Calcolo ed esempi aumento pensioni con rivalutazione anticipata ora e come sarà nel 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come cambiano gli aumenti delle pensioni ora nel 2022 e nel 2023 in base a diverse ipotesi di intervento e fasce di reddito

Di quanto aumentano pensioni con rivalutazione anticipata ora nel 2022 e come sarà nel 2023? Per dare maggiore potere di acquisto ai pensionati contro l’inflazione alle stelle e il caro vita, il governo Draghi ha approvato il Decreto Aiuti bis con una rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% a partire dal primo ottobre per poi diventare probabilmente più sostanziosa nel 2023. Vediamo allora come cambiano le pensioni ora nel 2023 e nel 2023.

  • Calcoli di quanto aumentano pensioni con rivalutazione anticipata ora nel 2022 
  • Quanto aumentano pensioni nel 2023 con rivalutazione ufficiale 

Calcoli di quanto aumentano pensioni con rivalutazione anticipata ora nel 2022 

La rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% porterà aumenti delle pensioni di qualche decina di euro in più al mese, che complessivamente saranno compresi tra i 30-150 euro da ottobre, a seconda del reddito percepito e nemmeno per tutti. 

L’anticipo della rivalutazione delle pensioni al 2% vale, infatti, solo per coloro che hanno redditi annui entro i 35mila euro, che cioè percepiscono un trattamento pensionistico mensile pari o inferiore a 2.692 euro, per cui non ci sarà alcun aumento dell’assegno per effetto della rivalutazione al 25 per chi percepisce pensioni dai 2.700 euro in su.

Secondo alcuni calcoli effettuati, con la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2%, per esempio, chi ha una pensione da 500 euro avrà circa 10 euro in più al mese per un importo complessivo in più fino a dicembre di 30 euro, per chi prende una pensione 1.200 euro, l’importo sale fino a 1.224 euro, che diventano 2.240 euro per chi prende una pensione di 2.220, mentre si sale fino a 50 euro in più circa al mese in più per chi prende una pensione di 2.600 euro circa. 

Quanto aumentano pensioni nel 2023 con rivalutazione ufficiale 

La percentuale del 2% per la rivalutazione anticipata delle pensioni decisa nel Decreto Aiuti bis scatta da ottobre e si esaurirà il 31 dicembre 2022.

Non sarà più in vigore a partire dal 2023 e ci si chiede cosa deciderà il nuovo governo eletto (considerando che il prossimo 25 settembre sono in programma le nuove elezioni) per garantire ai pensionati gli aumenti necessari contro l’inflazione galoppante.

La certezza è che nuovi aumenti delle pensioni ci saranno comunque per effetto della rivalutazione automatica che sempre scatta ogni anno e con indici differenti in base al diverso andamento di economica e inflazione, per cui il prossimo anno necessariamente dovrà adeguarsi all’andamento attuale inflazionistico. 

Ogni anno, infatti, scatta la rivalutazione automatica delle pensioni e si era deciso dal primo gennaio 2023 di effettuare la rivalutazione automatica delle pensioni con indice pari all’1,9%.

Quest’anno 2022 la normale rivalutazione automatica delle pensioni, prima della decisione della rivalutazione anticipata da ottobre, è avvenuta su un indice dell’1,7% e per il prossimo anno era stato fissato un indice più alto, all’1,9%, con gli importi da rivalutare differentemente in base alle diverse percentuali di rivalutazione stabilite dalla legge che sono:

  • 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 2062 euro lordi);
  • 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo (fino a 2577,90 euro);
  • 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo (importi lordi oltre 2.577,90 euro). 
La rivalutazione delle pensioni dal primo gennaio 2023 all’1,9% sarebbe per tutti i pensionati, senza alcun limite di reddito. Ma, considerando la situazione attuale economica e dell’inflazione, l’ipotesi per il 2023 potrebbe essere o quella di prorogare l’attuale percentuale del 2% per tutti e non solo per chi ha redditi entro i 35mila euro annui, o di lasciare l’indice di rivalutazione all’1,9%, garantendo sempre poche decine di euro in più al mese ai pensionati anche se si tratta di un indice basso rispetto all’attuale inflazione (all’8% circa ma in salita), o, addirittura, di aumentarla fino al 3,9%, frutto della somma del 2% più un 1,9%, ma solo ed esclusivamente per chi ha redditi più bassi.

Per fare qualche esempio di calcolo concreto di quanto potrebbero aumentare le pensioni nel 2023 a seconda delle diverse ipotesi, lasciando l’indice all’1,9%, chi prende una pensione di 8,50 euro in più quest’anno, prenderà circa 9,50 euro in più il prossimo anno, che salirebbero a 10 euro pieni con rivalutazione al 2% e fino a 19,50 euro nel caso di rivalutazione al 3,9%.

Chi percepisce una pensione di mille euro, con la rivalutazione all’1,7% di quest’anno prende 17 euro in più che salirebbero a 19 euro con rivalutazione all’1,9%, a 20 euro con rivalutazione al 2% e fino a 39 euro con rivalutazione al 3,9%.

Chi prende una pensione da 1.600 euro per quest’anno, all’inizio, per effetto della rivalutazione all’1,7% ha avuto 27,20 euro in più che diventeranno 30,40 euro nel 2023 con rivalutazione all’1,9%, o 32 euro in più con rivalutazione al 2% e fino a 62,4 con rivalutazione al 3,9% e così via.

Secondo le ultime notizie, è anche possibile che venga introdotto un nuovo elemento strutturale di aumento delle pensioni per permettere ai pensionati di avere più soldi, aumento che si affiancherebbe all’aumento che certamente sarà definito per le pensioni di invalidità, seppur di qualche decina di euro ancora.