Cosa aspettarsi per le pensioni tra nuovi aumenti di luglio e ulteriori aumenti degli importi che salteranno: chiarimenti
Dopo l’aumento delle pensioni di luglio al via qual è il rialzo degli importi già previsto potrebbe saltare a sorpresa? Mentre si torna a parlare tra governo e sindacati di novità pensioni e si va verso modifiche che dovrebbero interessare soprattutto nuovi sistemi di flessibilità in uscita, a luglio si preparano ad essere riconosciuti nuovi aumenti ai pensionati.
Hanno diritto ad avere la quattordicesima di pensione i pensionati con almeno 64 anni di età e che siano già titolari di trattamenti, come:
Considerato che il trattamento minimo per il 2023 è di 563,74 euro al mese, la quattordicesima di pensione viene erogata ai pensionati con un reddito personale (escludendo quello del coniuge) entro i 14.657,24 euro annui.
Aumentano a luglio anche le pensioni minime: dal primo luglio vengono, infatti, pagati gli aumenti stabiliti per chi percepisce pensioni minime, che passano dagli attuali 563,74 a 572,20 euro e per gli over 75 aumentano da 563,74 a circa 600 euro, precisamente 599,82 euro. A tali aumenti, si aggiungno anche i relativi arretrati dovuti.
Il rialzo successivo degli importi delle pensioni già previsto e che potrebbe saltare è il pieno aumento delle pensioni mensili secondo quanto dovrebbe. Stiamo parlando di una nuova rivalutazione annua 2024 delle pensioni che sarà più bassa di quanto dovrebbe tra indice rivalutativo che sarà, secondo le stime, più basso di quanto dovrebbe, e delle nuove percentuali rivalutative decise dal governo Meloni quest’anno rispetto a quelle precedenti in vigore e che determineranno ancora aumenti delle pensioni inferiori rispetto alle aspettative.
Dunque, un aumento degli importi di pensione già previsto nel 2024 per la nuova rivalutazione annua non dovrebbe del tutto saltare ma sarà decisamente inferiore.
La rivalutazione annua delle pensioni avviene, infatti, in base all’andamento di inflazione e dei prezzi al consumo Istat ma, secondo le previsioni, come accaduto già quest’anno, l’indice rivalutativo per le pensioni del prossimo anno sarà più basso rispetto a quanto dovrebbe considerando l’andamento dell’inflazione, facendo così saltare gli aumenti auspicati delle pensioni, riducendoli.
Secondo le stime, infatti, se ora l’inflazione si attesa quasi al 6% circa (scesa in questi ultimi giorni), presumibilmente a fine anno resterà sullo stesso livello, tra 6% e 7%, tuttavia, l’indice di rivalutazione delle pensioni difficilmente sarà adeguato al 6% dell’inflazione, così come quest’anno invece di adeguarsi all’inflazione di fine anno scorso, che oscillava tra il 10% e l’11%, e quindi essere fissato al 10% è stato fissato al 7,3%.
Molto probabilmente, dunque, l’indice di rivalutazione delle pensioni per il prossimo anno si attesterà al 4% e anche l’anno prossimo la rivalutazione non sarà piena per tutti, viste le diverse percentuali di rivalutazione in vigore per le pensioni in base agli importi percepiti.
Le percentuali di rivalutazione delle pensioni sono cambiate quest’anno 2023 e sono passate da tre e sei. Le precedenti percentuali rivalutative erano tre ed erano le seguenti: