Contributi versati possono ritirare scelta funziona
Ritirare prima del raggiungimento della pensione i propri contributi versati e reinvestirli: cosa accade fuori dall’Italia e il nostro problema dei contributi silenti
Ritirare i contributi previdenziali versati per reinvestirli: si tratta di una scelta che fuori dai confini della nostra Italia, sempre alle prese con importanti problemi pensionistici, sembra stia funzionando. Vediamo come funziona il meccanismo che permette di ritirare i contributi versati.
Dal 2015, con l’entrata in vigore della nuova riforma delle pensioni inglese, nel Regno Unito dal compimento dei 55 anni ogni lavoratore ha la possibilità di ritirare tutto il montante contributivo versato nel corso della propria vita lavorativa con la facoltà di decidere se spendere i soldi dei contributi versati come meglio crede, avendo così a disposizione liquidità maggiore, o reinvestirli.
In particolare, il sistema britannico prevede che chi decide di ritirare tutti i propri contributi previdenziali non riceva a fine carriera l’assegno pensionistico mensile e sull’intera somma che ritira un quarto è esente da tassazione mentre i restanti tre quarti sono sottoposti alla tassazione del 40% che però può diminuire se ci sono delle particolari esigenze che il neo-pensionato illusta al sistema pensionisti inglese. Ciò significa che, per esempio, chi ha un montante contributivo di 200mila sterline ne riceve 50mila esentasse mentre sulle altre 150mila deve pagare circa 53.600 di imposte.
Si tratta di una scelta che, stando a quanto riportano le ultime notizie, sta funzionando e non ha impoverito le casse previdenziali, anche grazie alla tassazione al 40%. (ma come detto, modulato, in base alle esigenze)
Una scelta, anche il fatto di ritirare una parte dei contributi che, secondo statistiche appena uscita, aiuta la crescita dell'economia inglese dando spinta ai consumi.
Nel frattempo in Italia le ultime notizie raccontano una storia del tutto diversa dove, invece, protagonisti sono i cosiddetti contributi silenti, che, al contrario, fano perdere soldi e pensioni. Ci sono, infatti, persone che versano contributi per qualche anno soltanto e poi si ritrovano con gli stessi contributi persi. Si tratta dei cosiddetti contributi silenti, quelli cioè versati ma che risultano inutili al fine del raggiungimento della pensione e di cui non si può chiedere nemmeno restituzione.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Inps, infatti, restituire tutti i soldi versati per i contributi silenti significherebbe sborsare troppi soldi che metterebbero a rischio la tenuta stesso dell’Istituto. E per questo motivo coloro che hanno versato, per esempio, solo 4 o 5 anni di contributi, si ritrovano con soldi persi ma ben lontani dal poter andare in pensione.