Come cambiano gli aumenti delle pensioni con diverse percentuali di rivalutazione in ballo: calcoli in base a differenti ipotesi
A chi sarà applicata una rivalutazione pensione del 1,9%, 2%, 3,9% o del 10%? La rivalutazione delle pensioni è un meccanismo che scatta automaticamente ogni anno adeguando gli importi dei trattamenti pensionistici sulla base dell'indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Ciò significa che gli importi delle pensioni vengono adeguate all’aumento dell’inflazione.
Ogni anno il Ministero dell’Economia e il Ministero del Lavoro, sulla base dei dati Istat sull’inflazione, decidono la percentuale da applicare per la rivalutazione delle pensioni. Vediamo di seguito calcoli di rivalutazione delle pensioni con le diverse percentuali oggi al vaglio per il prossimo anno.
Da gennaio 2023 scatta, infatti, come sempre la rivalutazione delle pensioni valida per tutti i pensionati non solo per chi ha redditi annui entro i 35mila euro, ma oggi ancora non si sa come sarà la rivalutazione e di quanto aumenteranno le pensioni.
Diverse sono le ipotesi forse in ballo per la rivalutazione delle pensioni nel 2023:
Se, infatti, la rivalutazione pensionistica fosse per tutti del 2%, per chi prende pensioni di 500 euro si avrebbero aumenti di ulteriori 10 euro per arrivare a 24 euro per pensioni mensili da 1.200 euro, a 32 euro per chi prende pensioni da 1.600 euro, 40 euro per chi prende pensioni da 2mila euro e 45 euro di aumento per chi prende pensioni da 3mila euro, considerando percentuale di rivalutazione stabilita.
Con la rivalutazione all’1,9% già fissato, gli aumenti sarebbero per tutti più bassi rispetto a quanto attualmente calcolato e per esempio per chi percepisce una pensione da 500 euro si avranno aumenti di 9,50 euro, per chi percepisce una pensione da 1.000 euro al mese si avranno aumenti di 19 euro, per chi percepisce pensioni da 1.400 euro al mese si avranno aumenti di 26,60 euro, per chi percepisce pensioni da 1.800 euro al mese si avranno aumenti di 34,20 euro, che salirebbero a 38 euro per chi percepisce pensioni da 2.000 euro al mese, fino a 50 euro circa di aumento per chi prende pensioni da 3mila euro.
Più alti sarebbero gli aumenti delle pensioni con rivalutazione pensionistica con percentuale al 3,9%, anche se non sarebbe, ancora una volta, per tutti ma solo per redditi più bassi, che presumibilmente potrebbero essere sempre quelli entro i 35mila euro annui.
Con una rivalutazione al 3,9%, le pensioni di 500 aumenterebbero di quasi 20 euro, precisamente 19,5 euro, invece dei quasi 10 attuali, mentre per chi prende pensioni da 800 euro l’aumento sarebbe di 31,2 euro, per chi prende pensioni da mille euro l’aumento sarebbe di 39 euro che salirebbero ancora a 46 euro circa per chi prende pensioni da 1.200 euro al mese e così via.
Decisamente alti sarebbero gli aumenti delle pensioni nel 2023 con rivalutazione al 10%, ipotesi però poco verosimile perché implicherebbe importi alti di aumenti a fronte di risorse che non basterebbero. Con una rivalutazione al 10% le pensioni da 500 euro arriverebbero a 550 euro, le pensioni da 800 euro arriverebbero a 880 euro, le pensioni da mille euro aumenterebbero di 100 euro, quelle da 1.400 euro di 140 euro e così via. Decisamente troppo per essere sostenibile economicamente.