Le modifiche già ufficiali e quelle più probabili per pensioni reversibilità, vecchiaia, invalidità entro 4 mesi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Le modifiche già ufficiali e quelle più

Cosa puà cambiare ancora per le pensioni nei prossimi mesi fino a fine anno: le posssibili ipotesi di modifica in attesa di una vera e propria riforma pensioni strutturale

Quali sono le modifiche più probabili e quelle già sicure nei prossimi 6 mesi per pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità? Le pensioni si avviano a cambiare per modifiche già sicure, da pagamento degli aumenti delle pensioni minime, ad aumento della quattordicesima per effetto della rivalutazione 2023 a riconoscimento dei rimborsi per il 730, ma anche per alcune modifiche possibili che potrebbero ancora arrivare entro la fine dell’anno. Vediamo nel dettaglio quali sono.

  • Le modifiche probabili per le pensioni con riforma Fisco
  • Probabili modifiche per pensioni di vecchiaia con ripristino opzione donna
  • Come potrebbe cambiare la tredicesima quest’anno per pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità
  • Attesa riforma pensioni 2024 per modifiche per pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità

Le modifiche probabili per le pensioni con riforma Fisco

Accanto alle modifiche già sicure per le pensioni nei prossimi mesi, le prime modifiche più probabili per le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità derivano soprattutto dalla riforma fiscale 2023 tra nuove aliquote Irpef, nuove detrazioni e nuove deduzioni.

Partendo dalla revisione Irpef, il governo Meloni vuole ridurre le aliquote Irpef portandole da quattro a tre. Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Le nuove ipotesi di revisione Irpef prevedono diverse ipotesi. Si parte dalla prima ipotesi di revisione Irpef che potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui avrebbe aumenti degli importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%, mentre sarebbero penalizzati coloro che percepiscono redditi annui sui circa 25mila euro, con un possibile aumento di tasse di ben 300 euro, e non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Seconda ipotesi di revisione Irpef dovrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • del 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • del 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questo schema di revisione Irpef, chi ha redditi da 25mila euro all’anno pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700 euro per chi ha redditi più alti.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti tre nuove aliquote:

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
In questo caso, le modifiche interesserebbero chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro con risparmi sulle tasse da pagare, mentre per chi redditi tra i 15mila e 28mila euro ci sarebbe un aumento delle tasse da pagare con l’aliquota di tassazione che passerebbe 25% al 27%.

Ultima ipotesi di revisione Irpef proposta nella nuova riforma fisco potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Accanto alla revisione delle aliquote Irpef per i diversi scaglioni di reddito, la nuova riforma fiscale dovrebbe prevedere anche nuove detrazioni e nuove deduzioni che incideranno certamente sugli importi di pensione.

Entrando più nel dettaglio, per la revisione delle detrazioni, soprattutto quelle oggi fissate al 19%, non ci sono certezze ancora e al momento si sa che il governo potrebbe intervenire mettendo a punto uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
Così come le detrazioni, con la nuova riforma fiscale potrebbero cambiare anche le deduzioni, che consentono di avere una base imponibile ridotta rispetto al reddito complessivo e pagare dunque meno tasse Irpef.

Per le pensioni, le nuove deduzioni della riforma fiscale potrebbero interessare specifici trattamenti pensionistici o pensioni percepite da chi ha problemi particolari. Potrebbero, per esempio, esserci deduzioni di spese mediche, o per trasporto, o spese per ausili, come girelli per camminare o sedie a rotelle, ecc.

Probabili modifiche per pensioni di vecchiaia con ripristino opzione donna

Altra probabili modifica in arrivo nei prossimi mesi specificatamente per le pensioni di vecchiaia è il possibile ripristino dei vecchi requisiti per andare in pensione prima con opzione donna. Stanno, infatti, proseguendo le discussioni in Parlamento se permettere alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, con 35 anni di contributi, considerando le finestre di 12 e 18 mesi per l’uscita definitiva indipendentemente dalla presenza o meno, e quanti, figli o dalla categoria di appartenenza.

Alla Camera è stata, però, approvata la mozione di maggioranza su Opzione donna con iniziative per contrastare il divario pensionistico di genere e sono state ancora bocciate le mozioni dell'opposizione che puntavano al totale ripristino dei vecchi requisiti di opzione donna. Ci si chiede ora come proseguiranno le discussioni quando potranno effettivamente esserci modifiche per opzione donna.

Come potrebbe cambiare la tredicesima quest’anno per pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità

Altra possibile modifica dei prossimi mesi per le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità potrebbe riguardare le tredicesime che potrebbero essere più alte per effetto di una nuova detassazione. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, avrebbe, infatti, annunciato l’intenzione del governo di prevedere una tassazione più bassa per la tredicesima per lavoratori dipendenti ma anche per pensionati che ne hanno diritto per avere importi maggiori.

Si tratta, però, di una modifica non ufficiale ancora considerando che per detassare la tredicesima sono necessarie risorse economiche e solo in autunno, quando sarà presentata la Nadef, Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, si capirà se saranno disponibili i soldi necessari per procedere al taglio delle tasse sulle tredicesime e quando, cioè se fin da subito, e quindi già dalla tredicesima di dicembre di quest’anno, o se direttamente dal prossimo anno 2024. 

Attesa riforma pensioni 2024 per modifiche per pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità

Ulteriori modifiche possibili alle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità potrebbero arrivare con la definizione di una eventuale riforma pensioni 2024 o nella prossima Manovra Finanziaria o in un provvedimento singolo con misure relative soprattutto alle pensioni anticipate.

Se da una parte, infatti, si attendono modifiche degli importi soprattutto delle pensioni di invalidità, considerati ancora troppo bassi ma che potrebbero essere decisi anche con altri provvedimenti ad hoc come il nuovo decreto invalidità su cui il governo sta già lavorando, dall’altra, l’attenzione è puntata soprattutto sulle modifiche ai requisiti per l’uscita anche se, ancora una volta, potrebbero esserci misure non strutturali per una vera e propria revisione dell’attuale legge Fornero a causa della mancanza di risorse economiche necessarie. 

Probabilmente, infatti, si potrebbe approvare una ulteriore proroga della quota 103 per andare in pensione prima, dopo la proroga già approvata con il Decreto Lavoro di maggio del contratto di espansione per permettere ad alcune categorie di persone di andare in pensione prima fino a 5 anni