Quali novità potrebbero davvero esserci per pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità secondo posizione Ue: chiarimenti e situazione attuale
Quali sono le modifiche che l'Ue potrebbe permettere davvero a pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità? Dopo la presentazione del Def 2023, documento di economia e finanza che anticipa provvedimenti che potrebbero rientrare nella prossima Manovra Finanziaria 2024, si continua a discutere di risorse economiche e misure da inserire effettivamente nella prossima Legge di Bilancio che deve essere messa a punto entro la consueta fine dell’anno.
Al momento, in realtà, non ci sono particolari riferimenti a misure su cui si sta effettivamente concentrando il lavoro del governo e molta attenzione è puntata sulla questione pensioni.
All’indomani dei diversi annunci di una riforma delle pensioni 2024 strutturale, capace di rivedere gli attuali requisiti pensionistici richiesti, sembra difficile ad oggi che effettivamente ci siano novità pensioni vere e proprie considerando la poca disponibilità di soldi. Vediamo allora di seguito quali sono le modifiche che l'Ue potrebbe permettere davvero a pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità.
L’unica modifica in tal senso che l’Ue potrebbe permettere è un aumento dello scostamento di bilancio per permettere al governo di avere ulteriori margini di intervento sulle pensioni rispetto al nulla attualmente previsto.
Lo scostamento di bilancio rappresenta una variazione negli obiettivi di finanza pubblica rispetto a quelli definiti al momento dell’approvazione del bilancio dello Stato, cioè con i saldi delle Manovre finanziarie predisposte alla fine di ogni anno.
Come da legge previsto, lo scostamento di bilancio avviene nel mese di aprile, con la presentazione appunto del Def, e poi può avvenire ad ottobre, con la presentazione della Nadef, Nota di aggiornamento al Def.
Lo scostamento di bilancio viene generalmente approvato quando si ha necessità di avere ulteriori risorse economiche a disposizione per la definizione di misure specifiche di politica economica, a condizione però di raggiungere poi determinati obiettivi.
Vista l’attuale situazione, l’Ue potrebbe approvare uno scostamento di bilancio per l’Italia per l’aumento degli importi delle pensioni che permetterebbero di rilanciare i consumi e, di conseguenza, di dare nuova spinta all’economia, tanto che ha chiesto all'Italia di aumentare pensioni e agevolazioni per invalidi e disabili, come contenuto nel Pnrr
Se, da una parte, l’Ue sostiene l’aumento degli importi di pensione, dall’altra, non sarebbe favorevole all’abbassamento dell’età pensionabile per tutti. Come ben noto, da sempre l’Ue sostiene la riforma Fornero per le pensioni, spiegando che si tratta dell’unica legge capace di garantire ancora sostenibilità finanziaria al Paese, pur se con requisiti considerati rigidi.
E la dimostrazione che l’Ue non vuole ridurre le età di uscita dal lavoro è quanto sta avvenendo in Francia, dove il governo di Macron sta lavorando, tra proteste e scontri, per aumentare l’età pensionabile portandola dagli attuali 62 anni richiesti a 64 anni.
Le uniche possibilità di revisione dei requisiti pensionistici attuali che l’Ue potrebbe concedere sarebbero forme di uscite anticipate ma accompagnate da penalizzazioni per chi decide di lasciare prima il lavoro.
Le uniche modifiche che dunque l’Ue potrebbe concedere per pensioni di vecchiaia, reversibilità e invalidità riguarderebbero aumenti degli importi di pensione e non misure specifiche per le diverse tipologie di pensioni.
Se poche si prospettano le novità pensioni nella prossima Manovra, le uniche modifiche per pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità sono arrivate dal nuovo Decreto Lavoro approvato, con proroga di contratto di espansione per andare in pensione prima fino a 5 anni e già approvata proroga di isopensione per andare in pensione prima fino a 7 anni, nuovo decreto invalidità, con provvedimenti di miglioramento delle condizioni di vita di disabili e invalidi e delle prestazioni assistenziali, e nuova riforma del fisco, con revisione delle aliquote Irpef di tassazione dei redditi per ridurre le tasse da pagare e aumentare, contestualmente, gli importi netti di pensione riconosciuti.