Quali sono le sei nuove possibilità in discussione per andare in pensione anticipata il prossimo anno: cosa prevedono ipotesi in ballo e aumenti attuali
Quali sono le nuove 6 possibilità per pensione anticipata nel 2023? La questione pensionistica torna ad essere al centro del dibattito politico e si discute tra uscite anticipate, mentre gli aumenti delle pensioni sono iniziati per alcuni a Novembre e Dicembre pur rimanendo l'incognita di come sarà la rivalutazione da Gennaio 2023. Vediamo quali sono le ultime novità per le pensioni in discussione.
Nella nuova Legge di Bilancio non ci sarà spazio per una vera e propria riforma delle pensioni, ma ci saranno solo interventi minimi e forse una nuova misura per permettere ai lavoratori di andare in pensione prima: si tratta dell’opzione uomo o opzione tutti che potrebbe affiancare opzione donna e ape social o sostituire completamente opzione donna e valere per tutti.
L’opzione uomo o opzione tutti riprenderebbe i requisiti di opzione donna: vale dire andare in pensione a 58-59 anni di età (ma si parla anche di aumentare l’età a 60-61 anni) con 35 anni di contributi, accettando di calcolare la pensione finale solo con sistema contributivo, che potrebbe comportare tagli dell’assegno finale tra il 10 e il 30%.
Tra le ipotesi in ballo per la pensione anticipata 2023 c’è anche la quota 102 flessibile, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione prima dai 60 anni in poi e fino ai 66, insieme a contributi fra 35 e 41 anni.
Spunta ora anche la proposta di quota 103: si tratterebbe di una sorta di quota 41 con 61 o 62 anni di età e senza alcuna penalizzazioni. In questa caso, l’età minima per andare in pensione con quota 41 potrebbe essere di 62 anni. Dunque, con la quota 103 rimarrebbero 41 anni di contributi per tutti, ma con un limite di età da rispettare differente.
Per andare in pensione anticipata nel 2023 potrebbero essere prorogate ape social e opzione donna, senza alcuna modifica. Ciò significa che chi decide di andare in pensione con ape social, avendo requisiti e condizioni per usufruire di questa possibilità di uscita prima a 63 anni.
In particolare, l’Ape social anche il prossimo anno varrà sempre per le stesse categorie di persone considerate svantaggiate che nel dettaglio sono:
Altre possibilità per andare in pensione anticipata nel 2023, come già anticipato da tempo, sono quelle di proroga di ape social e di opzione donna.
Opzione donna se confermata dovrebbe mantenere gli stessi requisiti vigenti, permettendo alle donne lavoratrici sia dipendenti che autonome di anticipare l’uscita dal lavoro a condizione di maturare i seguenti requisiti:
I contributi validi ai fini del raggiungimento dei 35 anni richiesti per andare in pensione con opzione donna restano:
C’è poi la quota 41 per tutti, che permetterebbe a tutti i lavoratori di andare in pensione solo con 41 anni di contributi a prescindere dal requisito anagrafico. Ciò significa che indipendentemente dall’età, si potrà andare in pensione avendo maturato 41 anni di contributi.
Nell’attesa di capire quali saranno gli effettivi sistemi che permetteranno di andare in pensione anticipata nel 2023, si continuano ad avere aumenti fino alla fine dell’anno, a novembre e dicembre.
L’aumento delle pensioni per la rivalutazione anticipata al 2% vale, infatti, fino a fine anno e si tratta di un aumento che non interessa tutti i pensionati ma solo coloro che hanno avuto nel 2021 redditi annui entro i 35mila euro.
In generale, possiamo dire che l’aumento delle pensioni per la rivalutazione porta aumenti solo di qualche decina di euro al mese, compresi tra i circa 30 euro per chi percepisce pensioni più basse e i circa 160 euro complessivi per chi percepisce pensioni più alte.
Per chi prende una pensione da 500 euro al mese, per effetto della rivalutazione anticipata al 2% avrà un aumento mensile di 10 euro per 30 euro complessivi fino a dicembre. Per chi, per esempio, prende una pensione di mille euro, l’aumento complessivo è di 60 euro fino a fine anno, mentre chi prende una pensione di 1.300 euro avrà un aumento totale di 76 euro fino a dicembre, e chi percepisce una pensione di 1.600 euro avrà un aumento di 32 euro al mese fino a dicembre 2022.
Chi prende una pensione di 1.800 euro avrà un aumento totale di 108 euro fino a fine anno e così via fino ad arrivare a 53 euro circa di aumento al mese per un totale fino a dicembre di 160 euro circa per chi prende pensioni mensili fino a 2.692 euro. Per le pensioni di importo dai 2.700 euro in poi non ci sarà alcun aumento per la rivalutazione anticipata.
Precisiamo che agli importi appena riportati rivalutati al 2% per pensionati con redditi entro i 35mila euro annui, si aggiungono ulteriori aumenti per tutti i pensionati, però, senza limiti di reddito e solo di qualche euro, per il conguaglio della pensione allo 0,2%, che scatta da novembre ma retroattivo dal primo gennaio 2022 ma che prevede aumenti irrisori di solo qualche euro.
Per esempio, per chi prende una pensione mensile di 800 euro il conguaglio sarà di circa 21 euro per un anno, per chi prende una pensione di 1.200 euro sarà di 32 euro circa complessivamente, mentre per chi prende pensioni più alte di 2mila euro, l’aumento per effetto del conguaglio annuo sarà di 52 euro e così via.
A dicembre 2022 anche la tredicesima sarà più alta perché la rivalutazione anticipata al 2% sulle pensioni interesserà anche il rateo di tredicesima, con il versamento del 2% in meno di quota contributiva e importi maggiori per i pensionati.
Per esempio, su una tredicesima di mille euro, il lavoratore avrà 20 euro in più, per una tredicesima di 1.500 euro, l’aumento sarà di 30 euro, che salgono a 34 per pensioni da 1,700 euro al mese, fino a 40 euro in più per chi prende una pensione di 2mila euro, che avrà dunque una tredicesima di 2.0440 euro, più 2.040 euro di mensilità per un totale di quasi 4.100 euro a cui aggiungere il conguaglio dello 0,2% di 48 euro per l’intero anno.
Ricordiamo anche l'articolo appena scritto riguardante le varie tipologie di pensioni e quali conguagli e arretrati avranno tra Novembre e Dicembre