Quali sono le novità per le pensioni attese già a giugno sia per pensioni anticipate che per importi dei trattamenti
Quali sono le novità (uscita anticipata e importi) per le pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità attese a Giugno? Nell’attesa di una vera e propria riforma pensioni strutturale, che probabilmente anche quest’anno sarà rimandata a causa della scarsa disponibilità di risorse economiche, si attendono i prossimi mesi per capire quali saranno le singole novità possibili.
Si tratta di una novità che renderebbe molto più facile la ricostituzione della propria storia pensionistica in una sola gestione previdenziale con il solo trasferimento da tutti gli enti ad uno solo di tutti i contributi versati nelle singole gestioni e che permetterebbe di raggiungere prima la pensione.
Questa nuova possibilità per gli autonomi e professionisti iscritti alle Casse private previdenziali non prevede oneri a carico del lavoratore, come invece accade con la normale ricongiunzione dei contributi previdenziali, ma potrebbe prevedere un importo di pensione finale leggermente ridotto a causa del tasso di ricalcolo al 4,5%, più alto del normale a causa dell’andamento dell’inflazione, considerando che gli scorsi anni il rendimento per il calcolo del montante era all’1% circa.
Ulteriori novità a giugno per uscite anticipate per le pensioni di vecchiaia potrebbero riguardare opzione donna: dopo essere saltata nel Decreto Lavoro la misura di ripristino dei vecchi requisiti per andare in pensione prima con opzione donna, vale a dire a 58 anni per le lavoratrici dipendenti sia private che pubbliche a 59 anni per le lavoratrici autonome e con 35 anni di contributi indipendentemente dalla presenza di figli, le discussioni in Parlamento sulla misura continuano e si spera di arrivare a relative soluzioni al più presto.
E’ stata già approvata la mozione di maggioranza su Opzione donna con iniziative per contrastare il divario pensionistico di genere e sono state ancora bocciate le mozioni dell'opposizione che puntavano al totale ripristino dei vecchi requisiti di opzione donna. Ci si chiede ora come proseguiranno le discussioni.
Il prossimo mese di giugno potrebbe essere in programma un nuovo incontro tra governo e sindacati per discutere di pensioni anticipate.
L’incontro del 30 maggio è stato per lo più interlocutorio ma, dopo le dichiarazioni della premier Meloni che ha chiaramente spiegato come la quota 103 in vigore al momento per permettere di andare in pensione prima rispetto ai normali requisiti per la pensione di vecchiaia di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi si esaurirà entro fine anno come stabilito, è importante non far passare troppo tempo tra un incontro e l’altro per definire novità concrete.
Ulteriori novità per importi pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità attese a Giugno potrebbero arrivare dalla nuova riforma fiscale. Sappiamo, infatti, da tempo ormai, che la riforma del Fisco certamente inciderà sugli importi delle pensioni per la revisione delle aliquote Irpef di tassazione dei redditi.
L’obiettivo del governo è, infatti, quello di ridurre le attuali aliquote Irpef portandole da quattro a tre e contestualmente modificare i relativi scaglioni di reddito e, stando a quanto riportano le ultimissime notizie, se nelle ipotesi di modifica Irpef discusse finora nulla cambiava per il primo scaglione di reddito fino a 15mila euro per cui sarebbe rimasta sempre l’aliquota al 23%, ora sembra che la premier Meloni voglia intervenire proprio modificando il primo scaglione di redditi più bassi.
Nell’attesa di novità per importi e uscite anticipate per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità a giugno cambiano già gli importi delle pensioni per alcuni pensionati e per alcune tipologie di pensioni, accanto a tasse e trattenute che per alcuni vengono sempre calcolate sugli importi di pensione mensile.
Tra le modifiche già ufficiali per le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità nei prossimi mesi, e più precisamente per il prossimo mese di luglio, c’è l’aumento delle pensioni minime che, come annunciato dall’Inps, sarà pagato dal primo luglio e con i relativi arretrati.
Gli aumenti attesi per le pensioni minime sono dagli attuali 563,74 a 572,20 euro e per gli over 75 aumenti da 563,74 a circa 600 euro, precisamente 599,82 euro. C’è poi la quattordicesima di pensione che contribuisce ad aumentare gli importi delle pensioni e le stesse quattordicesime di luglio per le pensioni saranno quest’anno leggermente più alte di qualche decina di euro per effetto della nuova rivalutazione pensionistica 2023 con indice al 7,3%.