogliatoio al reparto sede di lavoro per lo spostamento del lavoratore dalla sua abitazione al domicilio del cliente. La regola di base da cui non si può prescindere è che la distribuzione dell'orario di lavoro deve rispettare i limiti fissati dalla legge generale e dalla contrattazione collettiva.
Le norme in materia di orario di lavoro si applicano a quasi tutti i lavoratori perché sono esclusi i dirigenti e il personale direttivo, il collaboratore di impresa familiare, i lavoratori a domicilio, gli addetti alle attività di telelavoro e gli addetti ai servizi di vigilanza privata.
Se l'orario normale di lavoro è fissato per legge in 40 ore settimanali (48 nel caso di conteggio degli straordinari per un periodo di 7 giorni consecutivi), la contrattazione collettiva può stabilire una durata inferiore oppure riferire l'orario alla durata media delle prestazioni lavorative fino a un anno.
Non sono mai ricompresi nell'orario di lavoro il tempo impiegato per raggiungere il posto di lavoro e quello per tornare a casa, i riposi intermedi, il tempo della reperibilità.
La normativa in vigore prevede regimi di orario di lavoro particolari per lavoratori appartenenti alle Chiese cristiane avventiste, lavoratori di organizzazioni di volontariato, massaggiatori e masso fisioterapisti ciechi, lavori in cassoni ad aria compressa, lavoratori della pesca marittima, lavoratori di fede ebraica, lavoratori delle miniere, autotrasportatori. Naturalmente la normativa vigente ha previsto anche un regime di sanzioni per la tutela del lavoratore, ma anche nel caso di orari di lavoro non rispettati dal dipendente.