come funziona opzione tutti quota 103 bonus
Come cambiano e quali sono le ipotesi pensioni per il 2023 proposte dal nuovo governo Meloni: ecco cosa prevedono le possibili novità
Come funziona Opzione tutti, quota 103 (o 102) e bonus per chi rimane di più al lavoro del nuovo Governo Meloni? Il capitolo pensioni continua ad essere decisamente importante e, pur avendo consapevolezza del fatto che nella prossima Legge Finanziaria 2023 non ci potranno essere novità pensioni strutturali che rivedano completamente l’attuale legge pensioni Fornero, si lavoro a ulteriori modifiche che impediscano il pino ritorno alla Legge Fornero da gennaio 2023.
Come ben noto, infatti, il 31 dicembre 2022 si esaurisce la quota 102, che quest’anno ha sostituito la quota 100 per andare in pensione prima a 64 anni di età e almeno 38 di contributi, e servono nuove misure per evitare dal primo gennaio 2023 un nuovo scalone per l’uscita, considerando che i normali requisiti per andare in pensione di vecchiaia sono di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Vediamo allora quali sono le ipotesi di novità pensione anticipata su cui sta lavorando il governo Meloni.
L’opzione tutti riprenderebbe i requisiti di opzione donna: vale dire la possibilità di andare in pensione a 58-59 anni di età, anche se si parla di aumentare l’età pensionabile a 60-61 anni, con 35 anni di contributi, accettando di calcolare la pensione finale solo con sistema contributivo, che potrebbe comportare tagli dell’assegno finale tra il 10 e il 30%.
Non solo opzione tutti per andare in pensione prima nel 2023: stando a quanto riportano le ultime notizie, i tecnici dell’esecutivo starebbero lavorando su un pacchetto di misure da 1,5-2 miliardi, che insieme a opzione donna e proroga di ape social, potrebbe includere anche una proroga della quota 102 anche per il prossimo anno o una quota 103, per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi.
Tuttavia, in ballo ci sarebbero anche nuovi bonus per chi rimane a lavoro: si parla, infatti, di una proposta della Lega che prevederebbe una decontribuzione totale, per aumentare lo stipendio e favorire la permanenza al lavoro di alcune categorie di lavoratori, soprattutto del settore pubblico, oltre i requisiti di pensionamento.
La decontribuzione sarebbe, però, selettiva, non per tutti, per evitare l’impiego di ingenti risorse, e dovrebbe interessare innanzitutto i medici, gli operatori sanitari e poi i lavoratori di specifiche categorie che pur avendo i requisiti per andare in pensione decidono, invece, di rimanere a lavoro per più tempo. Si tratta, però, di una ipotesi ancora da definire in maniera effettiva e concreta per poter eventualmente diventare misura certa.