Come cambiano ancora importi pensioni tra 500-3500 euro se passano emendamenti proposti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa potrebbe ancora cambiare per importi pensioni 2023 con nuovi emendamenti proposti alla Manovra: ultime notizie e chiarimenti

Come cambiano importi pensioni tra 500-3500 euro se passano gli interessanti emendamenti proposti? Le pensioni cambiano e, tra rivalutazione e revisione della tassazione, le modifiche attese potrebbero essere diverse ma anche differenti rispetto a quanto già previsto con la presentazione della nuova Manovra Finanziaria 2023 per effetto degli emendamenti alle pensioni proposti. Vediamo quali sono e cosa potrebbero cambiare. 

  • Nuova rivalutazione ufficiale 2023 già approvata
  • Per chi e quando potrebbe cambiare ancora rivalutazione pensioni 2023
  • Ulteriori modifiche: tassazione Irpef, rivalutazione rivista con indice rivisto definitivo

Nuova rivalutazione ufficiale 2023 già approvata

Le pensioni tra 500-3.500 euro si preparano a cambiare, al momento, con decisioni già approvate e senza alcuna modifica ufficiale ancora, per effetto della nuova rivalutazione automatica con indice al 7,3%. Dunque, le pensioni aumentano ma tutte le pensioni saranno interamente ricalcolate su tale indice. 

Gli aumenti dipenderanno, infatti, dai redditi percepiti e relative percentuali di rivalutazione, modificate dal governo Meloni. Le percentuali di rivalutazione pensionistica di quest’anno sono tre:
del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo fino a 2062 euro lordi;
del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo fino a 2577,90 euro;
del 75
% per gli assegni oltre cinque volte il minimo importi lordi oltre 2.577,90 euro. 

Per il prossimo anno, le percentuali di rivalutazione delle pensioni saranno nuove e saranno in particolare le seguenti:

  • al 120% per le pensioni minime;
  • al 100% per le pensioni fino a 2mila euro;
  • all’80% per le pensioni tra 2mila euro e 2.625 euro;
  • al 55% per le pensioni tra 2.626 e 3.150 euro;
  • al 50% per le pensioni tra 3.151 e 4.200 euro;
  • al 40% per le pensioni tra 4.201 e 5.250 euro;
  • al 35% per le pensioni oltre quest'ultima soglia.
Aumentano, dunque, soprattutto le pensioni più basse, proprio per agevolare chi è più in difficoltà, con aumenti variabili poi all’aumentare dell’importo di pensione normalmente percepito.

Per chi e quando potrebbe cambiare ancora rivalutazione pensioni 2023

Stando a quanto riportano le ultime notizie, sono stati presentati emendamenti alla nuova Manovra Finanziaria 2023 per modificare ancora gli importi di pensione, con la proposta di una rivalutazione piena, al 100% e non all’80%, delle pensioni fino a 5 volte oltre il minimo con un aumento fino a 2625 euro contro i 2101 attuali.

In questo caso, gli aumenti delle pensioni tra 2mila e 2.600 euro sarebbero maggiori rispetto a quanto ora previsto per il prossimo anno. Il costo della misura sarebbe di circa 250 milioni. Ora è all’esame del Mef.

Tra gli altri emendamenti alla Manovra sulle pensioni presentati in Parlamento, c’è una nuova proposta per pensionati over 75 che hanno una pensione d’importo inferiore alla soglia minima prevista dalla legge.


Con la Manovra già presentata, il governo Meloni ha già previsto un aumento delle pensioni minime per tutti i pensionati, per cui all’importo attuale di 525,38 euro si applicherà oltre alla rivalutazione del 7,3%, un’ulteriore maggiorazione dell’1,5%, che nel 2024 salirà fino al 2,7% per un importo totale di pensione minima che nel 2023 salirà fino a 572,18 euro al mese.

La nuova proposta avanzata in Parlamento mira a portare la maggiorazione dall’1,5% a poco meno del 5%, per arrivare ad un importo della pensione minima di circa 590 euro ma solo per gli over 75.

Ulteriori modiche possibili per pensioni 500-3.500 euro tra nuova tassazione e novità rivalutazione

A prescindere dalle modifiche rivalutative per le pensioni che potrebbero essere approvate con la nuova Legge di Bilancio 2023 se dovessero essere approvati alcuni emendamenti, gli importi delle pensioni tra 500-3.500 euro il prossimo anno comunque cambieranno, per effetto di possibili ulteriori modifiche Irpef, sia nazionale che locale, nonché di ulteriore revisione della rivalutazione automatica.

Partendo da quest’ultimo punto, infatti, precisiamo che la rivalutazione automatica delle pensioni con indice al 7,3% è stata definita in base all’adeguamento dell’andamento dei prezzi al consumo considerati fino ad ottobre 2022 e rappresenta dunque l’indice provvisorio di rivalutazione pensionistica. 

In corso d’anno, si procederà alla valutazione dell’andamento dei prezzi al consumo anche a novembre e dicembre, con conseguenti modifiche, certamente, per il tasso di rivalutazione delle pensioni che si potrebbe alzare dello 0,5%-1% considerando che i prezzi negli ultimi mesi dell’anno continuano a salire rispetto ai mesi scorsi e il caro vita si fa decisamente sentire.

Un ulteriore aumento dell’indice di rivalutazione delle pensioni in corso d’anno porterà a conseguenti aumenti delle pensioni per tutti i pensionati, a prescindere da limiti di reddito seppur in percentuali differenti, con conguagli da pagare entro la fine del prossimo anno.

Per quanto riguarda, invece, incidenza sulle pensioni tra 500-3.5000 euro delle modifiche Irpef, precisiamo che tali modifiche potrebbero esserci sia a livello nazionale che comunale e regionale. Entrando più nel dettaglio, il governo Meloni avrebbe intenzione di rivedere le aliquote di pagamento Irpef sui redditi, aliquote già modificate quest’anno dall’ex governo Draghi, passate da cinque a quattro.

Le cinque precedenti aliquote Irpef erano:

  • del 23% per redditi inferiori a 15 mila euro;
  • del 27% per redditi compresi tra 15mila e 28mila euro;
  • del 38% per redditi compresi tra 28mila e 55mila euro;
  • del 41% per redditi compresi tra 55mila e 75mila euro;
  • del 43% per redditi superiori ai 75mila euro.
Le nuove quattro nuove aliquote Irpef 2023 in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:
  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Il prossimo anno 2023 potrebbero diventare tre: al 23%, 27% e al 43%, ma non si sa ancora se effettivamente cambieranno tali aliquote e su quali limiti di reddito verrebbero applicate. Certamente qualsiasi modifica ci sarà in tal senso influirà sul pagamento delle tasse di chi prende pensioni tra 500-3.500 euro, perché, per esempio, pur non sapendo come saranno divisi scaglioni di reddito e fasce Irpef, ipotizzando una pensione da 3.500 euro, per un totale annuo di 45.500 euro per 13 mensilità, certamente a questa fascia di reddito di applicherebbe l’aliquota Irpef più alta che se fosse nuova sarebbe al 43% rispetto alla precedente del 35% prevedendo, dunque, un pagamento di tasse maggiori calcolate su una percentuale di ben 8 punti percentuali in più.

A tali modifiche dell’Irpef nazionale si potrebbero affiancare anche modifiche di Irpef comunale e regionale, con ulteriori cambiamenti per i pagamenti dovuti da chi ha pensioni tra 500-3.500 euro e sempre in base ai diversi scaglioni di reddito.

Il prossimo anno, infatti, Comuni e regioni avranno la possibilità di aumentare le aliquote di pagamento dell’Irpef in base alle proprie esigenze di bilancio, nei casi di difficoltà, e anche in tal caso si tratterebbe di aumenti che avrebbero effetto sulle pensioni mensili che si percepiscono.

Non si sa quali Comuni e regioni si preparano a modificare le proprie aliquote Irpef locali, probabilmente non tutte lo faranno, ma per esempio, in Lombardia sono già stati decisi cambiamenti ma solo per i redditi sopra i 75 mila euro, tutelando chi percepisce redditi bassi, compresi coloro che prendono tra 500-3.500 euro, per cui i nuovi scaglioni di reddito e le relative aliquote delle tasse regionale sono:

  • per i redditi fino a 15 mila euro, l’aliquota è dell’1,23%;
  • per i redditi tra 15 mila e 28 mila euro, l’aliquota è dell’1,58%;
  • per i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,72%;
  • per i redditi oltre i 50 mila euro, l’aliquota è dell’1,73%