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Cosa prevede la nuova opzione uomo per andare in pensione prima nel 2023 e calcolo e tagli assegno finale: chiarimenti
Come si calcola la pensione con opzione uomo (tutti) in base età uscita e ultimo stipendio? Si lavora alla definizione delle misure ufficiali che dovranno rientrare nella prossima Legge di Bilancio, che deve essere approvata entro la fine dell’anno per poi entrare in vigore da gennaio 2023, e sono diverse le ipotesi in ballo sulle pensioni, sia per aumentare gli assegni e sia per garantire uscite anticipate ed evitare il pieno ritorno alla Legge Fornero a partire dal primo gennaio 2023.
Le ultime notizie parlano di una nuova ipotesi di lavoro per pensioni anticipate: si tratterebbe dell’opzione uomo, di cui bisogna però ancora definire i dettagli. Vediamo cosa potrebbe prevedere.
Questo sistema permette oggi alle lavoratrici, dipendenti pubbliche e private e autonome, di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età con almeno 35 anni di contributi accettando di calcolare l’assegno pensionistico con ricalcolo contributivo, il che significa riduzione degli assegni finali che, secondo alcuni calcoli, arrivano anche fino al 30% rispetto a quanto si riceverebbe arrivando alla normale pensione di vecchiaia.
Opzione uomo (tutti) riprenderebbe i requisiti di opzione donna, permettendo così anche ai lavoratori e non solo alle lavoratrici di andare in pensione a 58-59 anni con 35 anni di contributi, a condizione di accettare di calcolare la pensione finale esclusivamente con calcolo contributivo e ciò significherebbe, anche in tal caso chiaramente, un taglio dell’assegno finale che, in base agli anni di lavoro precedenti al 1995, potrebbe oscillare dal 10 al 30%.
Tuttavia, è anche possibile che con opzione uomo (tutti) l’età per andare in pensione salga a 60-61 anni, rispettivamente, per lavoratori dipendenti o autonomi.
Stando a quanto appena spiegato, andare in pensione on opzione uomo/opzione tutti comporterebbe un taglio medio dell’assegno finale di pensione del 20%, considerando che andrebbe dal 10 al 30%, in base a età di uscita e stipendio percepito dai lavoratori.
Per fare un esempio pratico di calcolo della pensione finale con opzione uomo, prendendo il caso di un lavoratore dipendente nato nel 1965 che ha iniziato a lavorare e versare contributi nel 1987 con uno stipendio netto di 2.500 euro, potrebbe andare in pensione a 58 anni, invece che a 67 anni di età, accettando però una pensione inferiore rispetto a quella che avrebbe andando regolarmente in pensione di vecchiaia: 1.290 euro circa invece di 1860 euro netti.
Anche ai fini del calcolo della pensione con opzione uomo, i contributi da considerare sono i contributi obbligatori, i contributi volontari, i contributi da riscatto, da ricongiunzione, e i contributi figurativi; mentre non sarebbero ancora considerati i contributi figurativi per disoccupazione e malattia.