Quali sono le novità pensioni di cui si discuterà domani mercoeldì 26 durante l’incontro tra governo e sindacati: le ipotesi di nuove uscite anticipate
E’ in programma domani, mercoledì 26 luglio, il nuovo incontro tra governo e sindacati per discutere di novità pensioni. L’incontro sarà soprattutto i componenti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e la riunione verterà sulla flessibilità in uscita, sulle modalità possibili di revisione delle attuali norme di pensionamento anticipato rispetto ai normali requisiti richiesti per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi o in pensione anticipata ordinaria, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico in entrambe i casi. Vediamo allora quali sono le novità sulle pensioni al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo domani 26 Luglio?
Si partirebbe dalla quota 41, finalmente, come da tempo rilanciato dalla Lega, per permettere a tutti di andare in pensione solo 41 anni di contributi e senza obbligo di raggiungere alcun requisito anagrafico ma calcolando la pensione finale solo con sistema contributivo. Secondo le stime, la misura dovrebbe costare circa 4 miliardi solo per il primo anno, ma considerando che il calcolo della pensione finale sarebbe completamente con sistema contributivo, con trattamenti più bassi fino al 20-30%, il costo riportato potrebbe ridursi notevolmente.
Altra nuova ipotesi di cui si potrebbe discutere è la possibilità di uscita anticipata con quota 96, sistema che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma non per tutti i lavoratori.
Secondo le prime anticipazioni, si tratterebbe di una nuova possibilità di uscita anticipata valida solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
Insieme alle nuove ipotesi di quota 41 e quota 96 per anticipare il momento della pensione, durante l'incontro di domani tra governo e sindacati si potrebbe discutere di ulteriori novità di uscita anticipata ipotizzate già da qualche settimana.
Si tratta di un nuovo scivolo pensionistico pensato solo per le donne over 60, che dovrebbe avere lo stesso funzionamento dell’Ape social, prevedendo cioè il pagamento di una indennità fino al compimento del 67esimo anno di età, per poi iniziare a percepire la normale pensione, e di nuovo sistema per gli esodi incentivati che potrebbe valere per aziende che procedono a nuove assunzioni.
Questo nuovo sistema di uscita anticipata dovrebbe permettere di andare in pensione prima fino a 5-7 anni e ingloberebbe in un’unica misura gli attuali sistema di uscita anticipata di contratto di espansione, che permette di andare in pensione prima fino a 5 anni, isopensione, che permette di anticipare la pensione fino a 7 anni, e trattativa privata tra impresa e singolo lavoratore, avendo un’indennità fino alla maturazione dei normali requisiti di pensione richiesti.
Nulla di nuovo si dovrebbe prospettare per una revisione degli importi delle pensioni nell’incontro di domani 26 luglio tra governo e sindacati, ma i sindacati spingono perché ci sia un ulteriore aumento per le pensioni, sia con nuovo taglio del cuneo fiscale come fatto per gli stipendi dei lavoratori dipendenti, e sia con nuova rivalutazione pensionistica piena calcolata su un tasso rivalutativo effettivamente adeguato all’inflazione e su nuove percentuali che non penalizzano nessuno.
Le percentuali rivalutative decise dal governo Meloni, rispetto alle precedenti tre percentuali di rivalutazione, penalizzano tutti i pensionati, ad eccezione di coloro che percepiscono importi più bassi. In particolare, le precedenti percentuali rivalutative erano tre ed erano le seguenti: