Ecco come è andato l'incontro di ieri sulle pensioni tra Governo-Sindacati che si è teuto nel pomeriggio di maercoledì 26 Luglio.
AGGIORNAMENTO, ultime notizie e novità su incontro di ieri sulle pensioni (mercoledì 26 Luglio) tra Governo-Sindicati, ecco il resoconto finale
Anche l’incontro (tanto atteso) di ieri mercoledì 26 luglio 2023 tra governo e sindacati per discutere di novità pensioni si è concluso con un nulla di fatto, come espresso dai sindacati.
Secondo quanto spiegato dalla segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione al termine dell’incontro, il governo non è stato in grado di dare alcuna risposta sulle misure in discussione per una maggiore flessibilità in uscita, ma ha anche ribadito l’intenzione di voler ancora rilanciare, insieme a tutte le forze sociali, sull’uscita anticipata a 62 anni di età, sull’uscita con 41 di contributi a prescindere dall’età, sul pieno riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti e del lavoro di cura.
Nulla è stato confermato né ripreso sulle quote: il governo non si esprime e probabilmente si tratta di un silenzio che dipende da una grossa difficoltà a reperire le risorse economiche necessarie per l’attuazione delle misure di uscita anticipata ipotizzate.
Si attendono ora i prossimi incontri di settembre per capire se si potrà effettivamente lavorare sulle pensioni definendo novità concrete e i sindacati si dicono già pronti ad una nuova grande mobilitazione in piazza se non si avranno ancora risposte concrete dal governo sulla questione pensioni.
Probabilmente anche nei prossimi incontri, insieme ai temi specifici già in programma da discutere, si riprenderà il tema della flessibilità dell’uscita, che per molti lavoratori appare una questione decisamente centrale e fondamentale.
Assodata, infatti, l’impossibilità di definire entro fine anno, come era stato inizialmente annunciato, una vera e propria riforma delle pensioni strutturale per mancanza di risorse economiche necessarie per una revisione totale dell’attuale legge pensionistica Fornero, e considerando che a fine anno si esaurisce la quota 103 per andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, le ipotesi di nuove uscite anticipate da riprendere saranno ancora:
Le ultime ipotesi di cui si discute, da introdurre per permettere ancora ai lavoratori che lo desiderassero di andare in pensione prima ancora il prossimo anno in attesa di una vera e propria riforma strutturale delle pensioni, partono dalla quota 41, per permettere a tutti di andare in pensione solo 41 anni di contributi e senza necessità di raggiungere alcun requisito anagrafico ma calcolando la pensione finale solo con sistema contributivo. La misura, secondo le stime, costerebbe circa 4 miliardi solo per il primo anno, ma si tratta di un costo che potrebbe ridursi considerando il calcolo completamente contributivo delle pensioni finali.
Considerando che la quota 103 si esaurirà a fine anno, il 31 dicembre 2023, altra nuova ipotesi di cui si potrebbe discutere è la possibilità di uscita anticipata con quota 96, sistema che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma non per tutti i lavoratori.
Secondo le prime anticipazioni, si tratterebbe di una possibilità valida solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
Per nuove possibilità di uscita anticipata, al vaglio del governo ci sarebbero anche:
Stando a quanto riportano le ultime notizie, sono diversi gli interventi volti al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle persone con disabilità, dalla mancanza di infrastrutture per usufruire di determinati servizi e opportunità, a carenze a livello scolastico e nell’assistenza sanitaria, a importi troppo esigui per le pensioni di invalidità.
Il nuovo decreto invalidità, che dovrebbe prendere le mosse dal recente Ddl anziani approvato, dovrebbe prevedere nuovi provvedimenti per il potenziamento di misure già in vigore per invalidi e disabili, aumenti di pensioni e indennità per invalidi e disabili e novità volte a migliorare la vita di invalidi e disabili e familiari cargiver che prestano assistenza.
Nessuna particolare novità si attende, invece, ancora per le pensioni di reversibilità.