Come potrebbero essere rivalutate le pensioni nel 2023, differenze tra redditi e per chi potrebbe essere bloccato aumento: chiarimenti
Per chi la rivalutazione nel 2023 potrebbe essere bloccata per aumenti pensioni? La rivalutazione delle pensioni è quel meccanismo che scatta ogni anno per il quale si adegua l’importo dei trattamenti pensionistici al costo della vita accertato dall’Istat in base a specifici indici specifici.
Per effetto di quanto stabilito con l’ultimo Decreto Aiuti bis, la rivalutazione delle pensioni che generalmente scatta a inizio di ogni nuovo anno scatterà dal prossimo primo ottobre e fino a dicembre, in via eccezionale a causa dell’impennata dell’inflazione e dell’andamento economico attuale, ma non per tutti.
Solo, infatti, coloro che hanno redditi entro i 35mila euro, da ottobre a fine anno, avranno una rivalutazione pensionistica anticipata del 2%. Ciò che accadrà da gennaio 2023 per tutte le pensioni ancora è incertezza.
Si stima una inflazione al 10% con conseguente rivalutazione delle pensioni che potrebbe essere tra l’8% e il 10%, ma solo per alcuni e fermarsi al 2% per altri. Potrebbero essere diverse le ipotesi per la rivalutazione delle pensioni nel 2023, come:
Se, però, l’inflazione non dovesse ridursi, la rivalutazione delle pensioni 2023 potrebbe non essere per tutti e addirittura bloccata per alcuni.
Se la rivalutazione pensionistica 2023 sarà al 10%, sarà solo per redditi bassi e ne saranno esclusi coloro che percepiscono pensioni più alte, con blocco della rivalutazione pensioni come già accaduto qualche anno fa.
Se la rivalutazione varrà per tutti, le nuove pensioni saranno comunque calcolate sulla base dell’indice che sarà stabilito ma secondo le percentuali di rivalutazione fissate dalla legge in base ai redditi percepiti e che sono del:
100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, cioè di importo fino a 2062 euro lordi;
90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, cioè di importo fino a 2577,90 euro;
75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, cioè di importo oltre 2.577,90 euro.
In alternativa, per non sforare parametri Ue, il nuovo governo potrebbe lavorare su una rivalutazione a scaglioni fino al 10% per pensioni più basse o solo 10% per le più basse, e applicare la rivalutazione al 2% per tutti coloro che non ne hanno beneficiato quest’anno.