Quali sono le misure che contribuiscono ad aumentare ancora le pensioni fino a dicembre e cosa cambierà da gennaio: ipotesi e prospettive
Continuano ad aumentare le pensioni fino alla fine dell’anno, quando cesseranno le misure attualmente in vigore per permettere ai pensionati di avere maggiore potere di acquisto contro un’inflazione galoppante, e si attendono ancora risposte ufficiali su quali potranno essere le nuove misure che il governo Meloni metterà in campo a partire da gennaio 2023 per continuare ad assicurare ai pensionati aumenti dei trattamenti mensili. Vediamo di seguito come e perché aumentano le pensioni da 500 a 3.000 euro a dicembre e perché l’aumento di gennaio potrà essere più alto rispetto a quello di novembre.
Per chi prende una pensione di mille euro, la rivalutazione anticipata al 2% prevede un aumento di 60 euro complessivi fino a dicembre, mentre per una pensione di 1.200 euro, l’aumento totale sarà di 72 euro fino a dicembre che salgono a 78 euro per chi prende una pensione di 1.300 euro, chi salgono ancora a 96 euro per percepisce una pensione di 1.600 euro, fino ad un aumento totale di 160 euro circa per chi prende pensioni mensili fino a 2.692 euro. Per le pensioni di importo mensile dai 2.700 euro in poi non è previsto alcun aumento per la rivalutazione anticipata.
Agli aumenti per la rivalutazione anticipata al 2%, a contribuire ad aumentare le pensioni anche a dicembre c’è il calcolo del conguaglio della pensione dello 0,2%, retroattivo dal primo gennaio 2022 che scatta a novembre ma sicuramente non sarà pagato entro novembre a tutte le pensioni, per cui i pagamenti proseguiranno anche per il mese di dicembre.
Per effetto del calcolo del conguaglio allo 0,2%, derivante dalla differenza di ricalcolo tra indice di rivalutazione usato quest’anno 2022 dell’1,7% e nuovo indice definitivo stabilito all’1,9%, e che vale per tutti i pensionati e non solo per coloro che hanno un reddito annuo entro i 35mila euro (riferiti al 2021) per cui vale la rivalutazione anticipata al 2%, le pensioni a dicembre aumenteranno solo di qualche euro.
Secondo i calcoli, infatti, gli aumenti delle pensioni per i conguagli saranno solo di qualche euro. Chi percepisce, per esempio, una pensione di 1.200 euro, avrà un aumento di 32 euro circa complessivamente, per pensioni di 1.400 euro al mese, l’aumento per il conguaglio annuo sarà di 36 euro totali, mentre per chi ha pensioni da 2.200 euro al mese, l’aumento per il conguaglio annuo sarà di 57 euro circa, mentre per chi prende pensioni da 3mila euro, che non ha diritto ad aumenti per la rivalutazione pensionistica anticipata al 2%, l'aumento annuo per effetto del conguaglio allo 0,2% sarà di 78 euro.
A dicembre poi i pensionati ricevono il pagamento della tredicesima su cui si applica la stessa rivalutazione anticipata al 2% valida per gli assegni ordinari da ottobre, ma sempre per pensionati con redditi annui entro i 35mila euro (riferiti al 2021).
Per pensionati con redditi superiori non saranno previste tredicesime più alte ma comunque saranno pagate le tredicesime come ulteriore mensilità per gratifica natalizia, senza considerare poi il possibile ritorno del bonus una tantum di 200 euro che, presumibilmente, sulla scia di quanto già accaduto con bonus 200 euro e bonus 150 euro, sarà solo per alcuni pensionati entro specifici limiti di reddito e non per tutti.
A gennaio poi lo scenario per l’aumento delle pensioni cambierà ancora e si prospetta con aumenti più alti degli assegni mensili rispetto al mese di novembre. A gennaio 2023, come a inizio di ogni anno, scatta la normale rivalutazione delle pensioni che sarà certamente più alta rispetto al 2% di novembre e soprattutto per tutti e non solo entro limiti reddituali.
Se, infatti, la rivalutazione pensionistica anticipata a novembre è al 2% e solo per pensionati con redditi annui entro i 35mila euro, la rivalutazione delle pensioni da gennaio interesserà tutte le pensioni senza limiti di reddito e sarà ad un indice più alto.
Considerando che la rivalutazione delle pensioni avviene per adeguamento all’inflazione, se si dovesse restare al passo di quanto sta accadendo, e relative simulazioni, la rivalutazione delle pensioni a gennaio dovrebbe essere al 10% (anche 11%), il che significa aumenti decisamente più alti e per tutti rispetto al 2% di novembre ma si tratta di un indice che, pur dovendo essere applicato, difficilmente sarà calcolato perché implicherebbe l’impiego di troppe risorse economiche per garantire aumenti a tutti i pensionati e che non ci sono.
Diverse sono le ipotesi in ballo come alternativa, come: