Come influiscono nuovi coefficienti di trasformazione e nuova perequazione su calcolo pensioni 2023 e aumenti: chiarimenti
Come cambiano le pensioni tra 500-3700 euro a causa dei coefficienti di trasformazione e perequazione? Gli importi delle pensioni tra 500-3.700 euro si preparano a cambiare dal prossimo anno sia per effetto della nuova perequazione automatica e sia per effetto della revisione dei coefficienti di trasformazione, fondamentali ai fini del calcolo della pensione finale. Vediamo allora come e per chi cambiano effettivamente gli importi di pensione il prossimo anno.
Il calcolo della pensione finale si effettua moltiplicando il montante contributivo, cioè al somma complessiva di tutti i contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa, per il coefficiente di trasformazione in termini percentuali.
I coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione 2022 sono i seguenti:
Per esempio, prendendo il caso di un lavoratore che va in pensione con un montante contributivo di 150mila euro, se va in pensione a 67 anni nel 2022, ha una pensione di 643,27 euro lordi per 13 mensilità, mentre se andrà in pensione il prossimo anno, sempre all’età di 67 anni, avrà una pensione di 660,35 euro.
Chi decide, invece, di andare in pensione al 31 dicembre 2022 e ha accumulato un montante contributivo di 300mila euro, avrà 14.310 euro di pensione, mentre dal primo gennaio 2023 avrà 14.646 euro, cioè 336 euro in più.
Precisiamo che i nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione finale valgono solo per coloro che calcolano la pensione con sistema contributivo o per quota contributiva del sistema di calcolo misto o retributivo. Non sono interessati dalle modifiche ai coefficienti di trasformazione delle pensioni coloro che sono già in pensione.
Cambiano poi le pensioni 2023 tra 500-3.700 euro per effetto della perequazione automatica a partire dal primo gennaio 2023 calcolata su indice al 7,3%. Si tratta, precisiamo, dell’indice provvisorio di rivalutazione, considerando che è stato definito sulla base dell’andamento dei prezzi accertati dall’Istat ad ottobre 2022, per cui nel corso dell’anno ci sarà un adeguamento all’andamento dei prezzi anche a novembre e dicembre 2022 e, considerando l’aumento palese del caro vita, aumenterà anche l’indice di rivalutazione, probabilmente tra lo 0,4%-0,5% e l’1%, prevedendo ulteriori aumenti delle pensioni che riceveranno conguagli in corso d’anno.
Tuttavia, la perequazione al 7,3% non sarà piena per tutti, innanzitutto considerando gli acconti già ricevuti fino al 31 dicembre 2022 per la rivalutazione anticipata al 2% per pensioni fino a 2.692 euro al mese (per redditi entro i 35mila euro annui) e poi per le nuove percentuali di rivalutazione differenti in base ai redditi.
Da gennaio 2023 le percentuali di rivalutazione delle pensioni in base agli scaglioni di reddito passeranno da tre a sei. Le attuali percentuali di rivalutazione delle pensioni sono tre e sono del:
Si riduce, invece, l’aumento per chi prende pensioni più alte sui 3mila euro, che si attesterà sui 116 euro mensili per un totale annuo di 1.500 euro, mentre per chi prende pensioni da 3.500 euro, l’aumento mensile con le nuove aliquote sarà di circa 102 euro, mentre per chi prende pensioni da 3.700 euro al mese, l’aumento per la perequazione sarà di 127 euro circa.