Riforma pensioni lavoro nuovo incontro 13 Luglio
Aumento stipendi con calo tasse o bonus, ma anche riforma fiscale e quella delle pensioni (molto probabilmente) nell'incontro di oggi tra Governo e Sindacati
AGGIORNAMENTO oggi martedì 12 Luglio 2022: Nonostante qualche tensione all'interno del Governo, sembra essere confemato l'incontro, molto importante, tra Governo Draghi e le principali liste di sindacati per quanto riguarda il Decreto su aumento stipendi che potrebbe essere deciso già entro fine Luglio. E non si parlerà solo di lavoro e tasse relative, ma probabilmente anche di pensioni (su due livelli, pensioni anticipate e importo pensioni)
All’indomani del nulla di fatto per novità pensioni 2023 nel nuovo Def, documento di economia e finanza che anticipa le misure ufficiali della prossima Legge di Bilancio, e dello stop, a causa di una serie improvvisi di eventi accaduti, a partire dal conflitto ucraino, dei tavoli tra sindacati e governo iniziati nei primi mesi dell’anno proprio per arrivare alla definizione di novità pensioni ufficiali per il prossimo anno, riprendono le discussioni.
E’, infatti, in programma martedì 12 luglio un nuovo incontro tra governo e sindacati, occasione per parlare di nuova riforma pensioni ma anche di novità necessarie per il lavoro. Vediamo allora quali potrebbero essere le novità in discussione per riforma pensioni e lavoro (aumento stipendi) durante il nuovo incontro tra sindacati e governo.
Probabilmente, nel corso del nuovo incontro tra sindacati e governo si parlerà di novità pensioni soprattutto in relazione alla necessità di aumentare i trattamenti mensili. E’, infatti, necessario dare maggior potere di acquisto ai pensionati a causa dell’andamento dell’inflazione, alle stesse, e del caro prezzi che ormai colpisce ogni genere di consumo.
E dare più potere di acquisto ai pensionati significa aumentare gli importi delle pensioni. Diverse sono al momento le ipotesi al vaglio del governo per arrivare ad un reale aumenti degli assegni pensionistici, come taglio del cuneo fiscale, per cui si ridurrebbero le tasse da pagare lasciando importi maggiori ai pensionati e per cui si stimano aumenti di qualche decina di euro.
Si parla, però, anche di un ulteriore bonus di 200 euro per i pensionati con redditi entro i 35mila euro annui ma, secondo le ultime notizie, anche possibile che il governo introduca un nuovo elemento strutturale di aumento delle pensioni per permettere ai pensionati di avere più soldi.
In riferimento alle pensioni, a parte gli aumenti necessari degli assegni, sindacati e governo potrebbero intavolare nuove discussioni più che su pensioni anticipate per una revisione totale dell’attuale Legge Fornero, al momento non fattibile e anche allontanata come ipotesi dall’Ue, su nuove e ulteriori soluzioni ponte per evitare il pieno ritorno alla Legge Fornero dal primo gennaio 2023, quando anche la quota 102 (che ha sostituito quest’anno la quota 100 e permette di andare in pensione a 64 anni di età e con 38 anni di contributi).
In alternativa, restarebbero in vigore per tutti gli attuali requisiti per andare in pensione di 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia.
In alternativa, si può andare in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno, 41 anni e dieci mesi di contributi, per le donne.
Passando al capitolo lavoro, esattamente come spiegato per i pensionati, al centro degli interessi di sindacati e governo c’è quello di rendere più cospicui gli stipendi dei lavoratori per dare anche loro maggiore potere d’acquisto contro l’inflazione attuale.
Per gli aumenti per lavoratori, diverse sono le ipotesi su cui il governo sembrerebbe lavorare, tra taglio del cuneo fiscale, ulteriore bonus di 200 euro al mese ma strutturale, decontribuzione, introduzione del salario minimo (di 9 euro lordi l’ora), decontribuzione per imprese, aziende e datori di lavoro che assumono, e anche ritorno alla scala mobile, meccanismo di rivalutazione automatica degli stipendi oggi che non è più in vigore nel nostro Paese ma con l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto degli stipendi.
Sembra che la soluzione migliore possa essere in tal caso quella del taglio del cuneo fiscale che, a differenza di altre misure più incerte, sarebbe in grado di assicurare ai lavoratori, secondo le stime, aumenti di 70-80 euro al mese per effetto del taglio delle tasse. Dunque, non resta che attendere di capire quali sono sia per pensioni che per lavoro gli orientamenti di governo e sindacati.