Cosa prevedono i nuovi controlli Inps sulle pensioni di reversibilità, chi riguardano e come saranno richiesti eventuali rimborsi
La pensione di reversibilità è un trattamento riconosciuto dall’Inps ai coniugi e familiari superstiti di un defunto assicurato. Si tratta di una prestazione che viene calcolata in base a diversi elementi e che non è uguale per tutti e varia anche a seconda dei familiari che hanno diritto a percepire il trattamento.
Per legge la pensione di reversibilità spetta ai familiari superstiti in ordine di priorità familiare a partire da coniuge, sia il coniuge separato e sia il coniuge divorziato, e figli, sia legittimi, sia legittimati, sia naturali, sia adottivi, sia legalmente riconosciuti, con età inferiore ai 18 anni, o che siano studenti di scuola media superiore di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa, o che siano studenti universitari (e fino a 26 anni) a carico del genitore deceduti, o figli disabili e inabili di qualunque età a carico del genitore deceduto, e successivamente a genitori, in mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti, con almeno 65 anni di età, che non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del deceduto al momento della scomparsa.
La pensione di reversibilità spetta anche a fratelli celibi e sorelle nubili in mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, impossibilitati a lavorare e a carico del defunto, e ai nipoti, purchè di età inferiore ai 18 anni e a carico del deceduto. L’Inps ora sta procedendo per la prima volta controlli sulla pensione di reversibilità con richieste di rimborsi parziali a tanti italiani.
I controlli riguardano i pensionati appartenenti al regime pubblico (Ex-Inpdap) e laa mensilità di maggio e si effettuano incrociando i dati dell’Agenzia delle Entrate e quanto stabilito dalla Corte Costituzionale che limita la decurtazione della pensione all’importo di maggiore reddito.
Se dai controlli dovessero emergere incongruenza degli importi, il beneficiario della pensione di reversibilità riceverà richiesta di rimborso della somma indebitamente percepita.
Se un soggetto che percepisce la pensione di reversibilità a seguito dei controlli è chiamato a restituire quanto ricevuto in più, dovrà rimborsare la quota maggiore ricevuta con la rata di pensione del mese di agosto 2023.
In particolare, come precisato dall’Inps, il recupero degli importi indebitamente pagati avviene con trattenute di un quinto dell'importo complessivo della pensione, compresa d'indennità integrativa speciale, al netto dell'Irpef e in un massimo di 60 rate.
Se, però, la pensione interessata dal debito non basta a pagare il rimborso e il pensionato è titolare anche di un’altra pensione diretta di gestione pubblica, il rimborso dell'importo avviene automaticamente su tale trattamento.