Cosa puà cambiare ancora per le pensioni nei prossimi mesi fino a fine anno: le posssibili ipotesi di modifica in attesa di una vera e propria riforma pensioni strutturale
Quali sono le modifiche più probabili e quelle già sicure nei prossimi 6 mesi per pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità? Le pensioni si avviano a cambiare per modifiche già sicure, da pagamento degli aumenti delle pensioni minime, ad aumento della quattordicesima per effetto della rivalutazione 2023 a riconoscimento dei rimborsi per il 730, ma anche per alcune modifiche possibili che potrebbero ancora arrivare entro la fine dell’anno. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Partendo dalla revisione Irpef, il governo Meloni vuole ridurre le aliquote Irpef portandole da quattro a tre. Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:
Seconda ipotesi di revisione Irpef dovrebbe prevedere le seguenti aliquote:
Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti tre nuove aliquote:
Ultima ipotesi di revisione Irpef proposta nella nuova riforma fisco potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:
Entrando più nel dettaglio, per la revisione delle detrazioni, soprattutto quelle oggi fissate al 19%, non ci sono certezze ancora e al momento si sa che il governo potrebbe intervenire mettendo a punto uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:
Per le pensioni, le nuove deduzioni della riforma fiscale potrebbero interessare specifici trattamenti pensionistici o pensioni percepite da chi ha problemi particolari. Potrebbero, per esempio, esserci deduzioni di spese mediche, o per trasporto, o spese per ausili, come girelli per camminare o sedie a rotelle, ecc.
Altra probabili modifica in arrivo nei prossimi mesi specificatamente per le pensioni di vecchiaia è il possibile ripristino dei vecchi requisiti per andare in pensione prima con opzione donna. Stanno, infatti, proseguendo le discussioni in Parlamento se permettere alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, con 35 anni di contributi, considerando le finestre di 12 e 18 mesi per l’uscita definitiva indipendentemente dalla presenza o meno, e quanti, figli o dalla categoria di appartenenza.
Alla Camera è stata, però, approvata la mozione di maggioranza su Opzione donna con iniziative per contrastare il divario pensionistico di genere e sono state ancora bocciate le mozioni dell'opposizione che puntavano al totale ripristino dei vecchi requisiti di opzione donna. Ci si chiede ora come proseguiranno le discussioni quando potranno effettivamente esserci modifiche per opzione donna.
Altra possibile modifica dei prossimi mesi per le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità potrebbe riguardare le tredicesime che potrebbero essere più alte per effetto di una nuova detassazione. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, avrebbe, infatti, annunciato l’intenzione del governo di prevedere una tassazione più bassa per la tredicesima per lavoratori dipendenti ma anche per pensionati che ne hanno diritto per avere importi maggiori.
Si tratta, però, di una modifica non ufficiale ancora considerando che per detassare la tredicesima sono necessarie risorse economiche e solo in autunno, quando sarà presentata la Nadef, Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, si capirà se saranno disponibili i soldi necessari per procedere al taglio delle tasse sulle tredicesime e quando, cioè se fin da subito, e quindi già dalla tredicesima di dicembre di quest’anno, o se direttamente dal prossimo anno 2024.
Ulteriori modifiche possibili alle pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità potrebbero arrivare con la definizione di una eventuale riforma pensioni 2024 o nella prossima Manovra Finanziaria o in un provvedimento singolo con misure relative soprattutto alle pensioni anticipate.
Se da una parte, infatti, si attendono modifiche degli importi soprattutto delle pensioni di invalidità, considerati ancora troppo bassi ma che potrebbero essere decisi anche con altri provvedimenti ad hoc come il nuovo decreto invalidità su cui il governo sta già lavorando, dall’altra, l’attenzione è puntata soprattutto sulle modifiche ai requisiti per l’uscita anche se, ancora una volta, potrebbero esserci misure non strutturali per una vera e propria revisione dell’attuale legge Fornero a causa della mancanza di risorse economiche necessarie.
Probabilmente, infatti, si potrebbe approvare una ulteriore proroga della quota 103 per andare in pensione prima, dopo la proroga già approvata con il Decreto Lavoro di maggio del contratto di espansione per permettere ad alcune categorie di persone di andare in pensione prima fino a 5 anni