Cambiano i coefficienti di trasformazione delle pensioni per i prossimi anni con aumenti per alcuni: ecco di quanto saranno
Di quanto sarà importo pensione per chi andrà nei prossimi anni? Tra le tante novità negative che si prospettano per le pensioni, considerando che da gennaio 2023 non ci sarà una vera e propria riforma delle pensioni strutturale come si auspicava e che saranno solo ancora in vigore sistemi tampone per andare in pensione prima e che la rivalutazione pensionistica per aumentare gli importi di pensione non sarà piena e alta per tutti, si prospetta una bella novità positiva.
Cambiano, infatti, per il 2023 i coefficienti di trasformazione per le pensioni e contribuiranno ad aumentarne gli importi. Vediamo come e per chi.
Il calcolo della pensione finale, così facendo, avviene moltiplicando il montante contributivo (cioè i contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa) proprio per il coefficiente di trasformazione in termini percentuali.
I coefficienti di trasformazione del montante contributivo applicati nel 2023-2024 saranno più alti di quelli del 2021-2022, per cui nei prossimi anni chi andrà in pensione a parità di contributi accumulati avrà una pensione finale leggermente più alta rispetto a quella di chi va in pensione quest’anno.
Il motivo per cui i coefficienti del 2023-2024 saranno più alti di quelli del 2020-2021 deriva dall’aumento della mortalità e, quindi, per la della speranza di vita da attribuire alla diffusione del covid. I nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo saranno dunque più alti di quelli precedenti tra il 2,01 e il 2,92% nella fascia di età 57-71 anni.
Chi andrà in pensione nei prossimi anni avrà un aumento della quota contributiva della pensione compreso tra il 2 ed il 3% al netto degli altri fattori. Per esempio, prendendo il caso di un lavoratore che ha accumulato un montante contributivo di 150mila euro, se va in pensione nel 2022, all’età di 67 anni, ha una quota contributiva di circa 643,27 euro lordi per 13 mensilità, mentre chi andrà in pensione il prossimo anno, sempre all’età di 67 anni, avrà una pensione di 660,35 euro.
Prendendo, invece, il caso di un montante contributivo di 300mila euro al 31 dicembre 2022, se decide di andare in pensione entro il 31 dicembre all’età di 62 anni avrà14.310 euro, mentre dal primo gennaio 2023 avrà 14.646 euro, cioè 336 euro di rendita annua in più.
E con l’aumentare dell'età aumentano i rendimenti, per cui a 64 anni la differenza positiva è di 372 euro annui, a 67 anni di 444 euro, ecc.
Dunque, i nuovi coefficienti di trasformazione delle pensioni porteranno nei prossimi anni aumenti per le pensioni di qualche decina di euro in più al mese, per centinaia di euro all’anno, che poi si aggiungeranno agli aumenti previsti per la rivalutazione pensionistica.
La novità dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione finale interessa solo coloro che calcolano la pensione con sistema contributivo o per quota contributiva del sistema di calcolo misto o retributivo.
In particolare, i nuovi coefficienti di trasformazione, aumentati per effetto dell’adeguamento alla speranza di vita Istat, riguardano lavoratori che hanno parte della rendita previdenziale da calcolare con sistema contributivo, e cioè: