Aumenti pensioni e uscita anticipata 2023 tra richieste sindacati-Confindustria e emendamenti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come possono ancora cambiare le pensioni con emendamenti e novità alla Manovra Finanziaria 2023: richieste e proposte avanzate

Quali sono le novità su aumenti pensioni e uscita anticipata nel 2023 tra emendamenti, richieste sindacati-Confindustria e opposizioni? Aumentare le pensioni minime, rivedere opzione donna per andare in pensione prima ampliando la platea delle donne che potranno usufruirne, ma anche estendere il mese aggiuntivo del congedo di maternità anche alla paternità e aumentare la decontribuzione per l'assunzione dei giovani fino ad 8mila euro: queste sono solo alcune delle proposte di revisione, richieste ed emendamenti presentati alla Manovra Finanziaria definita dal governo Meloni e che si avvia dover essere definitivamente approvata entro fine anno.

  • Aumenti pensioni e uscita anticipata 2023 nuovi emendamenti
  • Richieste sindacati-Confindustria per novità aumenti pensioni e uscite anticipate 2023

Aumenti pensioni e uscita anticipata 2023 nuovi emendamenti

Tra i primi emendamenti presentati alla nuova Legge di Bilancio c’è quello di aumentare ancora le pensioni minime: Forza Italia chiede di alzare ancora le pensioni minime portandole a 600 euro, dai 580 già previsti, ma secondo la Lega ci sarebbero problemi di coperture in tal senso,

Si pensa anche ad una revisione di opzione donna per il prepensionamento, che la Manovra prevede a 60 anni, che diventano 58 in caso di due figli, per caregiver e persone con una invalidità grave riconosciuta. In realtà, si starebbe pensando di lasciare opzione donna così come al momento valida, vale a dire permettendo alle donne lavoratrici pubbliche e private e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, indipendentemente da presenza di figli e quanti, e con almeno 35 anni di contributi.

Resterebbe in ogni caso confermato il sistema di calcolo della pensione finale con opzione donna esclusivamente con metodo contributivo, basato cioè solo sui contributi effettivamente validi ai fini pensionistici, e non anche retributivo, decisamente più vantaggioso.

Richieste sindacati-Confindustria per novità aumenti pensioni e uscite anticipate 2023

Non solo altre forze di maggioranza, come Forza Italia, e opposizioni, a partire dal M5S, chiedono modifiche alle pensioni per il 2023 sia per aumenti pensioni e sia per uscite anticipata ma anche, e soprattutto, i sindacati insieme a Confindustria. 

I sindacati non sono soddisfatti delle misure per le pensioni pensate dal governo per la nuova Manovra: chiedono non solo una revisione di opzione donna perché, prorogata, mantenga le attuali condizioni per il prepensionamento delle donne, senza necessità di considerare se una donna abbia avuto o meno figli, e anche nuove uscite flessibili per tutti, ma anche modifiche delle percentuali di rivalutazione già riviste per gli aumenti delle pensioni nel 2023.

La richiesta è, in particolare, quella di aumentare la percentuale di rivalutazione piena al 100% al momento prevista per gli assegni fino a 4 volte il minimo Inps, in modo da garantire effettivi aumenti pensionistici il prossimo anno a più persone.

Tra le richieste dei sindacati, anche un significativo intervento di taglio del cuneo fiscale per sostenere le pensioni e anche gli stipendi, con la proposta di detassare tredicesime e aumenti contrattuali e della contrattazione di secondo livello.

Anche Confindustria sostiene una revisione del taglio del cuneo fiscale da rendere ‘più importante’, anche per le pensioni. E’ necessario, infatti, garantire ai pensionati sempre più potere di acquisto contro l’andamento dell’inflazione che continua a salire. 

Deluso il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, secondo cui alcune misure della Manovra non si concentrano sulla crescita del Paese. Bisognerebbe pensare ad aumenti da garantire ai pensionati come a tutti i lavoratori italiani che siano effettivi e reali contro il caro vita attuale e permettano di dare, al contempo, nuova spinta al rilancio di economia e, quindi, di competitività del Paese.