Come aumentano ancora pensioni a dicembre e gennaio in base a diversi fattori e come incidono questi ultimi per calcoli
Come incidono i conguagli e gli arretrati per aumento delle pensioni a Dicembre-Gennaio? Gli importi delle pensioni continuano ad aumentare ancora a dicembre e non solo per effetto del normale riconoscimento annuo della tredicesima ma anche per ultima rivalutazione anticipata al 2% a dicembre insieme ad altri fattori che incideranno anche sul calcolo degli aumenti delle pensioni a gennaio. Vediamo quali sono.
Tuttavia, i conguagli delle pensioni dello 0,2% a dicembre porteranno aumenti solo di qualche euro, dunque, decisamente bassi. Si parla, per esempio, di un aumento complessivo di 12 euro annui per chi prende pensioni più basse di 500 euro, considerando che il conguaglio delle pensioni allo 0,2% è retroattivo da gennaio 2022 e fino a dicembre.
Per chi prende una pensione mensile di 600 euro, l’aumento annuo per i conguagli è di 14 euro circa, per chi prende una pensione di 800 euro di circa 21 euro annui, per chi prende una pensione di 1.200 euro di 32 euro circa complessivamente, mentre per chi prende pensioni di 1.600 euro al mese, l’aumento è di circa 38 euro annui e per pensioni più alte, di 2mila euro, l’aumento annuo per effetto del conguaglio annuo sarà di 42 euro che salgono a 60 euro annui per chi percepisce pensioni di 2.500 euro al mese e così via. Dunque, i conguagli incidono sulle pensioni di dicembre con aumenti seppur relativamente bassi.
Cambiano ancora le pensioni a gennaio, per effetto della rivalutazione pensionistica 2023 al 7,3% e su cui incidono anche una serie di arretrati, e sia in senso negativo che positivo. Incidono, infatti, sul ricalcolo delle pensioni di gennaio gli arretrati per chi è andato in pensione e ha diritto agli aumenti stabiliti dai rinnovi contrattuali conclusi.
Si tratta, in particolare, di coloro che sono in pensione ma erano in servizio quando il relativo Ccnl di inquadramento avrebbe dovuto essere rinnovato, garantendo così aumenti di retribuzioni e arretrati previsti che saranno invece calcolati ora sulle pensioni.
La Corte di Cassazione ha, infatti, deciso che per effetto dei rinnovi contrattuali che hanno recentemente interessato molti Ccnl e che avrebbero dovuto arrivare decisamente molto prima, non solo i dipendenti ancora in servizio devono ricevere gli aumenti retributivi stabiliti, ma anche chi è andato in pensione prima della stipula del rinnovo contrattuale, per cui ha diritto a ricevere gli arretrati calcolati per adeguamento a quella che avrebbe dovuto essere la nuova retribuzione prima del pensionamento.
Inoltre, sulle pensioni di gennaio 2023 da rivalutare per aumentarne l’importo incidono (in modo negativo) anche gli arretrati dovuti alla rivalutazione anticipata al 2% già ricalcolata da ottobre a dicembre 2022.
Gli acconti degli aumenti di questi mesi, tra rivalutazione anticipata al 2%, solo però per pensionati con redditi annui riferiti al 2021 entro i 35mila euro, e conguagli allo 0,2% validi per tutti i pensionati e retroattivi da gennaio 2022, si devono, infatti, considerare per la rivalutazione 2023 al 7,3%.
Chi ha, infatti, ha già ricevuto un acconto di aumento della pensione del 2% da ottobre a dicembre, a gennaio 2023 avrà un aumento solo del 5,3% e, in generale, come previsto dalle leggi in vigore, la rivalutazione pensionistica annuale non sarà piena per tutti ma calcolata in percentuali differenti a seconda del reddito percepito ed è nel dettaglio del:
100% per pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi;
90% per pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi;
75% per pensioni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi.