Come cambiano le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità con delega fiscale approvata

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come cambiano le pensioni di reversibili

Cambiano tasse e detrazioni sulle pensioni con nuova riforma del Fisco con diversi impatti sugli importi mensili e annui percepiti

Come incidono modifiche tasse e detrazioni su pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità riforma fisco marzo? La riforma del fisco è stata confermata con l'approvazione della delega fiscale dal Parlamento il 4 agosto scorso e le tante misure incideranno sui redditi degli italiani, tra stipendi, pensioni e altre tipologie di redditi percepiti. Vediamo quale sarà l’impatto delle novità che saranno presentate su pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità.

  • Come incidono modifiche tasse su pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità con riforma fisco
  • Come cambiano pensioni minime di 500-600 euro con riforma fisco


Come incidono modifiche tasse su pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità con riforma fisco

La revisione delle aliquote Irpef che il governo si prepara a presentare e che inciderà decisamente sugli importi di pensioni di vecchiaia, reversibilità e invalidità prevede la riduzione delle attuali quattro aliquote Irpef di tassazione sui redditi a tre. Le aliquote Irpef oggi in vigore sono le seguenti:
  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La prima modifica Irpef al vaglio del governo Meloni che avrebbe impatto sulle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi prende pensioni di vecchiaia o reversibilità tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbe aumenti della pensione per effetto dell’aliquota Irpef che si riduce dal 35% al 27%. Per esempio, per redditi annui sui 35mila euro, ci sarebbe aumento di pensione di 300 euro circa.

Pagherebbero, invece, più tasse, fino a 300 euro in più, coloro che prendono redditi annui sui circa 25mila euro, cioè pensioni di reversibilità o vecchiaia di circa 1.900 euro circa, mentre non ci sarebbe alcuna modifica per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, perché resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Il secondo schema di revisione delle aliquote Irpef al vaglio del governo prevede:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, tutti i pensionati sarebbero avvantaggiati dalle nuove aliquote Irpef: chi ha redditi da 25 mila euro all’anno, cioè pensioni sui 1.900 euro pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno e chi percepisce pensioni più alte pagherebbe fino a 700 euro in meno di tasse con conseguenti aumenti degli importi pensionistici. 

Ultima ipotesi di modifica Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro, cioè chi ha pensioni mensili fino a 1.1150 euro circa, l’aliquota resterebbe al 23%, mentre si ridurrebbero le tasse con conseguenti aumenti per pensioni di chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, con aumenti maggiori per chi prende pensioni tra 3.850 euro e oltre 5mila euro al mese.

Pagherebbero, invece, più tasse coloro che hanno redditi annui tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%, implicando dunque maggiori tasse da pagare per esempio per redditi di 20-25mila euro annui, quindi per pensioni tra 1.500-1.900 euro circa.

Discorso diverso vale per le pensioni minime. Per quanto riguarda le pensioni minime, considerando che il trattamento minimo Inps per il 2023 era di 525,38 euro, con la rivalutazione è aumentato fino ad arrivare a 564,78 euro e a 600 euro solo per gli over 75 e solo per il 2023. 

Per le pensioni minime la revisione delle aliquote Irpef, qualsiasi sia lo schema approvato, non avrà alcun impatto sugli importi percepiti perché si tratta di pensioni che rientrano nella cosiddetta no tax area, vale a dire nella soglia di reddito così bassa per cui non  è previsto il pagamento di alcuna tassa.

Come incidono nuove detrazioni riforma fisco su pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità

Anche le detrazioni si preparano ad essere riviste e modificate con la nuova riforma del fisco in arrivo pur se è difficile sapere quanto potranno incidere le nuove detrazioni sugli importi di pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità.

Tutto dipende dai redditi percepiti, considerando che le ipotesi del governo di revisione delle detrazioni potrebbero prevedere detrazioni forfettizzate in percentuali differenti in base ai diversi redditi.

E’ stato, infatti, ipotizzato uno schema di revisione delle detrazioni in base ai redditi secondo le seguenti percentuali:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Chiaramente anche il calcolo delle diverse detrazioni sulle singole pensioni di vecchiaia, reversibilitrà e invalidità contribuirà a modificare eventualmente gli importi mensili, a seconda di detrazioni spettanti e in quale misura.