Cosa ci si aspetta dai prossimi incontri sulle pensioni di questa settimana: ecco quali sono quelli in programma e novità in discussione
Quali sono i due appuntamenti molto attesi questa settimana per le modifiche pensioni in attesa delle novità ufficiali del prossimo mese di marzo? La questione previdenziale continua ad essere centrale nei nuovi progetti di lavoro del governo Meloni, nonostante si stia lavorando su misure prioritarie come riforma del fisco e riforma del lavoro.
Ma le pensioni sono una questione piuttosto complessa che merita maggiore attenzione e tempo da prestarci per riuscire a definire al meglio ogni novità che potrebbe diventare strutturale e sostituire l’attuale legge pensionistica Fornero.
In discussione probabilmente torneranno innanzitutto le misure per anticipare l’età pensionabile per tutti, uomini e donne, che i sindacati vorrebbero fissare a 62 anni e il governo a 64, sempre con 20 anni di contributi, al posto dei requisiti attualmente richiesti di 67 anni di età e 20 anni di contributi. In ogni caso, l’intenzione del governo sulle pensioni anticipate è quello di definire un percorso a tappe che garantisca la flessibilità in uscita per i lavoratori con specifici requisiti.
Governo e sindacati sarebbero poi d’accordo sulla introduzione della quota 41 per tutti indipendentemente dal requisito anagrafico ma si punta a lavorare, da entrambe le parti, e come chiaramente annunciato dal ministro del Lavoro Calderone, su misure ad hoc per donne, soprattutto con figli, e giovani, precari e con carriere discontinue, per evitare che diventino i nuovi poveri del futuro.
Per le donne, si punta anche a ulteriori modifiche per l’opzione donna, per tornare ai requisiti precedenti la Manovra 2023, con il ripristino dell’età di uscita a 58 e 59 anni in vigore fino al 31 dicembre 2022, insieme a 35 anni di contributi e indipendentemente da figli e condizione, ma validi per tutte le donne che decidessero di andare in pensione prima. Attenzione posta anche su previdenza complementare e tassazione sui fondi pensione da rendere più agevole.
Prossimo appuntamento importante per le pensioni è quello in programma sempre questa settimana, tra qualche giorno, o la massimo la prossima, del nuovo incontro con associazioni di imprese e datori di lavoro.
In questa sede, le discussioni, stando a quanto riportano le anticipazioni, dovrebbero vertere soprattutto sulle possibilità di dare maggiore copertura di contributi alle donne e ai giovani.
Nell’attesa di capire come si risolveranno i nuovi incontri della settimana relativi alla definizione di novità per le pensioni, si attende con trepidazione, e anche tanta curiosità da parte dei pensionati, il prossimo mese di marzo, quando saranno al via importanti modifiche e novità già approvate.
La prima importante novità per le pensioni di marzo è il via ufficiale alla rivalutazione pensionistica al 7,3% per tutte le pensioni. A marzo, infatti, i pensionati riceveranno i loro importi mensili rivalutati e con gli arretrati dei mesi di gennaio e febbraio.
La rivalutazione, come ben noto, non sarà piena al 7,3% per tutti, sia per gli acconti già ricevuti del 2% per la rivalutazione anticipata da ottobre a dicembre 2022 per pensioni fino a 2.692 euro lorde al mese e per cui la rivalutazione sarà al 5,3%, e sia per le nuove percentuali di rivalutazione fissate dal governo Meloni per quest’anno.
Le sei nuove percentuali di rivalutazione pensionistica 2023 sono le seguenti:
Altra importante modifica per le pensioni già ufficiale a marzo è la presentazione della nuova riforma del fisco che rivedrà, innanzitutto, le aliquote Irpef di tassazione sui redditi, che incideranno sul pagamento delle tasse e quindi sugli importi netti delle pensioni.
Se il governo Draghi lo scorso anno ha già modificato le aliquote Irpef portandola da cinque a quattro, ora il governo Meloni ha intenzione di ridurle ancora portandole a tre. Le quattro aliquote Irpef attuali in base ai diversi scaglioni di reddito sono le seguenti: