Aumento pensioni stipendi Ottobre tante tasse pagare
Aumentano in maniera irrisoria pensioni e stipendi solo di qualche decina di euro a fronte di migliaia di euro di tasse da pagare: calcoli
Si preparano ad aumentare pensioni e stipendi dal prossimo mese di ottobre 2022 per effetto dei provvedimenti decisi con il Decreto Aiuti bis ma nessun aumento che possa essere anche solo lontanamente paragonato al bonus da 200 euro una tantum di luglio che si voleva venisse prorogato fino a fine anno.
Stando, infatti, ad alcuni calcoli eseguiti, pensioni e stipendi da ottobre aumenteranno solo di qualche decina di euro al mese e solo fino a fine anno. E si tratta di aumenti che non serviranno, però, a molto considerando le tante tasse da pagare all’orizzonte per milioni di italiani. Vediamo allora calcoli di aumento pensioni e stipendi da ottobre 2022 e tasse da pagare.
Per aumentare le pensioni il Decreto Aiuti bi ha, infatti, approvato la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% mentre per aumentare gli stipendi ha previsto una decontribuzione e sempre al 2%.
Sia per pensioni che per stipendi, i provvedimenti approvati valgono solo per coloro che hanno redditi annui entro i 35mila euro, vale a dire per coloro che percepiscono redditi mensili (di pensione o da lavoro) pari o inferiore a 2.692 euro, escludendo pertanto dalla misura chi percepisce dai 2.700 euro in su.
La rivalutazione anticipata delle pensioni 2022 per chi ha redditi entro i 35mila euro cesserà il 31 dicembre 2022.
Stando ai calcoli effettuati, per effetto di rivalutazione anticipata delle pensioni e decontribuzione in busta paga al 2%, pensioni e stipendi aumenteranno solo di qualche decina di euro al mese per arrivare ad aumenti complessivi, fino a fine anno, compresi tra i 40 euro circa e i 200 euro circa con, sottolineiamo, aumenti maggiori per chi ha redditi più alti paradossalmente.
Gli aumenti che scatteranno da ottobre 2022 per pensioni e stipendi non serviranno a pensionati e lavoratori per avere ‘maggiori risorse’ da spendere, in primo luogo perché si tratta di aumenti irrisori, perché con qualche decina di euro in più, per esempio 15-20 euro al mese, non troppo si può certamente fare, e in secondo luogo perché contestualmente all’aumento irrisorio di pensioni e stipendi, aumentano in maniera sproporzionata le tasse da pagare. E sono tante all’indomani dell’estate.
Tra scadenze fiscali, bollette idi luce e gas in rialzo, pagamenti di imposte Ires e Irpef, saldo Imu per proprietari di immobili (ad eccezione di prime case e relative pertinenze) e invio della dichiarazione Imu entro il prossimo 31 dicembre, ripresa del flusso delle cartelle esattoriali congelate durante la pandemia, invio della comunicazione delle liquidazioni periodiche (Lipe) dell’Iva del secondo trimestre il 30 settembre (invece del termine originario del 16 settembre), aumenti dei prezzi del carrello della spesa all’1% e scadenza (il prossimo 20 settembre) degli sconti delle accise sui carburanti, gli italiani si preparano a dover sborsare migliaia di euro. E non tutti riusciranno a pagare per mera mancanza di disponibilità.