Sono diverse novitā e appuntamenti attesi a settembre che potrebbero rivelarsi fondamentali per cambiare le pensioni: ecco cosa ci si aspetta
Quali sono le tante e importanti novità per le pensioni (uscita anticipata e importi) attese a Settembre? Il mese di settembre è particolarmente atteso per capire come potranno proseguire i lavori del governo non solo sulle pensioni ma anche per misure per il welfare ed economiche a favore di cittadini, famiglie e imprese, considerando che si torna a parlare delle misure da inserire nella nuova Manovra Finanziaria e si attende la presentazione della Nadef, nonché la verifica nel dettaglio delle risorse spese.
E’ stata la ministra del Lavoro Calderone a firmare nei mesi scorsi un nuovo decreto che prevedeva l’istituzione di nuovo organismo tecnico (Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico) con il compito di monitorare l'andamento della spesa pensionistica e la composizione della spesa previdenziale per poter definire proposte di novità pensioni adeguate e fattibili da un punto di vista di sostenibilità economica, anche se proprio il ministro dell’Economia Giorgetti frena su novità per le pensioni davvero fattibili proprio a causa della mancanza di fondi.
Il ministro ha, inoltre, precisato che è priorità del governo destinare le risorse disponibili al sostegno dei redditi medio bassi e agli investimenti più che alla spesa corrente.
Il nuovo Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico nasce con il compito, in particolare, di definire soluzioni per pensioni anticipate, separare spesa prettamente previdenziale e spesa assistenziale e rilanciare la previdenza complementare, cercando di incentivarne l’adesione, rendendo magari più agevole la tassazione.
Ma a settembre si potrebbe capire anche cosa si vuole e si può fare sia per detassazione della tredicesima e sia per nuovo bonus una tantum di cui si parla per aumentare gli importi delle pensioni, ma anche per ottenere maggiori consensi, sia a livello interno di governo che in vista delle prossime elezioni europee 2024.
Per la revisione della tassazione sulla tredicesima, che potrebbe essere applicata sin da subito senza attendere l’arrivo del prossimo anno, aumentando la mensilità aggiuntiva già del prossimo dicembre, l’intenzione è stabilire una detassazione per ridurre le tasse sulla tredicesima mensilità di dicembre fino al 15%.
Passando al nuovo bonus una tantum per aumentare ancora le pensioni contro l’inflazione ancora alta, probabilmente ricalcherà quanto fatto con i bonus 150-200 euro del governo Draghi, venendo riconosciuto una sola volta ai beneficiati interessati. E anche in tal caso già entro la fine dell’anno.
A settembre-inizio ottobre si potrà capire quali effettive novità per le pensioni si potranno decidere per il 2024, in base alla loro fattibilità, a seconda delle risorse economiche disponibili dopo la presentazione della Nadef, Nota di aggiornamento che serve per aggiornare, punto, considerando i nuovi dati macroeconomici, le previsioni contenute nel Def (documento di economia e finanza), per definizione delle misure ufficiali che saranno decise per la prossima Manovra Finanziaria 2024.
E le anticipazioni parlano di un Pil che avrebbe dovuto essere in crescita dell’1,2% ma che risulta decisamente inferiore all’1% e che certamente inciderà sulla disponibilità delle risorse economiche da impiegare per novità pensioni.
Tra le novità più attese di settembre per le pensioni ci sono i nuovi incontri in programma tra governo e sindacati che dovrebbero tenersi, rispettivamente, il 15 e il 18 settembre. E’ stato proprio il segretario della Cgil Landini a chiedere con forza nuovi tavoli, sia per discutere di una revisione della riforma Fornero, con nuove uscite anticipate, e sia per discutere delle possibilità di aumentare gli importi delle pensioni, a partire da una piena rivalutazione, considerando che secondo lui i precedenti tavoli non sono stati davvero interlocutori e di confronti, per cui si dovrebbero impostare in modo decisamente differente.
Stando a recenti dichiarazioni, il leader della Cgil Landini ritiene che il governo non abbia una idea chiara ancora su come modificare le pensioni, nonostante i tanti annunci, ma è arrivato il momento di chiarirle per poter lavorare bene e dare ai cittadini risposte certe.
E proprio i sindacati, in vista dei prossimi incontri con il governo, tornano a rilanciare su nuove possibilità di flessibilità in uscita, da quota 41 per permettere a tutti di andare in pensione solo 41 anni di contributi e senza necessità di raggiungere alcun requisito anagrafico ma calcolando la pensione finale solo con sistema contributivo, a nuova quota 96, che permetterebbe di andare in pensione a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma si tratterebbe di una possibilità che sarebbe valida solo per alcune categorie di persone, come lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
Nel corso dei prossimi incontri con i sindacati, si discuterà anche di misure per le donne e previdenza complementare.