Atteso oggi 4 novembre il nuovo incontro tra governo e sindacati su novità pensioni: proposte in discussione e possibili modifiche
E' in programma oggi, venerdì 4 novembre, il primo incontro dei sindacati con il nuovo governo Meloni: la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha, infatti, convocato tutte le parti sociali per un primo incontro oggi 4 novembre alle 15. Sul tavolo, le proposte delle forze sociali per novità pensioni sia per aumenti degli importi e sia per nuove possibilità di uscita anticipata il prossimo anno.
Come ben noto, infatti, il 31 dicembre 2022 si esaurisce la quota 102, che quest’anno ha sostituito la quota 100 per andare in pensione prima a 64 anni di età e almeno 38 di contributi, e servono nuove misure per evitare dal primo gennaio 2023 un nuovo scalone per l’uscita e il pieno ritorno alla Legge Fornero con i normali requisiti per andare in pensione di vecchiaia, che sono di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, e in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno, 41 anni e dieci mesi di contributi, per le donne. Vediamo allora quali potrebbero essere le modifiche per le pensioni per il prossimo anno.
Tra le proposte di novità pensioni per uscita anticipata e aumento delle pensioni avanzate dai sindacati vi sono:
L’opzione uomo o tutti riprenderebbe i requisiti di opzione donna: vale dire la possibilità di andare in pensione a 58-59 anni di età, anche se si parla di aumentare l’età pensionabile a 60-61 anni, con 35 anni di contributi, accettando di calcolare la pensione finale solo con sistema contributivo, che potrebbe comportare tagli dell’assegno finale tra il 10 e il 30%.
Tra le ipotesi in ballo al governo anche la proroga della quota 102 anche per il prossimo anno o una quota 103, per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, prevedendo però anche nuovi bonus per chi rimane a lavoro. La Lega ha, infatti, proposto un nuovo piano di decontribuzione totale, per aumentare lo stipendio e favorire la permanenza al lavoro di alcune categorie di lavoratori, soprattutto del settore pubblico, oltre i requisiti di pensionamento.