Perché il reale importo delle pensioni cambia rispetto a rivalutazione 2023 e aspettative: tutti gli elementi di calcolo aumenti pensioni e cosa vi incide
Qual è il reale importo pensione tra 500-3200 euro che si riceverà ogni mese sarà differente da rivalutazione 2023? Quando si riceve il cedolino di pensione ogni mese, si osserva un importo sempre differente rispetto a quello atteso e, nella maggior parte dei casi, sempre inferiore rispetto a calcoli da noi effettuati e aspettative.
E nel 2023 ci saranno effettivamente importi di pensione decisamente differenti da quelli che ci si immagina. Si parla, infatti, di nuova rivalutazione delle pensioni al 7,3%, di aumenti dei coefficienti che contribuiranno ad aumentare gli importi delle pensioni, ma in realtà ciò che arriva nel cedolino delle pensioni è sempre differente e delude. Vediamo di seguito perché.
E’ vero, infatti, che la rivalutazione delle pensioni è stata stabilita con indice al 7,3% ma è anche vero che questa rivalutazione non sarà completa e piena per tutti. Innanzitutto non sarà piena per i pensionati che hanno ricevuto aumenti da ottobre a dicembre 2022 per la rivalutazione anticipata al 2%, perché gli aumenti ricevuti per gli ultimi mesi del 2022 saranno considerati acconti nel calcolo della rivalutazione al 7,3% che avverrà, dunque, al 5,3%. Ciò significa, per esempio, che chi prende una pensione di 1.300 euro al mese non avrà un aumento di circa 95 euro (considerando l’indice al 7,3%), ma in virtù dell’acconto giù ricevuto, avrà 70 euro in più.
Dunque, l’importo reale che ci si aspetta sarà diverso per la rivalutazione al 7,3% perchè bisogna sottrarre acconti già versati, ma non solo, perché le leggi in vigore non prevedono una piena rivalutazione per tutti ma solo per pensioni entro determinati importi, fissando percentuali di rivalutazione differenti in base ai redditi. Le attuali percentuali di rivalutazione delle pensioni sono tre, del:
In corso d’anno poi, l’importo reale di pensione tra 500-3.200 euro potrebbe cambiare ancora per effetto di revisione dell’indice di rivalutazione delle pensioni al 7,3% ora deciso. Il tasso al 7,3% è stato, infatti, fissato in via provvisoria per adeguamento all’andamento dei prezzi accertato dall’Ista fino a novembre.
Durante l’anno, ci sarà certamente, come sempre accade, un adeguamento rispetto all’andamento dei prezzi anche relativo al mese di novembre e dicembre, per cui sarà deciso un ulteriore tasso definitivo che dovrebbe, presumibilmente, visto l’andamento di economia e inflazione oggi, essere più alto, forse tra lo 0,5%-1% in più.
E ciò significherà lievi ulteriori aumenti per tutte le pensioni, da 500-3.200 euro e oltre, che saranno riconosciuti con conguagli alla fine del prossimo anno.
Eanche le tasse sulle pensioni potrebbero essere modificate ancora il prossimo anno, incidendo di più sulle pensioni tra 500-3.200 euro a causa di revisione delle aliquote Irpef sui redditi, che dalle nuove attuali quattro potrebbero diventare tre per diverse fasce di reddito, e aliquote Irpef locali, sia comunali che regionali, considerando che è stata approvata la possibilità per gli enti locali di modificare le aliquote dell'Irpef locali se con bilanci in comprovata condizione di deficit, il che significa far pagare più addizionali locali ai pensionati.
Ma non è detto che ciò avvenga, perchè regioni e comuni potrebbero anche non prevedere alcun aumento o addirittura prevedere riduzioni o esenzioni, come accaduto in Veneto, che ha esentato i cittadini dal pagamento dell'Irpef locale.
Partendo dalle aliquote Irpef sui redditi che incidono sul reale importo di pensione tra 500-3200 euro, già quest’anno sono state portate da cinque a quattro dal governo Draghi e sono attualmente le seguenti:
Al momento, però, non si sa ancora nulla in merito, né se effettivamente saranno queste tre le nuove possibili aliquote Irpef sui redditi né su quali scaglioni di reddito saranno modulate, ma in ogni caso incideranno di certo sul reale importo di pensione percepito, perché qualsiasi aliquota sia, sarà applicata sul reddito percepito e contribuirà in ogni caso a ridurre il reale importo di pensione percepito rispetto a quello che ci si aspetta.
E stesso discorso potrebbe vale per l’applicazione di Irpef locale sull’importo lordo di pensione percepito, con l’aggravante che il prossimo anno comuni e regioni hanno possibilità di rivedere in piena autonomia, quindi anche con aumenti, le aliquote dell’Irpef locale, contribuendo così a ridurre eventualmente ancora l’importo di pensione netta che si percepisce rispetto alle aspettative.
Per esempio, la Lombardia ha rivisto già le aliquote Irpef locale ma non per tutti. Le modifiche interesseranno solo per i redditi sopra i 75 mila euro, tutelando chi percepisce redditi bassi, per cui i nuovi scaglioni di reddito e le relative aliquote delle tasse regionale sono: