Doppio problema su aumento importo pensioni già previsto per legge, non c'è solo la mancata rivalutazione

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Doppio problema su aumento importo pensi

Quali sono i due grandi problemi da risolvere per aumentare effettivamente gli importi delle pensioni: chiarimenti e spiegazioni

Qual è il doppio problema su aumento importo pensioni già previsto per legge, non c'è solo la mancata rivalutazione? Se il problema della riforma delle pensioni, soprattutto per le pensioni anticipate, resta al momento tra i centrali nelle discussioni politiche, alla ricerca di soluzioni che possano garantire comunque flessibilità in uscita almeno ad alcune categorie di persone pur senza una riforma delle pensioni strutturale, importante è anche la questione degli importi delle pensioni, per cui si preannuncia un doppio problema. 

  • Non solo mancata rivalutazione
  • C’è anche il problema del nuovo tasso di rivalutazione annua da definire

Non solo mancata rivalutazione

Più che di una mancata rivalutazione, che è ciò che si teme per gli importi pensionistici, il primo problema della rivalutazione delle pensioni per il prossimo anno è relativo alle nuove percentuali rivalutative decise dal governo Meloni già per quest’anno 2023.

Le percentuali rivalutative delle pensioni sono state, infatti, modificate per il 2023 dal governo che le ha portate a sei dalle tre che erano prima in vigore. In particolare, le tre precedenti percentuali rivalutative erano le seguenti:

  • del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi;
  • del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi;
  • del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi.
Le sei nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni sono, invece, le seguenti:
  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
E’ ben evidente come con le sei nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni, non ci sarà un chiaro ed effettivo reale aumento delle pensioni anche il prossimo anno, come già accaduto quest’anno, se non per le pensioni di importo più basso e si tratterebbe, ancora una volta, di una penalizzazione per i pensionati a cui, al contrario, dovrebbero essere garantiti aumenti per assicurare un maggior potere di acquisto in un momento in cui l’inflazione continua ad essere alta e si registra un importante caro-vita.

C’è anche il problema del nuovo tasso di rivalutazione annua da definire

Ma non c’è solo la mancata rivalutazione come problema per le pensioni 2024 da affrontare: secondo problema da risolvere è relativo alla definizione del tasso di perequazione delle pensioni 2024. 

La rivalutazione delle pensioni avviene ogni anno, per legge, per adeguamento degli importi pensionistici all’andamento di inflazione e all’indice dei prezzi al consumo Istat e si tratta di adeguamenti che portano sempre ad aumenti delle pensioni proprio per dare maggiore potere di acquisto ai pensionati, ma per il prossimo anno si teme possa essere deciso un tasso rivalutativo delle pensioni 2024 più basso rispetto a quanto dovrebbe, implicando aumenti delle pensioni minori del previsto, come del resto già accaduto quest’anno.

Quest’anno 2023 è stato, infatti, calcolato un aumento delle pensioni minore rispetto al previsto per un indice di rivalutazione molto più basso di quanto avrebbe dovuto essere, visto che alla fine dello scorso 2022 l’inflazione era quasi all’11% e la rivalutazione delle pensioni non è stata al 10% o 11%, ma si è fermata al 7,3%. 

Secondo le stime, se ora l’inflazione di attesa sul 6% circa, prevedendo che possa restare sullo stesso livello entro fine anno, l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 non sarà molto probabilmente del 6% ma molto più basso, fermandosi presumibilmente al 4%, per cui gli aumenti delle pensioni saranno più bassi delle aspettative e non serviranno a dare davvero ai pensionati un maggior potere di acquisto contro un’inflazione che continua a rimanere alta nonostante si sia fortemente ridotta rispetto allo scorso anno o ai primi mesi del 2023.