Nuove anticipazioni su riforma pensioni, ma importanti modifiche subito con riforma lavoro-fisco Marzo

di Marianna Quatraro pubblicato il
Nuove anticipazioni su riforma pensioni,

Quali sono le importanti modifiche per le pensioni già in arrivo subito con riforme di fisco e lavoro di marzo e le novità in vista per riforma pensioni 2024

Quali sono le nuove anticipazioni su riforma pensioni, ma importanti modifiche subito con riforma fisco e lavoro Marzo? I conti Inps non sono in salute e le risorse economiche per la definizione (al momento) di una vera e propria riforma delle pensioni strutturale non sono sufficienti. 

Il governo lavora su diversi provvedimenti pronti ad arrivare rimandando le novità pensioni a fine anno con la prossima Manovra Finanziaria 2024. Forse solo allora si potrà capire se effettivamente il nuovo anno vedrà finalmente una effettiva riforma delle pensioni, nel frattempo, però, prime novità sembrano prospettarsi già con le nuove riforme del Fisco e del Lavoro di marzo. 

  • Nuove anticipazioni su prossima riforma pensioni
  • Importanti modifiche per le pensioni subito con riforme fisco e lavoro di marzo

Nuove anticipazioni su prossima riforma pensioni

Secondo le ultime notizie, nella prossima Legge di Bilancio un capitolo dovrebbe comunque essere dedicato alle pensioni, pur se non ci sarà una vera e propria riforma delle pensioni. E punto di partenza di novità pensionistiche dovrebbe essere una soluzione post quota 103, che attualmente permette di andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi ma che è destinata ad esaurirsi il 31 dicembre 2023.

Al momento, secondo le anticipazioni possibili, sembrano essere soprattutto due le misure su cui l'esecutivo sembra puntare per novità pensioni e sarebbero il rilancio della previdenza integrativa con nuove agevolazioni fiscali per rendere più conveniente l’aderenza a forme integrative di pensione e nuova soglia di deducibilità dei contributi destinati ai fondi pensione, e l'allargamento della platea dei lavori usuranti.

Non si esclude, infine, tra le anticipazioni per la prossima riforma pensioni, una nuova fase di silenzio-assenso per destinare il Tfr alla previdenza integrativa. Sembra, invece, non essere al momento prioritario il lavoro sull’introduzione della quota 41, che permetterebbe a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi e prescindere dal requisito anagrafico, sistema particolarmente rilanciato dalla Lega, per cui, però, secondo le ultime indiscrezioni, i tempi potrebbero allungarsi fino alla parte finale della legislatura.

Importanti modifiche per le pensioni subito con riforme fisco e lavoro di marzo

Nell’attesa di capire se e quando si lavorerà sulle appena riportate novità pensioni, importanti modifiche per le pensioni si prospettano sin da subito con nuova riforma del lavoro e nuova riforma del fisco di marzo. Stando a quanto riportano le ultime notizie, infatti, con la riforma del lavoro si potrebbero avere modifiche per le pensioni soprattutto per le donne.

Allo studio al momento il ripristino di opzione donna per permettere nuovamente alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, con 35 anni di contributi, considerando le finestre di 12 e 18 mesi per l’uscita definitiva indipendentemente dalla presenza o meno, e quanti, figli o dalla categoria di appartenenza, nonché la definizione di sconti contributivi utili per il raggiungimento della pensione per tutte le donne con figli, per ogni figlio, per valorizzazione del lavoro di cura di famiglia e figli.

Passando alla riforma del Fisco, le importanti modifiche per le pensioni che potrebbero derivarne sono soprattutto relative agli importi delle pensioni e sia per effetto della revisione delle aliquote Irpef attuali, che il governo vuole portare da quattro a tre, sia per effetto del riordino delle detrazioni al vaglio, che comunque inciderebbero sul calcolo delle pensioni nette.

Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, le attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Le modifiche del governo prevedono una riduzione a tre aliquote anche se resta da capire lo schema che sarà adottato. Tre le ipotesi al momento: la prima prevederebbe le seguenti tre aliquote:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, i pensionati con redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi prende pensioni tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbero decisi aumenti dei loro importi mensili, con una riduzione dell’aliquota di tassazione dal 35% al 27%. 

Sarebbero, invece, penalizzati coloro che percepiscono redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro.

Altra ipotesi di revisione delle attuali aliquote Irpef prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro, che garantirebbe aumenti soprattutto per chi percepisce pensioni fino a circa 2.150 euro al mese; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Infine, ultima ipotesi di revisione delle aliquote Irpef prevedere le seguenti:
  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, la prima fascia di reddito fino a 15mila euro, cioè chi prende pensioni fino a 1.1150 euro circa, sarebbe tutelata ed esente da ogni cambiamento perchè resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma scenderebbe nettamente la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila (si parla di pensioni di circa 3.800 euro) e 75mila euro.

Passando alle nuove detrazioni, per tutte quelle oggi al 19% (ad esclusione di spese mediche, per interessi passivi sui mutui e spese per l’istruzione dei figli) è prevista una revisione di percentuale in base al reddito ma forfettizzate.

Lo schema al momento in discussione prevederebbe le seguenti nuove detrazioni:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.