Le novità sulle pensioni (importi e uscita anticipata) nell' incontro tra Sindacati-Governo domani 26 Luglio

di Marianna Quatraro pubblicato il
Le novità sulle pensioni (importi e usci

Quali sono le novità pensioni di cui si discuterà domani mercoeldì 26 durante l’incontro tra governo e sindacati: le ipotesi di nuove uscite anticipate

E’ in programma domani, mercoledì 26 luglio, il nuovo incontro tra governo e sindacati per discutere di novità pensioni. L’incontro sarà soprattutto i componenti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e la riunione verterà sulla flessibilità in uscita, sulle modalità possibili di revisione delle attuali norme di pensionamento anticipato rispetto ai normali requisiti richiesti per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi o in pensione anticipata ordinaria, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico in entrambe i casi. Vediamo allora quali sono le novità sulle pensioni al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo domani 26 Luglio? 

  • Quota 41 e quota 96 tra le prime novità pensioni per uscita anticipata al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo 
  • Ulteriori novità pensioni anticipate in discussione domani 26 luglio tra governo e sindacati
  • Novità per importi pensioni al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo di domani 26 Luglio
     

Quota 41 e quota 96 tra le prime novità pensioni per uscita anticipata al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo 

Tra le prime novità pensioni per l’uscita anticipata al centro dell’incontro tra sindacati e governi di domani 26 luglio ci sono le nuove ipotesi di quote per uscire prima. Se il 31 dicembre 2023 si esaurisce la quota 103 per anticipare la pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, le prime ipotesi sul tavolo per la sua sostituzione sono di nuove quote.

Si partirebbe dalla quota 41, finalmente, come da tempo rilanciato dalla Lega, per permettere a tutti di andare in pensione solo 41 anni di contributi e senza obbligo di raggiungere alcun requisito anagrafico ma calcolando la pensione finale solo con sistema contributivo. Secondo le stime, la misura dovrebbe costare circa 4 miliardi solo per il primo anno, ma considerando che il calcolo della pensione finale sarebbe completamente con sistema contributivo, con trattamenti più bassi fino al 20-30%, il costo riportato potrebbe ridursi notevolmente.

Altra nuova ipotesi di cui si potrebbe discutere è la possibilità di uscita anticipata con quota 96, sistema che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma non per tutti i lavoratori.

Secondo le prime anticipazioni, si tratterebbe di una nuova possibilità di uscita anticipata valida solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti. 

Ulteriori novità pensioni anticipate in discussione domani 26 luglio tra governo e sindacati

Insieme alle nuove ipotesi di quota 41 e quota 96 per anticipare il momento della pensione, durante l'incontro di domani tra governo e sindacati si potrebbe discutere di ulteriori novità di uscita anticipata ipotizzate già da qualche settimana.

Si tratta di un nuovo scivolo pensionistico pensato solo per le donne over 60, che dovrebbe avere lo stesso funzionamento dell’Ape social, prevedendo cioè il pagamento di una indennità fino al compimento del 67esimo anno di età, per poi iniziare a percepire la normale pensione, e di nuovo sistema per gli esodi incentivati che potrebbe valere per aziende che procedono a nuove assunzioni.

Questo nuovo sistema di uscita anticipata dovrebbe permettere di andare in pensione prima fino a 5-7 anni e ingloberebbe in un’unica misura gli attuali sistema di uscita anticipata di contratto di espansione, che permette di andare in pensione prima fino a 5 anni, isopensione, che permette di anticipare la pensione fino a 7 anni, e trattativa privata tra impresa e singolo lavoratore, avendo un’indennità fino alla maturazione dei normali requisiti di pensione richiesti. 

Novità per importi pensioni al centro dell'incontro tra Sindacati-Governo di domani 26 Luglio

Nulla di nuovo si dovrebbe prospettare per una revisione degli importi delle pensioni nell’incontro di domani 26 luglio tra governo e sindacati, ma i sindacati spingono perché ci sia un ulteriore aumento per le pensioni, sia con nuovo taglio del cuneo fiscale come fatto per gli stipendi dei lavoratori dipendenti, e sia con nuova rivalutazione pensionistica piena calcolata su un tasso rivalutativo effettivamente adeguato all’inflazione e su nuove percentuali che non penalizzano nessuno. 

Le percentuali rivalutative decise dal governo Meloni, rispetto alle precedenti tre percentuali di rivalutazione, penalizzano tutti i pensionati, ad eccezione di coloro che percepiscono importi più bassi. In particolare, le precedenti percentuali rivalutative erano tre ed erano le seguenti:

  • del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi;
  • del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi;
  • del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi.
Le sei nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni sono le seguenti:
  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
E’ evidente come, rispetto alle tre precedenti percentuali rivalutazione, le nuove percentuali rivalutative delle pensioni prospettano aumenti degli importi decisamente ridotti ad eccezione di quelle più basse.