Decreto pensioni legge domande risposte
Quali sono le novità previste per le pensioni con approvazione ufficiale del decreto: tutto quello che c’è da sapere e chiarimenti
Il decreto pensioni 2019 è stato votato in Senato e convertito ufficialmente in legge. Quali sono le misure ufficiale previste? E quali le ultime novità approvate? E quali novità non sono state approvate. Cerchiamo di rispondere a tutte le domande più frequenti che ci hanno fatto i lettori su quota 100, opzione donna ma anche pensioni anticipate.
La prima misura ufficiale approvata è la novità pensioni di quota 100, nuova possibilità di uscita che permette di andare in pensione almeno con 62 anni di età e 38 anni di contributi e spetta a tutti, sia lavoratori dipendenti privati che dipendenti statali. Tuttavia, per l’uscita sono previste diverse finestre di uscita a seconda che si tratti di lavoratori dipendenti privati o statali: per i primi, infatti, vale una finestra di tre mesi, mentre per i secondi vale una finestra di sei mesi.
La novità di quota 2019 non rappresenta una vera e propria novità di revisione dell’attuale riforma pensioni ma si tratta di una misura sperimentale della durata di tre anni. Si può andare in pensione con quota 100, cioè, fino al 2021 o nel 2022 se si maturano i requisiti nel 2021.
Le finestre per presentare domanda di pensione con quota 100 all’Inps sono due: una di tre mesi prevista per i lavoratori dipendenti privati e una di sei mesi prevista per i lavoratori dipendenti pubblici del comparto statale.
Per esempio, i lavoratori privati iscritti al Fondi dipendenti, artigiani, commercianti, gestioni sostitutive o gestione separata che decidono di andare in pensione con quota 100 devono calcolare una finestra di tre mesi e la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo alla finestra e se maturano i requisiti richiesti il 20 maggio potranno effettivamente uscire il primo settembre.
I lavoratori privati iscritti a Ipost, FS ed Ex Inpdap che decidono di andare in pensione con quota 100 devono calcolare una finestra di tre mesi e la pensione decorre dal primo giorno mese successivo alla finestra e, per esempio, se maturano i requisiti richiesti il 20 maggio potranno effettivamente uscire 21 agosto.
I lavoratori pubblici che decidono di andare in pensione con quota 100 devono calcolare una finestra di sei mesi e la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo alla finestra e se maturano i requisiti richiesti il 20 maggio potranno effettivamente uscire il primo dicembre.
Per il calcolo dell’importo della pensione finale con quota 100 non è stato ancora reso disponibile il simulatore aggiornato dell’Inps ma sono state fatte simulazioni di quanto si prende decidendo di andare in pensione prima con la quota 100.
Per esempio:
No. Chi decide di andare in pensione con quota 100 non può cumulare reddito da pensione, fino alla maturazione dei normali requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.
La nuova legge sulle pensioni proroga ufficialmente per tutto il 2019 anche l’opzione donna. Si tratta ancora della misura sperimentale che spetta a lavoratrici dipendenti e autonome, permettendo loro di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni a patto di aver maturato i 35 anni di contributi richiesti al 31 dicembre 2018 e accettando una pensione finale ridotta risultato del calcolo esclusivamente con metodo contributivo.
Calcolando la pensione finale esclusivamente con il sistema contributivo, il valore dell’assegno finale percepito da chi decide di andare in pensione con opzione donna prorogata si riduce notevolmente e la riduzione può toccare in alcuni casi anche il 30% ma molto dipende dalla storia contributiva della persona. Quindi è necessario richiedere sempre il calcoloagli enti preposti ed INPS.
Sì. L’approvazione ufficiale del decreto pensioni ha bloccato le aspettative di vita di cinque mesi per andare in pensione anticipata, cancellandoli, considerando che sono scattati dal primo gennaio 2019, per cui i requisiti di uscita per la pensione anticipata restano fermi a 42 anni e 10 mesi per uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne e indipendentemente dal requisito anagrafico.
Sì. Per l’uscita definitiva con la pensione anticipata resta fermo il raggiungimento della finestra di tre mesi. La finestra è quel periodo che intercorre tra la maturazione della pensione e l’uscita effettiva. La proposta di cancellazione della finestra trimestrale, infatti, è stata bocciata in sede di discussione degli emendamenti.
No. Nei tre mesi previsti dalla finestra per la pensione anticipata non bsogna per forza continuare a lavorare, ma in quei tre mesi non si prenderà nè pensione, nè ovviamente stipendio
No. Tra gli emendamenti al decreto pensioni 2019 bocciati in Parlamento vi sono stati anche tutti quelli che prevedevano bonus e agevolazioni per le donne per il raggiungimento delle pensioni con quota 100, opzione donna, pensione anticipata.
Tra gli emendamenti approvati al decreto pensioni vi è l’estensione della pace contributiva per 5 anni. Grazie alla pace lavorativa, i lavoratori più giovani possono riscattare fino a un massimo di 5 anni di contributi, scaricando il costo dalle tasse e, in alcuni casi, con oneri ridotti o a carico del datore di lavoro.
Possono accedere alla pace contributiva gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, o alle forme sostitutive ed esclusive, o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, o, ancora, alla gestione separata; chi non è titolare di pensione e chi non ha anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Non può, infatti, beneficiare della pace contributiva chi ha contributi versati entro il 31 dicembre 1995 e chi è iscritto solo a una o più casse professionali e non risulta iscritto a nessuna gestione dell’Inps.
Con la pace contributiva si possono riscattare, totalmente o parzialmente, i periodi compresi tra la data del primo e dell’ultimo contributo accreditato in diverse forme di assicurazione, da quella generale obbligatoria come l’assicurazione generale obbligatoria (Ago) di fondo speciale degli addetti ad attività commerciali, o gestione speciale Commercianti, fondo speciale della previdenza degli artigiani, fondo speciale dei coltivatori diretti/imprenditori agricoli professionali, coloni e mezzadri, fondi esonerativi dell’Ago; a gestioni speciali dei lavoratori delle miniere, cave e torbiere, ad esaurimento del consorzio autonomo del porto di Genova e Trieste e dei lavoratori dipendenti di ex-enti creditizi, e gestione separata ma anche di forme sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria, come Inpdap o Enpals.
Con la conversione ufficiale del decreto pensioni in legge, è stato approvato l’aumento della soglia da 30 a 45mila euro dell’erogazione del Tfs, Trattamento di fine rapporto, subito agli lavoratori statali. Ciò significa che tutti i dipendenti statali che decidono di andare in pensione con le avrie formule, percepiscono subito appena vanno in pensione la somma stabilita sena dover necessariamente attendere il raggiungimento dei normali requisiti pensionistici richiesti. L’erogazione del Tfs subito agli statali avviene grazie ad un prestito bancario e sarà lo Stato ad accollarsi il 95% del costo, mentre il 5% restante sarà a carico del pensionando.
La nuova legge pensioni prevede anche la possibilità di riscatto agevolato della laurea per gli over 45 che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Il riscatto del corso di laurea permette di valorizzare il periodo del proprio corso di studi ai fini pensionistici e può essere richiesto da tutti coloro che hanno conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato.
Stando a quanto stabilito, è possibile riscattare i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni; i diplomi di laurea di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni; i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni; i dottorati di ricerca e i titoli accademici come Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
In ogni caso, il costo del riscatto agevolato della laurea viene calcolato in base alle norme che disciplinano la liquidazione della pensione con sistema retributivo o contributivo alla luce della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto.
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