Come cambiano pensioni di 500-3700 euro per coefficienti di trasformazione e perequazione 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come cambiano pensioni di 500-3700 euro

Come influiscono nuovi coefficienti di trasformazione e nuova perequazione su calcolo pensioni 2023 e aumenti: chiarimenti

Come cambiano le pensioni tra 500-3700 euro a causa dei coefficienti di trasformazione e perequazione? Gli importi delle pensioni tra 500-3.700 euro si preparano a cambiare dal prossimo anno sia per effetto della nuova perequazione automatica e sia per effetto della revisione dei coefficienti di trasformazione, fondamentali ai fini del calcolo della pensione finale. Vediamo allora come e per chi cambiano effettivamente gli importi di pensione il prossimo anno.

  • Come cambiano pensioni tra 500-3.700 euro con nuovi coefficienti di trasformazione
  • Nuova perequazione 2023 e calcoli per aumenti pensioni tra 500-3.700 euro


Come cambiano pensioni tra 500-3.700 euro con nuovi coefficienti di trasformazione

Cambiano le pensioni tra 500-3.700 euro nel 2023 per effetto dei nuovi coefficienti di trasformazione 2023 del montante contributivo, percentuali stabilite dalla legge che al momento della domanda del pensionato in base ad età e contributi versati permettono di calcolare l’importo annuo lordo della pensione finale. 

Il calcolo della pensione finale si effettua moltiplicando il montante contributivo, cioè al somma complessiva di tutti i contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa, per il coefficiente di trasformazione in termini percentuali.

I coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione 2022 sono i seguenti:

  • 4,186% per chi va in pensione a 57 anni;
  • 4,289% per chi va in pensione a 58 anni;
  • 4,399% per chi va in pensione a 59 anni;
  • 4,515% per chi va in pensione a 60 anni;
  • 4,639% per chi va in pensione a 61 anni;
  • 4,770% per chi va in pensione a 62 anni;
  • 4,910% per chi va in pensione a 63 anni;
  • 5,083% per chi va in pensione a 64 anni;
  • 5,220% per chi va in pensione a 65 anni;
  • 5,391% per chi va in pensione a 66 anni;
  • 5,575% per chi va in pensione a 67 anni.
  • 5,722% per chi va in pensione a 68 anni;
  • 5,985% per chi va in pensione a 69 anni;
  • 6,15% per chi va in pensione a 70 anni;
  • 6,466% per chi va in pensione a 71 anni.
 
I nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il 2023 saranno più alti dei precedenti tra il 2,01 e il 2,92% nella fascia di età 57-71 anni e ciò significa che chi andrà in pensione a partire dal prossimo anno avrà un aumento della quota contributiva della pensione compreso tra il 2 ed il 3% al netto degli altri elementi da considerare. 

Per esempio, prendendo il caso di un lavoratore che va in pensione con un montante contributivo di 150mila euro, se va in pensione a 67 anni nel 2022, ha una pensione di 643,27 euro lordi per 13 mensilità, mentre se andrà in pensione il prossimo anno, sempre all’età di 67 anni, avrà una pensione di 660,35 euro.

Chi decide, invece, di andare in pensione al 31 dicembre 2022 e ha accumulato un montante contributivo di 300mila euro, avrà 14.310 euro di pensione, mentre dal primo gennaio 2023 avrà 14.646 euro, cioè 336 euro in più. 

Precisiamo che i nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione finale valgono solo per coloro che calcolano la pensione con sistema contributivo o per quota contributiva del sistema di calcolo misto o retributivo. Non sono interessati dalle modifiche ai coefficienti di trasformazione delle pensioni coloro che sono già in pensione.

Nuova perequazione 2023 e calcoli per aumenti pensioni tra 500-3.700 euro

Cambiano poi le pensioni 2023 tra 500-3.700 euro per effetto della perequazione automatica a partire dal primo gennaio 2023 calcolata su indice al 7,3%. Si tratta, precisiamo, dell’indice provvisorio di rivalutazione, considerando che è stato definito sulla base dell’andamento dei prezzi accertati dall’Istat ad ottobre 2022, per cui nel corso dell’anno ci sarà un adeguamento all’andamento dei prezzi anche a novembre e dicembre 2022 e, considerando l’aumento palese del caro vita, aumenterà anche l’indice di rivalutazione, probabilmente tra lo 0,4%-0,5% e l’1%, prevedendo ulteriori aumenti delle pensioni che riceveranno conguagli in corso d’anno. 

Tuttavia, la perequazione al 7,3% non sarà piena per tutti, innanzitutto considerando gli acconti già ricevuti fino al 31 dicembre 2022 per la rivalutazione anticipata al 2% per pensioni fino a 2.692 euro al mese (per redditi entro i 35mila euro annui) e poi per le nuove percentuali di rivalutazione differenti in base ai redditi. 

Da gennaio 2023 le percentuali di rivalutazione delle pensioni in base agli scaglioni di reddito passeranno da tre a sei. Le attuali percentuali di rivalutazione delle pensioni sono tre e sono del:

  • 100% per pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi;
  • 90% per pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi;
  • 75% per pensioni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi.
Le nuove sei percentuali di perequazione 2023 per le fasce di reddito definite dal governo Meloni sono le seguenti:
  • del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili.
  • dell'85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, pari a 2.626 euro lordi al mese;
  • del 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • del 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • del 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • del 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
Con queste nuove percentuali di rivalutazione, chi prende, per esempio, una pensione di 900 euro avrà un aumento di 48 euro circa, chi prende una pensione di mille euro avrò un aumento di 53 euro circa, mentre chi prende una pensione di 1.200 euro avrà un aumento di circa 69 euro al mese, considerando anche l’acconto del 2% già ricevuto, mentre per chi prende una pensione di 1.600 euro l’aumento mensile sarà di circa 85 euro al mese che salgono a 106 euro per chi prende pensioni di 2mila euro.

Si riduce, invece, l’aumento per chi prende pensioni più alte sui 3mila euro, che si attesterà sui 116 euro mensili per un totale annuo di 1.500 euro, mentre per chi prende pensioni da 3.500 euro, l’aumento mensile con le nuove aliquote sarà di circa 102 euro, mentre per chi prende pensioni da 3.700 euro al mese, l’aumento per la perequazione sarà di 127 euro circa.