Quali sono i casi in cui chi andrà in pensione nel 2023 potrà subire tagli o avere aumenti: cosa prevedono nuove norme in vigore e per chi
Chi e quando se andrà in pensione nel 2023 avrà un aumento o un taglio della pensione prevista? Andare in pensione nel 2023 prevederà una serie di novità non solo per l’età pensionabile ma anche e soprattutto per gli importi di pensione finale, non dovuti solo alla nuova rivalutazione che scatta il prossimo anno. Vediamo allora di seguito quando si avranno eventuali aumenti o tagli delle pensioni finale per chi andrà in pensione nel 2023.
Diverso è, invece, il discorso per chi andrà in pensione nel 2023 con le forme di uscita anticipata di opzione donna o quota 103. Opzione donna permetterà, infatti, ancora il prossimo anno di anticipare il momento dell’uscita dal lavoro per le donne lavoratrici dipendenti (pubbliche e private) e autonome, rispettivamente, a 58 e 59 anni e con almeno 35 anni di contributi, ma sempre accettando di calcolare la pensione finale solo ed esclusivamente con sistema contributivo, il che significherà, ancora, accettare eventuali tagli sulla pensione finale che, secondo alcune simulazioni effettuate, possono arrivare ad un massimo anche del 30% rispetto all’assegno che si riceverebbe andando in pensione di vecchiaia.
Anche chi andrà in pensione con quota 103, a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, potrebbe andare incontro a tagli delle pensioni e diciamo potrebbe perché, in realtà, non sono previste penalizzazioni per chi decide di andare in pensione prima con la nuova quota 103, ma riduzioni eventuali potrebbero derivare dal minor numero di versamenti contributivi che si effettuano.
Andando, infatti, in pensione prima a 62 anni invece che a 67 anni, si possono accumulare meno contributi che si trasformando in importi di pensione finale ridotti rispetto a quelli che si riceverebbero raggiungendo i normali requisiti richiesti per la pensione.
Chi andrà in pensione nel 2023 avrà un aumento per effetto dei nuovi coefficienti di trasformazione. Sono stati, infatti, rivisti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il calcolo dell’importo annuo lordo della pensione finale.
Il calcolo della pensione finale avviene, infatti, moltiplicando il montante contributivo, somma complessiva di tutti i contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa, per il coefficiente di trasformazione in termini percentuali.
I coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione 2022 sono i seguenti:
I nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione finale valgono solo coloro che calcolano la pensione con sistema contributivo o per quota contributiva del sistema di calcolo misto o retributivo, e non sono interessati dai nuovi coefficienti di trasformazione coloro che sono già in pensione.
Per fare un esempio di quanto aumenta l’assegno di chi va in pensione nel 2023, prendendo il caso di un lavoratore che va in pensione con un montante contributivo di 150mila euro, se va in pensione nel 2022, a 67 anni, prende 643,27 euro lordi per 13 mensilità, mentre chi andrà in pensione il prossimo anno, sempre all’età di 67 anni, avrà una pensione di 660,35 euro.
Chi decide, invece, di andare in pensione al 31 dicembre 2022 e ha accumulato un montante contributivo di 300mila euro, avrà 14.310 euro di pensione, mentre dal primo gennaio 2023 avrà 14.646 euro, cioè 336 euro in più.