Quali sono le novità pensioni già al via negli ultimi mesi nell’attesa delle ulteriori modifiche attese in prossima Manovra Finanziaria
Quali sono tutte le novità per le pensioni decise per importi e uscita anticipate negli ultimi mesi fino a Settembre (anche poco conosciute)? Nell’attesa di capire e scoprire quali saranno le novità per le pensioni reali che potranno rientrare nella prossima Manovra Finanziaria, tra aumenti degli importi di pensione e nuovi sistemi per andare in pensione prima, anche se al momento si pensa solo a piccoli interventi come proroghe di forme di uscita anticipata già in vigore, come quota 103, ape social o opzione donna, sono diverse le novità che sono già partite quest’anno. Vediamo quali sono e cosa prevedono.
Partendo dalla rivalutazione, sono sì aumentate le pensioni perché la rivalutazione pensionistica deve avvenire per legge ogni anno per adeguare gli importi delle pensioni al costo della vita e garantire maggiore potere d’acquisto ai pensionati, ma molto meno rispetto al previsto per un indice di rivalutazione molto più basso di quanto avrebbe dovuto essere.
Considerando, infatti, che alla fine dello scorso 2022 l’inflazione era quasi all’11%, la rivalutazione delle pensioni avrebbe dovuto essere calcolata sul 10% o 11%, ma l’indice di rivalutazione è stato fissato al 7,3% e si è trattata di una rivalutazione neppure piena per tutti considerando che sono state modificate dal governo le percentuali rivalutative.
Le percentuali di rivalutazione delle pensioni in vigore da quest’anno 2023 non sono più, infatti, tre ma sei e si riducono all’aumentare della pensione che si percepisce. In particolare, le precedenti percentuali rivalutative erano tre ed erano le seguenti:
Tra le novità per le pensioni approvate in questi mesi, relativamente alle uscite anticipate in questo caso, c’è la proroga del contratto di espansione come scivolo pensionistico per anticipare l’uscita dal lavoro ma solo di determinate categorie di lavoratori.
Si tratta di una proroga estesa fino al 2025 e che permetterà ad alcune categorie di lavoratori di andare in pensione prima fino a 5 anni rispetto ai normali requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi).
Possono andare in pensione anticipata con contratto di espansione 2023, in particolare, i lavoratori di specifiche aziende che soddisfino i seguenti requisiti:
Insieme al contratto di espansione, è stato prorogato ancora fino al 2026 anche un altro sistema di uscita anticipata: l’isopensione, che consente di lasciare prima il lavoro a fino a 7 anni senza rinunciare alla propria retribuzione.
Si tratta, però, di una possibilità di uscita anticipata dal lavoro non valida per tutti ma solo per lavoratori e lavoratrici in esubero impiegati in aziende con più di 15 dipendenti. Per andare in pensione con l’isopensione serve un accordo sottoscritto dall'azienda con le organizzazioni sindacali più rappresentative che il datore deve presentare all'Inps che deve poi approvarlo in base requisiti pensionistici dei lavoratori che scelgono l’isopensione e controllare, allo stesso tempo, l’effettiva condizione di impiego di organico dell’azienda.
Spetta poi all’azienda pagare al lavoratore l’importo di isopensione previsto come scivolo di accompagnamento alla pensione finale, ma anche al versamento della relativa copertura contributiva, per cui chi decide di andare pensione con l’isopensione non è soggetto ad alcuna penalizzazione né per il calcolo della pensione finale né per i versamenti dei contributi previdenziali.
A partire da giugno è in vigore un nuovo sistema di uscita anticipata tramite riunione dei contributi previdenziali Inps versati in diversi enti e che non prevede alcun onere a carico del lavoratore.
Si tratta di una novità valida per lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle Casse private previdenziali di riunire tutti i contributi versati in diversi enti, che renderebbe molto più facile la ricostituzione della propria storia pensionistica in una sola gestione previdenziale trasferendo tutti i contributi versati nel corso della propria vita lavorativa da tutti gli enti ad uno solo agevolando il momento dell’uscita e con azzeramento dei costi per i lavoratori.
Il nuovo sistema di riunione dei contributi permette, da un lato dunque, di andare in pensione anticipata, ma, dall’altro, potrebbe prevedere leggere riduzioni degli importi finali di pensione a causa del tasso di ricalcolo al 4,5%, più alto del normale per effetto dell’andamento dell’inflazione arrivata alle stelle, considerando che gli scorsi anni il rendimento per il calcolo del montante era all’1% circa.