Mancata rivalutazione nel 2024 e nessuna modifica positiva (anzi) pensioni reversibilità, vecchiaia, invalidità

di Marianna Quatraro pubblicato il
Mancata rivalutazione nel 2024 e nessuna

Cosa aspettarsi nel 2024 di peggiorativo per le pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità tra rivalutazione mancata o inferiore e misure dimenticate

Tra i timori di una mancata rivalutazione nel 2024 e nessuna modifica positiva promessa per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità crescono le delusioni e le preoccupazioni dei pensionati che si apprestano a chiudere un anno decisamente importante e impegnativo, pur avendo ricevuto, soprattutto alcune categorie, diversi aiuti e aumenti. Ma vediamo cosa potrebbe, e soprattutto non potrebbe, cambiare il prossimo anno.

  • Perché si teme la mancata rivalutazione delle pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità nel 2024 
  • Nessuna modifica positiva nel 2024 promessa per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità

Perché si teme la mancata rivalutazione delle pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità nel 2024 

La nuova Manovra Finanziaria sarà il provvedimento in cui si deciderà non solo per novità per pensioni anticipate o aumenti degli importi delle pensioni, ma anche per la rivalutazione pensionistica 2024 con nuovo indice perequativo.

La rivalutazione delle pensioni avviene ogni anno in base all’andamento di inflazione e dei prezzi al consumo Istat ma, secondo le previsioni, se entro ottobre non si decide un indice rivalutativo adeguato effettivamente all’inflazione vigente, gli aumenti delle pensioni 2024 saranno inferiori al previsto.

Se, infatti, l’inflazione ora è al 6,4% circa e probabilmente a fine anno resterà sullo stesso livello, tra 6% e 7%, l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 dovrebbe essere almeno al 6% ma, molto probabilmente, sarà più basso, come già accaduto per quest’anno, visto che l’inflazione a fine anno 2022 si attestava sull’11% ma l’indice di rivalutazione per il 2023 è stato fissato al 7,3%, alto certamente rispetto al solito ma che avrebbe dovuto essere almeno al 10% per garantire un effettivo maggiore potere di acquisto ai pensionati.

La rivalutazione annua delle pensioni avviene, dunque, sull’andamento dell’inflazione ma, probabilmente, come già accaduto quest’anno, l’indice rivalutativo delle pensioni 2024 sarà più basso rispetto a quanto dovrebbe essere considerando l’inflazione e con conseguenti aumenti delle pensioni minori del previsto. 

Secondo le stime, se ora l’inflazione di attesa sul 6% circa, è plausibile che a fine anno resterà sullo stesso livello, ma l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 non sarà del 6% ma molto probabilmente più basso, forse al 4%, per cui le pensioni aumenteranno molto meno di quanto dovrebbero, riducendo anche il reale aumento del potere di acquisto dei pensionati.

Del resto un aumento delle pensioni minore rispetto al previsto si è già verificato quest’anno considerando che alla fine dello scorso 2022 l’inflazione era quasi all’11% e la rivalutazione delle pensioni non è stata al 10% o 11%, ma l’indice di rivalutazione per le pensioni 2023 si è fermato al 7,3% e non è stata neppure piena per tutti. 

Le percentuali di rivalutazione pensionistica entrate in vigore nel 2023 non sono più, infatti, tre ma sei e si riducono all’aumentare della pensione percepita, riducendone, di conseguenze, il potere rivalutativo.

In particolare, le precedenti percentuali rivalutative erano tre ed erano le seguenti:

  • del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi;
  • del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi;
  • del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi.
Le nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni sono sei e sono le seguenti:
  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
Con le nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni, si abbassa l’aumento atteso di tutte le pensioni, ad eccezione di quelle più basse a cui bisogna sempre garantire maggiore sostegno, per cui si teme ancora una mancata rivalutazione 2024 se non si deciderà un effettivo tasso di rivalutazione adeguamento realmente all’inflazione.

Nessuna modifica positiva nel 2024 promessa per pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità

Al di là di una rivalutazione pensionistica che potrebbe essere inferiore al previsto, implicando contestuali aumenti di stipendio minori del previsto, per il 2024 si teme che non arrivi neppure alcuna modifica positiva anche per altre promesse già fatte, da aumenti delle pensioni di vecchiaia e di altre tipologie di pensioni, anche se minimo, a prescindere dalla rivalutazione 2024, ad aumenti specifici delle pensioni di invalidità. 

Proprio per l’aumento delle pensioni di invalidità si attendeva quest’anno l’apposito decreto invalidità, inizialmente in primavera, anche perché le misure per invalidi e disabili rientrano, comunque, tra i progetti del Pnrr.