Cosa aspettarsi per aumento pensioni e novità per pensioni anticipate dopo recente presentazione Dpb prima di nuova Manovra
Dopo la presentazione del Nadef ufficiale, è stato presentato ieri all'Ue il documento programmatico bilancio prima della nuova Manovra Finanziaria definitiva che deve essere approvata entro la fine dell’anno per poi entrare in vigore con le sue misure a partire da gennaio 2023.
Con il nuovo Documento programmatico di bilancio, Dpb, il Governo Draghi ha solo presentato un'analisi del quadro tendenziale dell’economia italiana, lasciando al prossimo governo Giorgia Meloni il compito di definire nel dettaglio e in maniera ufficiale le misure della prossima Manovra.
Vediamo di seguito quali sono le indicazioni ufficiali del Dpb inviato all’Ue ieri su aumento pensioni e uscita anticipata.
Non ci sarebbero, dunque, tutti i soldi necessari per definire tutte le misure su cui ex e nuovo governo vorrebbero intervenire ma con il Dpb sono stati confermati i 20 miliardi di euro di disponibilità lasciata in eredità dall’ormai ex Governo Draghi anche se resta da capire su cosa investirli.
Pochi, infatti sarebbero gli investimenti possibili, considerando che, come anticipato già qualche settimana fa, circa 10miliardi di euro di tale tesoretto sarebbero da dirottare su nuove misure contro il caro energia.
Le ultime notizie confermano poi i nuovi orientamenti di lavoro: negli ultimi giorni, sarebbe, infatti, emersa la volontà di concentrarsi su interventi specifici nella prossima Legge di Bilancio relativi a caro energia e taglio del cuneo fiscale, per contestuali aumenti degli stipendi, senza dimenticare le misure contro il caro carburanti che saranno ancora necessarie. Difficilmente, dunque, ci saranno interventi sulle pensioni.
Con particolare riferimento alle pensioni, nel Dpb non è emerso nulla né in riferimento ad aumenti delle pensioni né in riferimento a novità per uscite anticipate. Non si saranno, ancora una volta, nella nuova Manovra non novità importanti e strutturali per le pensioni se non interventi minimi, come un allargamento ulteriore dell’ape social o una stabilizzazione di opzione donna.
Ma resta da capire come si lavorerà sull’aumento delle pensioni, considerando che dal primo gennaio 2023 comunque le pensioni dovrebbero aumentare per effetto della rivalutazione automatica che scatta ogni anno.
All’indomani della rivalutazione anticipata al 2% fino a dicembre 2022, da gennaio 2023 si attendono aumenti per la classica rivalutazione annuale che, seguendo l’andamento dell’inflazione, dovrebbe essere al 10%. Tuttavia, una rivalutazione delle pensioni al 10% presupporrebbe l’impiego di troppe risorse, che al momento non ci sono per cui gli scenari che potrebbero aprirsi sono diversi.
La strada migliore per i pensionati sarebbe certamente quella di una rivalutazione delle pensioni 2023 al 10%, che riuscirebbe a garantire aumenti importanti degli assegni, ma che, al contempo, costerebbe decisamente troppo, in alternativa si potrebbe prevedere: