Quali sono i possibili margini di intervento sulle pensioni che emergono dalla Nadef: possibili novità per aumento pensioni e uscite anticipate
Quali sono le prime indicazioni ufficiali nel documento Nadef per aumento pensioni e uscita anticipata? In vista della presentazione ufficiale della nuova Manovra Finanziaria, è stata presentata la Nadef, nota di aggiornamento al Def, con i primi dati e numeri indicativi per l’impiego dei miliardi di euro a disposizione, generalmente definita da tecnici, e che preannuncia le misure definitive che potrebbero essere ancora inserite nella nuova Manovra. Diverse le indicazioni fornite, poche, decisamente, se non pochissime, sulle pensioni. Vediamo quali sono.
Ricordiamo, infatti, che il 31 dicembre 2022 si esaurisce anche la quota 102, che quest’anno ha sostituito la quota 100, che permette ancora fino a fine anno di andare in pensione prima a 64 anni ei età e con 38 anni di contributi, e che non sarà prorogata, per cui da gennaio si torna alla Legge Fornero piena e ad andare, dunque, in pensione di vecchiaia a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi o in pensione anticipata ordinaria a 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e a indipendentemente dall’età.
Le risorse disponili più che per la definizione di piani di uscita anticipata dovranno essere innanzitutto impiegate per l’aumento delle pensioni e per continuare a dare ai pensionati maggiore potere di acquisto contro l’inflazione crescente anche il prossimo anno, dopo l’anticipo della rivalutazione al 2% da ora e fino a fine anno. E solo per la rivalutazione delle pensioni nel 2023 si stima la necessità di 10miliardi di euro da investire, considerando che probabilmente la rivalutazione delle pensioni sarà del 10%, per adeguamento all’andamento dell’inflazione, o forse leggermente inferiore ma comunque più alta dell’attuale indice.
E tutto è ancora in forse su quanto e come si potranno aumentare le pensioni nel 2023 alla luce dell’andamento dell’inflazione e relativa rivalutazione pensionistica da applicare. E bisognerà ben valutare quante risorse economiche e come investirle per le pensioni, considerando che la spesa pensionistica, a causa del caro vita, come riportato già nel Def di aprile, era già più alta rispetto ai 296,5 miliardi ipotizzati per il 2022 del +7,4%. E la previsione di spesa con la Nadef tende a salire ancora.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, dunque, il 2023 non sarà ancora l’anno di una nuova riforma delle pensioni strutturale ma probabilmente, se ci saranno, saranno solo e ancoranovità pensioni tampone.
Tra le ipotesi al momento in ballo ci sono, infatti: