Come cambiano e per aumenti delle pensioni fino a fine anno con nuovo bonus una tantum di 150 euro: chiarimenti ed esempi
Quali sono i calcoli di aumenti di pensioni aggiornati dopo nuovo bonus 150 euro Novembre e altre decisioni? Le pensioni pronte ad aumentare per effetto di diverse novità e misure e non tutte valide per tutti i pensionati. Tra rivalutazione anticipata, bonus una tantum e conguagli, sono diversi i requisiti da soddisfare per i pensionati per avere aumenti. Vediamo quali sono e calcoli di aumento delle diverse pensioni.
Possono avere diritto al pagamento del nuovo bonus di 150 euro tutti i pensionati che percepiscono i seguenti trattamenti:
I 150 euro di bonus di novembre si aggiungono agli ulteriori aumenti delle pensioni previsti a partire dal prossimo mese di ottobre, e fino a dicembre, anche se non per tutti. A contribuire all’aumento delle pensioni fino a fine anno è la rivalutazione anticipata pensionistica al 2% valida per coloro che hanno avuto redditi nel 2021 entro i 35mila euro annui. Per chi ha dunque redditi riferiti al 2021 entro i 20mila euro gli aumenti saranno maggiori, perché al ricalcolo per la rivalutazione anticipata al 2% si aggiungeranno i 150 euro di nuovo bonus.
Per esempio, per chi prende una pensione di mille euro, la rivalutazione porterà aumenti da ottobre a dicembre di 20 euro per un totale di 60 euro a cui aggiungere 150 euro= 210 euro.
Per una pensione di 1.300 euro, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre l’aumento sarà di 26 euro al mese per un totale fino a dicembre di 76 euro più 150 euro di bonus e un aumento complessivo di pensione di 228 euro fino a fine anno.
Per chi prende una pensione di 1.500 euro, l’aumento mensile per effetto della rivalutazione anticipata al 2% è di 30 euro per un totale di 90 euro a cui aggiungere i 150 euro di novembre. Per chi prende pensioni dai 1.600 euro in su, gli aumenti pensionistici deriveranno solo dalla rivalutazione anticipata al 2%, considerando che il bonus di 150 euro vale solo per chi ha avuto un reddito annuo di 20mila euro, pari a 1.540 euro circa per 13 mensilità.
Ciò significa che, per esempio, chi prende una pensione di 1.700 euro avrà solo aumenti mensili di 34 euro per un totale di 102 euro, chi prende, invece, una pensione di 2mila euro, avrà un aumento fino a 2.040 euro, che salgono ancora a 2.652 euro per chi prende stipendi più alti di 2.600 euro. Nessun aumento per effetto della rivalutazione anticipata al 2% è invece previsto per chi prende pensioni dai 2.700 euro in sù.
Infine, c’è il conguaglio della pensione dello 0,2% che scatta, invece, da novembre, con effetto retroattivo dal primo gennaio 2022, che vale per tutti i pensionati, a prescindere da limiti reddituali, perché rappresenta la differenza di ricalcolo tra indice di rivalutazione usato quest’anno 2022 dell’1,7% e nuovo indice definitivo che è stato definito successivamente all’1,9%, ma che certamente sarà ancora rivisto il prossimo anno e decisamente all’insù, considerando l’andamento attuale dell’inflazione, destinata, tra l’altro, ad aumentare ancora.
Il conguaglio delle pensioni dello 0,2% porterà, però, aumenti davvero irrisori solo di pochissimi euro, dai 2,5 euro per chi prende pensioni più basse di 500 euro a 5 euro per chi prende pensioni da mille euro, a 7 euro per chi prende pensioni da 1.400 euro, a 10 euro per chi prende pensioni da 2mila euro e così via.