Quali sono le posizioni dei diversi partiti politici per aumentare le pensioni nel prossimo 2023: proposte, convergenza e quali possibilità di realizzarsi
La rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% che porterà aumenti da ottobre a dicembre, seppur di qualche decina di euro soltanto, si esaurirà il 31 dicembre 2022 e ci si chiede quali potranno essere le nuove misure che il prossimo governo eletto metterà in atto per garantire aumenti delle pensioni contro una inflazione crescente e il caro vita.
Ad oggi non ci sono certezze di ciò che si potrà decidere e qualche novità si potrà iniziare a capire solo dopo gli esiti delle elezioni del 25 settembre prossimo. Nel frattempo, i diversi partiti avanzano proposte su come e di quanto potrebbero aumentare le pensioni nel 2023 e, a sorpresa, ci sarebbe convergenza tra tutti o quasi i partiti politici su misure da adottare. Vediamo quali sono.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, tra le proposte di aumento delle pensioni per il 2023 c’è innanzitutto quella avanzata dal centrodestra, con aumento delle pensioni minime per tutti a mille euro ma anche aumento pensioni minime, sociali e di invalidità, per cui, però, non sono state indicate cifre specifiche.
Un aumento delle pensioni a mille euro sembrerebbe creare convergenza tra quasi tutti i diversi partiti politici essendo sostenuto anche dai partiti politici di centrosinistra: secondo, infatti, Sinistra italiana-Verdi, la pensione minima non dovrebbe essere inferiore a mille euro.
Unico partito contrario a tale misure sembra essere il Pd: ufficialmente, infatti, il Pd si dice contrario all’aumento di mille euro per le pensioni minime ma si tratta di una posizione che potremmo definire poco contraria in effetti alla misura.
Lo stesso segretario del Pd Letta aveva proposto qualche tempo fa una mensilità in più per gli stipendi, per arrivare anche oltre i mille euro, e se la stessa misura dovesse valere anche per le pensioni, secondo il principio per cui stipendi e pensioni devono essere adeguati ed equiparati in modo da non creare divari tra potere di acquisto di lavoratori e pensionari, allora ecco che l’aumento per le pensioni a mille euro verrebbe sostenuta anche dal Pd.
Le novità per aumentare le pensioni nel 2023 sostituiranno l’attuale rivalutazione pensionistica anticipata del 2% che poterà da ottobre aumenti per i trattamenti mensili di qualche decina di euro, favorendo, paradossalmente, coloro che prendono importi di pensione più alti rispetto a pensioni più basse.
Dicembre sarà l’ultimo mese di calcolo della rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% e dal prossimo anno si cambierà direzione per garantire ancora aumenti ai pensionati contro l’inflazione, che continua a salire. Resta, però, l’incognita su eventuali novità per pensioni anticipate.
Il 31 dicembre 2022 si esaurisce, infatti, la quota 102, per andare in pensione prima a 64 anni di età e 38 anni di contributi e che ha sostituito la quota 100 quest’anno per permettere l’uscita anticipata a determinate categorie di persone e ape social e opzione donna, a meno di ulteriori proroghe.
Senza alcun nuovo provvedimento per andare in pensione prima, dal primo gennaio 2023 tornerà a pieno regime la Legge Fornero, per cui si tornerà ad andare solo in pensione di vecchiaia a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi e in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, a prescindere dal requisito anagrafico.
Per evitare il pieno ritorno alla Legge Fornero si era pensato ad inizio anno ad una riforma pensioni 2023 strutturale per una maggiore flessibilità in uscita, riforma che, all’indomani degli accadimenti politici internazionali, è stata rimandata a causa di impegni prioritari per cui impiegare risorse economiche e sostenere lavoratori, pensionati, famiglie e aziende contro un aumento improvviso dell’inflazione.
Ad oggi, alle soglie delle elezioni di settembre, sono diverse le proposte dei diversi partiti politici per uscite anticipate nel 2023, da quota 41 per tutti, per consentire a tutti di andare in pensione solo con 41 anni di contributi e indipendentemente dall’età, a maggiore flessibilità in uscita con penalizzazioni in base all’anno di uscita prima a proroghe ulteriori di ape social e opzione donna, che probabilmente potranno essere le uniche misure per uscita anticipata del 2023. Ma non resta che attendere l’esito delle elezioni per capire cosa il nuovo governo eletto farà effettivamente, se farà qualcosa, per uscite anticipate.