Pensioni vecchiaia e anzianità Governo Letta in Decreto Stabilità: difficile che vi siano modifiche

di Marianna Quatraro pubblicato il

Ancora nessuna notizia su eventuali modifiche alle pensioni in prossima Legge di Stabilità

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, aveva promesso modifiche alle pensioni, soprattutto per chi ha lavorato in condizioni particolari, come lavoratori precoci e usuranti, ma senza stravolgere l'attuale sistema pensionistico.

Ma i tanto attesi cambiamenti annunciati e più volte rimandati, sembra non troveranno spazio neanche nella prossima Legge di stabilità di ottobre. Il documento non riporta infatti al momento nulla sulle pensioni. Intanto si continua a discutere di eventuali modifiche, a partire da quella avanzata da Cesare Damiano del Pd, che prevede la possibilità di andare in pensione a 62 anni, con 35 anni di contributi, e un sistema di penalizzazioni graduali in base agli anni di anticipo rispetto alla soglia dei 66 anni in cui si decide di lasciare il lavoro.

Lasciando, infatti, il lavoro prima dei 66 anni si dovrebbero accettare decurtazioni sull’assegno finale pari al 2% per ogni anno di anticipo in cui si lascia il lavoro.

Al contrario, invece, chi va in pensione dopo i 66 anni, avrà assegni superiori del 2% in base ad ogni anno in più in cui si rimane a lavoro fino ai 70 anni. Se, dunque, flessibilità e penalizzazioni sono al momento l’ipotesi di modifica più accreditata, ciò che serve ora è definire regole ad hoc per lavoratori precoci e usuranti che non riescono a rimanere a lavoro fino ai 66 anni, e per le donne per Nicola Nicolosi, segretario confederale della Cgil, “Le pensioni dovranno tener conto che il lavoro di cura e di assistenza familiare, grava quasi interamente sulle spalle delle donne.

E’ necessario, dunque, riformare il sistema previdenziale, ristabilendo la realtà dei fatti: non tutti i lavori sono uguali e, quindi, quelli più faticosi e usuranti sia fisicamente che psicologicamente, devono essere riconosciuti”.

Ma al momento nulla di questi cambiamenti sono previsti e si continua a sperare che, invece, il prossimo mese sarà anche quello decisivo in materia per risolvere questioni urgenti come quella degli esodati.