Cosa potrebbe cambiare per importi pensioni e uscite anticipate con la prossima Manovra finanziaria: ipotesi al vaglio
Quali sono le novità più probabili al momento riguardo importi e uscita anticipata sulle pensioni in manovra finanziaria? Dopo la pausa estiva, il governo torna a lavoro con l’obiettivo principale di definizione delle nuove misure da inserire nella prossima Manovra Finanziaria 2024, per cui ci si dovrà impegnare molto considerando la scarsa disponibilità di risorse economiche utilizzabili.
Una delle poche certezze al momento per aumentare le pensioni è che, dopo l’aumento già deciso per quest’anno, il governo punta ad aumentare ancora le pensioni minime il prossimo anno, portandole da 600 a 700 euro, per arrivare a mille euro di pensione minima per tutti entro fine legislatura, come annunciato.
Le altre ipotesi al momento al vaglio per aumentare gli importi delle pensioni sono poi una nuova detassazione sulla tredicesima per garantire ai pensionati di avere la mensilità aggiuntiva di importo maggiore, ma anche, o in alternativa, un nuovo bonus una tantum possibile, sulla scia del bonus di 150-200 già erogato lo scorso anno, che probabilmente verrebbe erogato anche questa volta solo ai pensionati che percepiscono redditi entro determinati limiti annui, forse 35mila.
Ma certamente nella prossima Manovra Finanziaria sarà definito il nuovo indice di rivalutazione pensionistica 2024 che, come ogni anno, contribuirà ad aumentare le pensioni, adeguandosi ad andamento di inflazione e prezzi al consumo Istat, per dare maggiore potere di acquisto ai pensionati.
Ma l’incertezza è sul tasso che si deciderà e che, per garantire effettivi aumenti delle pensioni adeguati al caro-vita, dovrebbe effettivamente basarsi sull’andamento dell’inflazione corrente, cosa che potrebbe non accadere come già avvenuto lo scorso anno quando l’indice di perequazione delle pensioni, seppur alto al 7,3% non era adeguato all’inflazione che aveva raggiunto ben l’11%.
Sono diverse al momento le ipotesi in discussione per novità per le pensioni anticipate da inserire nella nuova Manovra Finanziaria. Tutto dipenderà anche in questo caso dalla disponibilità delle risorse economiche che si potranno impiegare.
Tramontata l’idea di una riforma strutturale dell’attuale legge pensionistica, che sembrava essere tra le priorità iniziali del governo, si starebbero valutando ora ipotesi di nuove proroghe di forme di uscita anticipata già in vigore come quota 103, da prolungare ancora per tutto il 2024 permettendo di andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, o ape social, per andare ancora in pensione prima a 63 anni di età e con 30 anni di contributi che però potrebbe essere ampliata a comprendere anche altre categorie di lavoratori usuranti e gravosi.
Ma non solo: in discussione anche un nuovo scivolo pensionistico per le donne lavoratrici over 60, che dovrebbe seguire il funzionamento dell’Ape social, prevedendo cioè il pagamento di una indennità fino al compimento del 67esimo anno di età (requisito per la pensione di vecchiaia unitamente a 20 anni di contributi), per poi iniziare a percepire la normale pensione.
E si torna a parlare anche di quota 41 per tutti, per permettere a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi e senza alcun requisito anagrafico ma accettando di calcolare la propria pensione finale solo con sistema contributivo, e di nuova quota 96, nuovo sistema che permetterebbe di andare in pensione prima a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
In discussione ci sarebbe anche un potenziamento di uscite anticipate in azienda con un nuovo strumento unico per gli esodi incentivati contestuali a nuove assunzioni che permetterebbe di anticipare la pensione da 5-7 a 10 anni.
Il nuovo meccanismo potrebbe riunire gli attuali sistema di uscita anticipata di contratto di espansione, che permette di andare in pensione prima fino a 5 anni, isopensione, che permette di andare in pensione prima fino a 7 anni, e trattativa privata tra impresa e singolo lavoratore, permettendo di anticipare la pensione fino a 5-7 anni percependo un’indennità fino alla maturazione dei normali requisiti di pensione richiesti ma perdendo del tutto i contributi degli anni persi a lavoro per l’uscita anticipata, con il rischio di ricevere una pensione finale più bassa.
Questa novità potrebbe soddisfare il piano di novità pensioni per i giovani, proposto come primo punto da affrontare, considerando che si tratterebbe di un nuovo sistema per incentivare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.