Quali sono i motivi per cui gli importi delle pensioni pagati a febbraio sono minori del previsto: cosa sta realmente succedendo
Gli importi delle pensioni di febbraio erano attesi con particolare curiosità da parte di tutti i pensionati, soprattutto dopo la comunicazione Inps del via alla nuova rivalutazione pensionistica 2023 al 7,3% proprio da febbraio. Eppure sono diversi i pensionati che controllando il cedolino della propria pensione di febbraio hanno visto importi ridotti invece che aumentati.
Rispetto alle aspettative, infatti, molti pensionati lamentano importi inferiori per febbraio di circa 30-40 euro. E non mancano le proteste. Cerchiamo allora di chiarire di seguito perché gli importi delle pensioni pagati a febbraio sono spesso molto più bassi delle aspettative?
Ciò significa ricalcolare le pensioni su un indice effettivo al 5,3% e per tutti la rivalutazione avviene secondo specifiche percentuali, che per quest’anno sono state modificate dal governo Meloni.
Con la nuova Legge di Bilancio 2023, il governo Meloni ha, infatti, modificato le percentuali di rivalutazione pensionistica, portandole da tre a sei, che sono nel dettaglio le seguenti:
Si susseguono proteste da qualche giorno relative agli importi di pensione riportati sui cedolini di febbraio 2023. C’è chi lamenta di aver trovato sul cedolino di pensione di febbraio 2023 26 euro in meno rispetto a febbraio 2022, chi di aver ricevuto 40 euro in meno, chi anche 60 euro in meno, chi arriva fino a 75 euro in meno.
La spiegazione del motivo per cui gli importi delle pensioni pagati a febbraio sono risultati minori rispetto al previsto è da ricercare nel pagamento delle dovute addizionali locali, Irpef comunale e regionale.
Si tratta di imposte che vengono sempre calcolate nella pensione di tutti gli italiani ma che quest’anno, in moltissimi casi, aumentano, e sono già aumentate, riducendo, di conseguenza, gli aumenti calcolati per la rivalutazione e gli importi netti delle pensioni.
Dunque, sugli importi delle pensioni di febbraio è stata applicata la nuova rivalutazione pensionistica 2023 per aumenti, generali, da qualche decina a più di 100 euro al mese, ma, contestualmente, sono aumentate le tasse che riducono gli aumenti spettanti, fino ad azzerarli in alcuni casi.
La riduzione degli importi delle pensioni di febbraio dipende, dunque, dall’aumento delle tasse che i pensionati si ritrovano a pagare a febbraio per effetto dell’incremento delle addizionali locali Irpef, sia a livello regionale che a livello comunale, che molte regioni e Comuni hanno già alzato, aumentando quindi il prelievo fiscale sulle pensioni e riducendo l’effettivo aumento della pensione che si sarebbe dovuto ricevere per effetto della nuova rivalutazione.