Aumenti pensioni con rivalutazione 2% in Dl Aiuti Bis, ma incognita 1,9% o 3,9% nel 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumenti pensioni con rivalutazione 2% in

Come potrebbe cambiare la rivalutazione delle pensioni dal primo gennaio 2023 rispetto ad anticipo rivalutazione 2022: ipotesi in ballo e possibili

Nessuna proroga del bonus di 200 euro fino alla fine dell’anno per i pensionati ma rivalutazione anticipata delle pensioni: è questa la misura inserita nel Decreto Aiuti bis ufficiale per aumentare gli importi dei trattamenti pensionistici mensili e dare così ai pensionati maggiore potere di acquisto contro inflazione galoppante e caro-vita.

La rivalutazione anticipata anticipa, appunto, il meccanismo della rivalutazione pensionistica che scatta ogni anno per adeguamento delle pensioni al costo della vita con percentuale appositamente stabilita fino alla fine del 2022 ma dal 2023 le cose potrebbero ancora cambiare. Vediamo allora cosa cambia e come funziona rivalutazione delle pensioni anticipata nel 2022 del 2% e nel 2023.

  • Rivalutazione pensioni anticipata nel 2022 del 2% in Decreto Aiuti bis
  • Rivalutazione pensioni nel 2023 di 1,9% o del 3,9% cosa cambia e novità possibili


Rivalutazione pensioni anticipata nel 2022 del 2% in Decreto Aiuti bis

Il Decreto Aiuti bis ha approvato l’anticipo della rivalutazione pensionistica al 2% ad ottobre e per i tre mesi finali di quest’anno 2022, prevedendo un aumento delle pensioni di qualche decina di euro ma non per tutti i pensionati. 

La rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% vale solo per chi ha redditi entro i 35mila euro, cioè per chi prende una pensione fino a 2.692 euro.  

Chi prende, invece, una pensione da 2.700 euro in poi è del tutto escluso dalla rivalutazione anticipata, superando la soglia del reddito dei 35mila euro annui. La misura cesserà gli effetti il 31 dicembre 2022.

Rivalutazione pensioni nel 2023 di 1,9% o del 3,9% cosa cambia e novità possibili

La percentuale del 2% per la rivalutazione anticipata delle pensioni è stata decisa dal governo nel Decreto Aiuti bis per garantire ai pensionati gli aumenti necessari. Sono, però, solo dell’ordine di qualche decina di euro al mese e variabile in base al trattamento mensile che si percepisce.

Non è, dunque, l’aumento che sarebbe stato garantito con l’estensione del bonus di 200 euro anche ai prossimi mesi ma si tratta comunque di un provvedimento a fare dei pensionati e che probabilmente, anzi, molto verosimilmente, il prossimo anno cambierà ancora.

Ogni anno, infatti, scatta la rivalutazione automatica delle pensioni e, secondo quanto era già stato stabilito, dal primo gennaio 2023 la rivalutazione automatica delle pensioni era stata fissata con indice pari all’1,9%

Se quest’anno 2022 la normale rivalutazione automatica delle pensioni è avvenuta su un indice dell’1,7%, per il prossimo anno, prima ancora del Decreto Aiuti bis e dell’approvazione di una rivalutazione anticipata delle pensioni, era già stato fissato un indice più alto, all’1,9%, con gli importi da rivalutare differentemente in base alle diverse percentuali di rivalutazione fissate dalla legge che sono:

  • 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 2062 euro lordi);
  • 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo (fino a 2577,90 euro);
  • 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo (importi lordi oltre 2.577,90 euro). 
La rivalutazione delle pensioni dal primo gennaio 2023 all’1,9% sarebbe per tutti i pensionati, senza alcun limite di reddito. Ma l’ipotesi per il 2023 potrebbe essere anche quella di prorogare l’attuale percentuale del 2% per tutti e far valere tale percentuale di rivalutazione non solo per chi ha redditi entro i 35mila euro annui, o di aumentarla fino al 3,9%.

Quest’ultima ipotesi potrebbe essere improbabile ma non trascurabile. Considerando, infatti, l’andamento di inflazione e caro prezzi, per sostenere i pensionati più deboli, che percepiscono pensioni più basse, l’idea dal primo gennaio 2023 potrebbe essere quella di sommare alla rivalutazione del 2% la percentuale di rivalutazione all’1,9%, come già stabilito, per un totale del 3,9% ma da applicare solo a pensionati con redditi più bassi, mentre per tutti gli altri scatterebbe la normale rivalutazione pensionistica all’1,9%.