formule studio pensioni anticipate 2022
Nuove proposte al vaglio per riforma delle pensioni anticipate nel 2022 e pensione di garanzia per i giovani: cosa cambierà
Ancora molto vivo il dibattito sulla riforma delle pensioni che il prossimo anno 2022 dovrà essere definita in vista dell’esaurirsi delle quote.
Se, infatti, il 31 dicembre termina la sperimentazione della quota 100 per andare in pensione a 62 anni di età e con almeno 38 anni di contributi per essere sostituita dal primo gennaio 2022 dalla quota 102, che alza il requisito anagrafico della quota 100 a 64 anni di età, e sempre con 38 anni di contributi, dal 2023 si potrebbe tornare pienamente alle norme pensionistiche previste dalla Legge Fornero, ma si tratta di regole sempre moto, troppo stringenti per il pensionamento di tutti.
Dopo i primi scontri con il governo, i sindacati tornano a ribadire la necessità di rivedere le pensioni in direzione dei lavoratori e delle loro esigenze, soprattutto di coloro che, pur avendo possibilità lavorative e carriere avviate, subiscono stop e pause a lavoro che potrebbero pregiudicarne la pensione finale, ricevendo un domani importi davvero minimi e non tali da poter consentire una vita dignitosa. Vediamo allora quali sono le nuove formule allo studio per pensioni anticipate.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, i sindacati avrebbero ben chiare formule e proposte per una revisione della riforma pensioni per pensioni anticipate nel 2022.
Secondo quanto riportato, le formule allo studio sarebbero cinque e prevederebbero nel dettaglio quanto segue:
Tra le formule di novità pensioni al vaglio dei sindacati e pronte ad essere ripresentate al governo ci sarebbe anche un piano per la pensione di garanzia per i giovani che, secondo i sindacati, rappresenta un tema imprescindibile, considerando che oggi sono tantissimi i lavoratori con carriere discontinue anche se lunghe e se da tanto nel mondo del lavoro e che in futuro potrebbero ritrovarsi a percepire assegni così minimi da non potersi permettere una vita dignitosa.
La proposta dei sindacati per la pensione di garanzia per i giovani è quella di prevedere un trattamento minimo fisso di circa 1000 euro lordi al mese di pensione a partire dai 65 anni di età e con almeno 40 anni di lavoro, comprendendo in essi anche i periodi di buchi contributivi.
Per i sindacati la pensione di garanzia rappresenta una necessità per tutelare chi altrimenti rischia di percepire assegni da povertà assoluta. Insieme a tale proposta la Cigl avrebbe previsto una valorizzazione contributiva per alcuni periodi di buchi contributivi accumulati a causa studio, maternità, congedi per cura, o periodi tra un contratto a tempo e un altro.