Aumento importo Indennità di accompagnamento 2023 dopo sentenza pensioni invalidità Corte Costituzionale
E adesso cosa accadrà al sistema delle pensioni in Italia dopo la storica sentenza della Corte costituzionale che ha imposto un importo minimo degli assegni di invalidità?
Le conseguenze potrebbe arrivare da più parti, a iniziare dalla revisione generale dell'impianto previdenziale italiano fino ad arrivare al ripensamento dell'indennità di accompagnamento.
La miccia è stata accesa dalla Corte costituzionale, chiamata a esprimersi si una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d'appello di Torino in seguito al ricorso di una donna di 47 anni colpita da invalidità al 100% e destinataria di un assegno di 286,66 euro al mese.
Secondo i giudici si tratta di una vera e propria violazione dell'articolo 36 della carta costituzionale italiana, secondo cui i lavoratori hanno diritto che siano previsti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
In termini pratici e tenendo conto del livello di reddito, la cifra di 286,66 euro al mese andrebbe aumentata ad almeno 516 euro al mese. Vediamo quindi
Assegnata nel caso di invalidità totale e permanente del 100% se affiancata all'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore ovvero all'impossibilità di compiere gli atti della vita di tutti i giorni con la necessità di un'assistenza continua, l'importo del 2023 è pari a 520,29 euro, poco meno di 3 euro in più rispetto ai 12 mesi precedenti.
Accanto ai requisiti richiesti per accedere all'indennità di accompagnamento, tra cui la cittadinanza italiana e la residenza sul territorio nazionale (non contano però né età e né reddito), ci sono anche le clausole di esclusione.
Due in particolare: la ricezione di un indennità simile per invalidità contratta per causa di guerra, di lavoro o di servizio, fatto salvo il diritto di opzione per il trattamento più favorevole. E il ricovero gratuito in un istituto.
Non c'è dubbio che le attenzioni sia però puntate sulle ragioni dettagliate per cui la Corte costituzionale ha definito inadeguato l'assegno di invalidità di 285,66 euro. Solo in quel momento si capirà quali saranno i margini di manovra del legislatore, incaricato di dare seguito alla pronuncia giudiziaria, ma anche a mantenere in equilibrio i conti pubblici.
Di certo c'è che non ci sarà alcun effetto retroattivo e che le modifiche ovvero l'equiparazione delle pensioni di invalidità alle pensioni minimi, varranno da questo momento in poi. Ma con il requisito attivo del tetto di redditi annuo fino a 6.713,98 euro.
Come fatto presente da Fish, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap, esiste però un doppio rischio: l'esclusione di persone cieche e sorde e di invalidi parziali e le difformità di trattamento nel caso di assenza di una riforma complessiva del quadro delle pensioni in Italia.
Da parte sua, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto alla creazione del codice per le persone con disabilità che possa restituire l'attenzione per i bisogni non solo materiali ma esistenziali, relazionali, formativi, culturali delle persone con disabilità e all'aumento delle pensioni di invalidità.