aumenti pensioni non presenti cedolino gennaio 2023
Non c'è l'aumento delle pensioni nel cedolino di gennaio 2023: i motivi, ultime notizie e chiarimenti
Deve essere approvata entro la fine dell’anno la nuova Manovra Finanziaria 2023 comprendente alcune misure che scatteranno in automatico dal primo gennaio 2023 e altre che, per essere effettivamente in vigore, avranno bisogno del relativo decreto attuativo. Dunque, l’aumento delle pensioni tra 500-4.000 euro non sarà probabilmente presente nel cedolino di gennaio.
Il cedolino della pensione riporta diverse voci che permettono al pensionato di conoscere l’importo della sua pensione mensile al netto delle diverse trattenute fiscali. Entrando più nel dettaglio, il cedolino della pensione Inps che si riceve ogni mese riporta i seguenti dati di ogni pensionato:
A giorni l’Inps dovrebbe rendere disponibile il cedolino delle pensioni di gennaio 2023 e non saranno presenti gli aumenti previsti né per chi prende pensioni né per gli altri pensionati.
Gli aumenti delle pensioni di cui ancora si parla per la conferma definitiva non saranno disponibili sul cedolino della pensione di gennaio 2023 perché l’Inps non ha potuto elaborare gli aumenti per pensioni tra 500-4000 euro per il ricalcolo annuo delle pensioni mancando le ufficialità effettive delle misure. Si procederà, dunque, con conguagli da parte dell’Inps tra marzo e aprile con pagamento degli arretrati dovuti.
Si attendono, infatti, gli aumenti ufficiali per il ricalcolo delle pensioni sul nuovo indice 2023 del 7,3%, ricalcolo che, secondo le ultime notizie, dovrebbe avvenire sulle nuove percentuali 2023 che sono:
Salta, dunque, rispetto alla prima ipotesi di nuove percentuali per il ricalcolo delle pensioni 2023 la perequazione pensionistica al 120% delle pensioni più basse fino a 2mila euro tornando al 100%.
Ciò significa che gli aumenti attesi per chi prende pensioni minime di 500 euro e per chi prende pensioni più alte, fino a 4mila euro, che avrà comunque aumenti inferiore, non arriveranno a gennaio ma saranno pagati nei mesi successivi, entro forze marzo, con calcolo dei dovuti arretrati sulla base di nuove percentuali e nuovo indice di perequazione ufficiali.