Opzione donna 2019 novita emendamenti approvazione Camera
Al via oggi iter emendamenti decreto pensioni alla Camera: proposte di modifica per opzione donna 2019 e ultime novità arrivate
Parte oggi lunedì l’iter degli emendamenti del decreto pensioni alla Camera: sono circa 800 emendamenti da analizzare, tutti rinviati dal Senato a causa soprattutto di una mancanza di soldi per l’approvazione delle proposte di modifica presentate. Stando alle ultime notizie, infatti, toccherà alla Camera cercare di trovare una quadra per i conti e recuperare risorse economiche per alcune misure da approvare, a partire dagli aumenti per le pensioni di invalidità alle novità per opzione donna. Gli emendamenti sono stati presentati, comunque, per tutte le novità pensioni del decreto, da quota 100 a opzione donna, ad ape social e non solo e da maggioranza ma anche da Pd e sindacati.
Tra gli emendamenti che saranno discussi alla Camera, insieme a quelli per quota 100 e agevolazione per l’uscita di esodati e donne, vi sono anche gli ultimi e nuovi presentati dalla maggioranza che riguardano:
In discussione ci saranno anche gli emendamenti, già proposti e bocciai e ripresentati dal Pd, che per quanto riguarda l’opzione donna prevedono proroga fino al 2021 della misura sperimentale per l’uscita prima delle lavoratrici, e dai sindacati, che oltre una eventuale proroga vorrebbero andare proprio oltre la misura sperimentale per permettere alle donne un accesso agevolato alla pensione per le donne.
Sono stati presentati ulteriori nuovi emendamenti per l’opzione donna 2019, uno da parte del M5S e uno da parte della Cils. Stando a quanto riportano le ultime notizie, infatti, tra gli 800 emendamenti in discussione alla Camera ci sarebbero anche quelli depositati ufficialmente per le donne da parte di Amitrano del M5S che chiede la proroga di maturazione dei requisiti per l’uscita con opzione donna al 31 dicembre 2019, cioè poter maturare i 35 anni di contributi richiesti non entro il 31 dicembre 2018 ma entro il 31 dicembre 2019.
Altro emendamento, quello della Cisl, chiede l’estensione del requisito anagrafico per l’uscita con opzione donna a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome, invece che a 57 anni per le lavoratrici dipendenti e a 58 anni per le lavoratrici autonome.