Nuovo decreto approvato a sorpresa su pensioni anticipate, invalidità e assistenza e fondi pensionistici

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa prevede il nuovo decreto approvato a sorpresa sulle pensioni e cosa potrebbe ancora cambiare: anticipazioni e novità

Da prepensionamenti a spinta per la previdenza complementare e non solo: è stato approvato, a sorpresa, un nuovo decreto sulle pensioni che anticipa diverse novità pensionistiche anche se non si tratta di vere e proprie novità pensioni come quelle che si attendono ormai da un po'. Vediamo cosa prevede nel dettaglio il nuovo decreto approvato a sorpresa su pensioni anticipate, invalidità e assistenza e fondi pensionistici.

  • Nuovo decreto a sorpresa per pensioni anticipate cosa prevede 
  • Cosa prevede il nuovo decreto approvato a sorpresa per invalidità e assistenza e fondi pensionistici

Nuovo decreto a sorpresa per pensioni anticipate cosa prevede 

Il nuovo decreto pensioni firmato a sopresa dal ministro del Lavoro Calderone prevede, in realtà, l’istituzione di nuovo organismo tecnico (Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico) che, come spiegato dalla stessa ministra, avrà il compito di monitorare l'andamento della spesa pensionistica e la composizione della spesa previdenziale in modo da poter poi formulare proposte idonee per la revisione del sistema pensionistico.

Il nuovo Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico, sarà composto da 14 membri più un presidente e avrà, infatti, il compito di definire un possibile piano di revisione sostenibile del sistema previdenziale, orientandosi soprattutto in due direzioni.

Si tratta di un nuovo organismo necessario innanzitutto per pensare a soluzioni per pensioni anticipate considerando che il prossimo 31 dicembre si esaurisce la quota 103, nonché per arrivare finalmente alla netta separazione, inseguita da tempo, tra spesa prettamente previdenziale e spesa assistenziale. 

L’obiettivo principale è chiaramente quello di arrivare alla definizione di novità per le pensioni anticipate, dando quindi la possibilità di revisione degli attuali requisiti pensionistici considerati da sempre troppo rigidi, che prevedono il raggiungimento di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia e di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, indipendentemente dal requisito anagrafico, per la pensione anticipata ordinaria. 

Si tratta di requisiti che da anni ormai si ‘aggirano’ con soluzioni cosiddette tampone che sono solo soluzioni ponte e sperimentali, come quota 100 prima sostituita poi da quota 102 e quest’anno quota 103, ape social, opzione donna (che si vorrebbe rendere strutturale con i vecchi requisiti).

Ora l’obiettivo, con il nuovo decreto approvato a sorpresa, è verificare l'efficacia e la sostenibilità di ulteriori forme di staffetta generazionale per permettere a chi lo desiderasse di andare in pensione anticipata rispetto ai normali requisiti.

Cosa prevede il nuovo decreto approvato a sorpresa per invalidità e assistenza e fondi pensionistici

Con particolare riferimento alle pensioni di invalidità, il decreto approvato a sorpresa non prevede nulla di esplicito e diretto ma parlando di necessità di separazione tra spesa prettamente pensionistica e spesa assistenziale anticipa tra le righe possibili novità in arrivo per il riconoscimento delle pensioni di invalidità.

Infine, il nuovo decreto approvato a sorpresa prevede misure anche per i fondi pensionistici: obiettivo del governo è rilanciare la previdenza complementare, cercando di incentivarne l’adesione, rendendo magari più agevole la tassazione. 

Tutte le novità previste dal nuovo decreto sulle pensioni approvato a sorpresa sono e saranno in fase di discussione mentre si attendono novità più ‘concrete’ al momento per quanto riguarda i nuovi importi delle pensioni che potrebbero cambiare per effetto della nuova riforma del Fisco, tra aliquote Irpef ridotte e nuove detrazioni. 

La revisione delle aliquote Irpef, misura principale della nuova riforma fiscale, contribuirà a cambiare infatti gli importi delle pensioni, soprattutto di quelle più alte secondo alcune simulazioni.

Le attuali quattro aliquote Irpef in vigore da rivedere sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Una delle ipotesi di revisione Irpef su cui starebbe lavorando il governo prevede le seguenti aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, i maggiori vantaggi sarebbero per chi ha redditi annui tra 15mila-28mila euro, per cui si ridurrebbe nettamente l’aliquota Irpef di tassazione garantendo contestuali aumenti di redditi.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, ci sarebbero aumenti delle pensioni per chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi prende pensioni tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%. 

Diminuirebbero, invece, le pensioni di chi ha redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro, mentre non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%.

Un’altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo che contribuirà ad aumentare le pensioni prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Infine, ultima ipotesi di modifica Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:
  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in quest’ultimo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma sarebbero garantiti aumenti a chi ha redditi più alti, tra 50mila e 60-75mila euro. Con queste tre nuove aliquote Irpef, i vantaggi maggiori sarebbero per la fascia di reddito medio-alta tra i 15 e i 30mila euro circa e si potrebbero avere aumenti delle pensioni di circa 50-60 euro per i redditi più bassi, per arrivare fino a700-1.200 euro per redditi più alti, cioè per pensioni dai 3.800-4mila euro in su.

Anche le nuove detrazioni che rientreranno nella nuova riforma del fisco contribuiranno a modificare gli importi delle pensioni anche se non si sa ancora in che misura. Tutto è ancora in discussione e si ipotizza al momento un sistema di nuove detrazioni differenti in percentuali in base ai redditi, valide sia per pensionati che anche per lavoratori dipendenti, e che potrebbero essere le seguenti:

  • detrazioni del 4% del reddito per lo scaglione fino a 15mila euro;
  • detrazioni del 3% del reddito per lo scaglione tra 15mila e 50mila euro;
  • detrazioni del 2% del reddito per lo scaglione tra 50mila e 100mila euro;
  • nessuna detrazione per redditi oltre i 100mila euro.
In questo caso, sarebbero agevolati coloro che ricevono redditi più bassi fino a 15mila euro annui, quindi pensioni fino a 1.150 euro circa.