In quali casi si potrà andare in pensione tra i 58 e 62 anni e con quale importo nel 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
In quali casi si potrà andare in pension

Quando si potrà andare in pensione il prossimo anno tra 58 e 62 anni e quali sono gli importi che si riceveranno

In quali casi si potrà andare in pensione tra i 58 e 62 anni e con quale importo nel 2023? La questione previdenziale torna ad essere uno dei temi più discussi in vista della prossima Legge di Bilancio e, all’indomani del primo incontro tenutosi tra nuovo governo Meloni e sindacati, sembrano iniziare a delinearsi possibili novità pensioni per il prossimo anno, anche se non ci sarà, come si auspicava a inizio anno, una vera e propria riforma strutturale delle pensioni.

  • Andare in pensione a 58 anni con proroga opzione donna o nuova opzione tutti
  • Quota 102 o quota 103 requisiti per andare in pensione e importi

Andare in pensione a 58 anni con proroga opzione donna o nuova opzione tutti

Il governo Meloni sta lavorando alla definizione di novità pensioni per il 2023 per evitare il pieno ritorno della Legge Fornero e, stando a quanto emerge dalle ipotesi in ballo, ci sono proposte di novità pensioni che permetterebbero di andare in pensione prima tra i 58 e i 62 anni.

Si parla, infatti, della possibile proroga di opzione donna, valida per le lavoratrici, sia dipendenti pubbliche e private, che autonome, permettendo loro di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni e con 35 anni di contributi a condizione di accettare il calcolo della pensione finale esclusivamente con sistema contributivo, il che in molti casi significa avere un importo di pensione finale più basso rispetto a quello che si riceverebbe andando in pensione raggiungendo i normali requisiti della pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) o della pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne).

Le ultime notizie parlano di una nuova misura per permettere ai lavoratori di andare in pensione prima a 58 anni o 60 anni: si tratta di una nuova opzione uomo o anche opzione tutti che potrebbe affiancare opzione donna e ape social o sostituire opzione donna e valere per tutti. 

L’opzione uomo o opzione tutti riprenderebbe i requisiti di opzione donna e cioè la possibilità di andare in pensione a 58-59 anni di età, rispettivamente per lavoratori dipendenti e autonomi, avendo maturato almeno 35 anni di contributi in entrambe i casi. Per l’opzione uomo o tutti si parlava, però, della possibilità di aumentare l’età pensionabile portandola da 58-59 anni di età a 60-61 anni. 

Anche andare in pensione prima nel 2023 con opzione uomo o opzione significherebbe accettare di calcolare la propria pensione finale solo con sistema contributivo, cosa che potrebbe comportare tagli dell’assegno finale stimati tra il 10 e il 30%, quindi percepire trattamenti pensionistici finali inferiori.

Quota 102 o quota 103 requisiti per andare in pensione e importi

Passando alla possibilità di andare in pensione nel 2023 con il sistema delle quote, stando a quanto riportano le ultime notizie, la Lega vorrebbe rimettere mano a quota 102 inserendo il vincolo dei 41 anni di contributi e 61 anni di età, in modo da avvicinarsi a quota 41, ma si pensa anche ad una quota 103, per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 di contributi o a 63 anni di età con 40 anni di contributi.

Per quanto riguarda gli importi di pensione che si avrebbero con quota 102 o quota 103, non sarà prevista alcuna penalizzazione per chi andrà in pensione prima ma, scegliendo di anticipare il momento dell’uscita dal lavoro, quindi accumulando meno contributi, inevitabilmente l’importo di pensione finale si ridurrebbe.

Resta, in ogni caso, ancora l’incognita rivalutazione pensionistica per il 2023 per il calcolo degli importi di pensione mensile per tutti, considerando che dovendo adeguarsi le pensioni all’andamento dell’inflazione, la rivalutazione da gennaio 2023 dovrebbe attestarsi sul 10%-12%, un indice decisamente troppo alto che comporterebbe aumenti elevati per le pensioni di tutti ma per cui non ci sono le risorse economiche necessarie. 

Non ci sono, infatti, tutte le risorse economiche necessarie per assicurare a tutti i pensionati aumenti delle pensioni su tali percentuali, e probabilmente si procederà per altre strade. 

Le diverse ipotesi in ballo al momento per la rivalutazione delle pensioni nel 2023 sono:

  • o un blocco totale della rivalutazione pensioni più alte, come già avvenuto;
  • o una rivalutazione al 10%-12% ma solo per chi ha redditi più bassi;
  • o una rivalutazione differente calcolata in base ai diversi scaglioni di reddito.